VARIE 12/1/2016, 12 gennaio 2016
APPUNTI PER GAZZETTA - IL CASO QUARTO
REPUBBLICA.IT
Gli M5s vogliono espellerla, lei resiste. Un altro giorno di tensioni a Quarto. E’ stata avviata la procedura di espulsione nei confronti della sindaca M5s del comune in provincia di Napoli, Rosa Capuozzo, (parte lesa di una tentata estorsione da parte del consigliere ex grillino De Robbio, accusato a sua volta di tentata estorsione e voto di scambio), ma non basta a placare la bagarre politica. Grillo dal suo blog attacca ("Siamo il Movimento 5 Stelle e non un Pd qualsiasi"), ospite a Repubblica tv Renzi risponde ("Non avete il monopolio della morale") e contemporaneamente il Pd replica ("Di Maio e Fico sapevano e hanno taciuto"), mentre il vice presidente della Camera e il presidente della Commissione vigilanza Rai si difendono in un video su Facebook: "Mai saputo di minacce e ricatti, chi dice il contrario sarà querelato".
E intanto alle 15.50 la sindaca di Quarto Rosa Capuozzo arriva in Procura a Napoli per essere sentita dal pm Henry John Woodcock. E’ la quarta volta che il primo cittadino della città flegrea viene convocata dal magistrato che indaga sul ricatto esercitato nei confronti del sindaco dal consigliere comunale poi espulso dal M5s Giovanni De Robbio. Mentre alla stessa ora da Quarto i 15 consiglieri M5s e la sindaca decidono di rimanere al loro posto. In un comunicato viene specificato che: “Nonostante l’espulsione siamo decisi a continuare . E’ prioritario il senso di responsabilità che ci impone di continuare a governare il paese”. La giunta grillina resiste nonostante il diktat di Grillo e Casaleggio.
L’inchiesta. Dopo le perquisizioni a casa della sindaca, Rosa Capuozzo, il pm Henry John Woodcock con i procuratori aggiunti Filippo Beatrice e Giuseppe Borrelli hanno depositato altre 150 pagine dell’inchiesta sul caso Quarto, comune dell’area flegrea governato dai Cinque stelle, in cui, secondo le indagini, alcuni voti sarebbero stati condizionati dalla camorra. Carte da cui affiorano clamorose circostanze, tra cui il fatto che il Movimento nazionale era pienamente consapevole, già dal 25 novembre, del ricatto esercitato sul sindaco dal consigliere Giovanni De Robbio e dell’inchiesta antimafia, e pensava di risolverla col "silenzio", in attesa delle istruzioni dai big.
L’espulsione della Capuozzo e l’attacco al Pd di Grillo. La conferma arriva stamattina dallo stesso Beppe Grillo: "Rosa Capuozzo è stata raggiunta da un provvedimento di espulsione dal Movimento 5 Stelle per grave violazione dei suoi principi. Perché siamo il Movimento 5 Stelle e non un Pd qualsiasi", scrive Grillo in un post dal titolo ’Noi nel M5s facciamo così #onestà". Il leader del M5s sottolinea che "è dovere di un sindaco del Movimento 5 stelle denunciare immediatamente e senza tentennamenti alle autorità ogni ricatto o minaccia che riceve".
Quarto, Renzi: ’’M5s? Ingiusto buttare croce su Capuozzo’’
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Interviene Renzi. Ma per il Presidente del Consiglio Matteo Renzi "è chiaro a tutti che il Movimento 5 stelle non ha il monopolio della morale. Per noi questa idea non è mai esistita. Ma adesso è venuta meno anche per gli elettori e i militanti del movimento". Bisogna capire, prosegue il premier, "se qualcuno era a conoscenza e ha preferito tacere, mi sembra ingiusto buttare la croce addosso a lei. Io sono per il garantismo più totale, è un valore costitutivo della sinistra contro le derive del giustizialismo. Questa giovane sindaca aveva chiesto un aiuto ai dirigenti del suo partito, personalmente mi sembra ingiusto buttare la croce addosso a lei. Certo avrebbe dovuto denunciare ma non è giusto che debba dimettersi"
Il Pd. "Il direttorio sapeva da mesi e ha preferito tacere, sperando di cavarsela" attacca il Pd, con inteventi di onorevoli e sentatori sui social network. L’attacco è diretto: "Di Maio e Fico a Quarto facevano passerelle ma poi non una parola e atteggiamenti a dir poco reticenti. Perché? Di cosa hanno paura?". Più diretto il predidente del Pd, Matteo Orfini, che su Twitter scrive: "Grillo espelle il sindaco di Quarto perchè non ha denunciato le minacce. Ma lei aveva avvertito Di Maio. Attendiamo a breve l’espulsione di Di Maio".
Ecco perché abbiamo espulso la Capuozzo. Diretta Facebook di Di Maio, Fico e Di Battista
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Il video di difesa di Di Maio, Fico e Di Battista. Il deputato 5 stelle, Roberto Fico, in una diretta streaming su Facebook, insieme ai colleghi del Direttorio Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, replica: "Io e Luigi Di Maio non abbiamo mai saputo di nessun ricatto, minaccia o scambio tramite minaccia per ottenere qualcosa. Sono cose di cui siamo all’oscuro perché se l’avessimo saputo avremmo optato per una denuncia". I tre esponenti M5s davanti a una telecamera fissa spiegano il perché la sindaca di Quarto sia stata espulsa dal movimento e invitano i giornali a "pubblicare tutte le intercettazioni perché servono per capire". Poi, sulla sua pagina Facebook, Roberto Fico pubblica il testo di uno scambio di messaggi, del 15 dicembre, attraverso ’Whatsapp’, con il consigliere del Comune di Quarto Alessandro Nicolais, per spiegare di non aver mai detto alla Capuozzo: "Andate avanti".
Fico pubblica lo scambio di sms con il consigliere di Quarto Nicolais
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La senatrice espulsa dal movimento Cinque stelle. "Se un sindaco viene invitato a dimettersi dovrebbero dimettersi tutti coloro che erano garanti e che avevano la responsabilità, anche nel direttorio, dei sindaci e quindi delle amministrazioni comunali - dice a radio Capital la senatrice Serenella Fucksia, espulsa dal Movimento 5 Stelle - Di Maio doveva gestire la cosa e invece è stato latitante. Pare che il movimento non lo voglia contaminare e lo proponga sempre bello pronto quando c’è l’applauso. Ma oltre agli applausi c’è la politica reale". La senatrice è molto critica anche sulla decisione del Movimento di espellere il sindaco di Quarto per non aver dato le dimissioni: "Sarà arrivato un input da qualche segreta stanza, e quindi si sono tutti allineati al nuovo indirizzo, che avrà tenuto conto dell’impatto sull’elettorato. Un ragionamento freddo e calcolato, piuttosto che una decisione di merito".
Il sindaco di Napoli. Per Luigi de Magistris: "I 5 Stelle si stanno caratterizzando sempre più come un Movimento che fa espulsioni e in questa vicenda aumenta l’aspetto torbido", ma espime solidarietà alla Capuozzp, che però "deve chiarire e spiegare".
Forza Italia chiede lo scioglimento del Comune. Mariastella Gelmini, vice capogruppo vicario di Forza Italia alla Camera, commenta su Facebook: "Brutta storia quella di Quarto per il M5S. Ma l’augurio è che possa aiutare i giovani amministratori cresciuti sotto le ali di Grillo ad imparare e comprendere fino in fondo cos’è il garantismo. Perché dare la croce addosso al sindaco Rosa Capuozzo è facile quanto prematuro. Deve essere la magistratura a chiarire il contesto e le posizioni di ciascuno. Ma se l’infiltrazione camorristica, col voto di scambio, c’è stata, allora le dimissioni non bastano.Occorre avviare la procedura di scioglimento del Comune. L’onestà, poi, è una precondizione, dalla quale non si può prescindere. Poi occorre il buon governo. Quella miscela necessaria per rispondere concretamente alle esigenze dei cittadini. Ciò che manca completamente agli amministratori targati M5s, vista l’esperienza di comuni come Gela, Livorno e Parma".
L’ironia del Pd a colpi di hashtag: "Il meraviglioso trio grillino mi ricorda qualcosa...". Ironizza Andrea Romano, deputato del Pd, che posta su Twitter un accostamento di foto: i Cinque Stelle Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista e Roberto Fico, che in una diretta streaming hanno ribattuto alle accuse sulla vicenda Quarto, accostati alle tre scimmiette che non vedono, non sentono, non parlano. "#omertà5stelle", aggiunge Romano con un hashtag. E il motivo delle tre scimmiette torna anche sul profilo Twitter di Ernesto Carbone, deputato e membro della segreteria del Pd: "Quarto siete bravi!", ironizza Carbone.
La sindaca Capuozzo in Procura a Napoli
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La sindaca di Quarto in Procura. La sindaca di Quarto Rosa Capuozzo alle 15.50 arriva in Procura per essere sentita dal pm Henry John Woodcock. E’ la quarta volta che il primo cittadino della città flegrea viene convocata dal magistrato che indaga sul ricatto esercitato nei confronti del sindaco dal consigliere comunale poi espulso dal M5s Giovanni De Robbio. La Capuozzo non è indagata. Il pm però le contesta una condotta poco lineare per aver negato, nelle prime due audizioni in Procura, di aver subito minacce da De Robbio, che le aveva mostrato la foto dei presunti abusi edilizi realizzati nella casa dove il sindaco vive con il marito. Nel terzo verbale, la Capuozzo aveva invece parlato di ricatto, per poi ridimensionare nuovamente la vicenda al livello di divergenze politiche, durante la conferenza stampa tenuta il 30 dicembre. Prima di Capuozzo è stata ascoltata come teste dal pm il consigliere comunale pentastellato di Quarto Concetta Aprile, con la quale il sindaco si era sfogata al telefono, parlando espressamente delle pressioni di De Robbio, in una lunga conversazione intercettata dai magistrati.
Quarto, i 5 stelle: "NIiente dimissioni, andiamo avanti"
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La sindaca non si dimette. La sindaca di Quarto, Rosa Capuozzo assieme ai consiglieri di maggioranza decide di continuare ad amministrare il Comune di Quarto nonostante l’espulsione decisa dai vertici del M5s. "Il sindaco, nonostante la sua espulsione, decretata questa mattina dal movimento 5 stelle, e il gruppo di consiglieri di maggioranza sono decisi a continuare", si legge in una nota congiunta diramata nel primo pomeriggio. "Al di là dei colori politici, come già detto, il nostro prioritario senso di responsabilità verso i cittadini tutti, ci impone di continuare ad amministrare - conclude la nota - con coscienza e onestà il nostro territorio come fatto fino ad oggi".
Il pm interroga come teste anche il capogruppo Nicolais. Anche Alessandro Nicolais, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio comunale a Quarto è stato sentito come teste.
Consiglieri M5s verranno tutti espulsi. Dopo il sindaco Rosa Capuozzo, toccherà ai consiglieri M5S il ’cartellino rosso’. I 15 eletti tra le file dei 5 Stelle hanno infatti deciso di restare al fianco della prima cittadina e andare avanti, nonostante la procedura di espulsione decisa dai vertici M5S nei confronti di Capuozzo. Secondo alcune indiscrezioni, nelle prossime ore la mail che attiva la procedura di espulsione dal Movimento verrà inviata anche a loro.
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ROMA - "Il Pd negli ultimi anni conta indagati, rinviati a giudizio e spesso condannati a centinaia e senza contare gli uomini piazzati nelle partecipate e nelle aziende parastatali: numeri degni di un’organizzazione criminale. Un primato nazionale. Come il Pd nessuno mai".
Così un post sul blog di Beppe Grillo, dove si aggiunge: "Il Pd ha il monopolio immorale, il record degli indagati, ma i giornali ben ricompensati preferiscono ometterlo. Quando indagano un sindaco non specificano mai di che partito è, perché nove volte su dieci è del Pd". Evidentemente, la risposta alle parole del premier, ospite di Repubblica.tv, sulla vicenda di Quarto: "L’idea che il M5s abbia il monopolio della morale per noi non è mai esistita e adesso penso che sia venuta meno anche per gli elettori. Noi abbiamo fatto pulizia all’interno del Pd".
Un post che è anche l’ultima reazione agli incalzanti attacchi che il Partito democratico ha portato in questi giorni al Movimento 5 stelle sulla vicenda della sindaca Rosa Capuozzo. Candidata ed eletta prima cittadina del comune del napoletano con il M5s, che l’ha poi difesa dall’accusa di aver vinto alle urne per un voto di scambio di matrice camorristica, salvo poi espellerla dopo una richiesta di dimissioni caduta nel vuoto. Fuori dal M5s, Rosa Capuozzo, non indagata e sin qui sentita dai magistrati solo in qualità di testimone, ha scelto di proseguire nel suo mandato.
Vicenda che ha portato anche il M5s al centro di quella questione "morale" che sin qui aveva visto i pentastellati nel ruolo dei grandi accusatori della politica italiana. Soprattutto, esponendo il movimento alle quotidiane stoccate dem. Proprio all’idea di "pulizia" nel Pd rivendicata da Renzi si è quindi attaccato il M5s, concentrando sul blog di Grillo tutto il fuoco sul Partito democratico e le più attuali vicissitudini giudiziarie dei suoi amministratori. Di cui si ricordano nomi, cognomi e cariche, con l’avvertenza che il database "sarà in continuo aggiornamento". "Nell’anno appena trascorso - si spiega - sono 83 e nonostante il 2016 sia iniziato da pochi giorni il numero è aumentato: l’ultimo datato ieri è il sindaco piddino di Como".
Questa una "prima lunga lista" degli indagati del Pd, riportata nel blog di Beppe Grillo:
"San Giorgio a Cremano (Napoli): indagati l’attuale sindaco Giorgio Zinno e il suo predecessore Mimmo Giorgiano (sempre del Pd) per associazione per delinquere finalizzata alla concussione e alla turbativa d’asta.
Predappio (Forlì): il sindaco Giorgio Frassineti indagato per peculato.
Vado Ligure (Savona): indagato per abuso d’ufficio l’attuale sindaco Monica Giuliano e l’ex sindaco Attilio Caviglia per disastro colposo aggravato, entrambi nell’ambito dell’inchiesta sulla centrale a carbone della Tirreno Power.
Quiliano (Savona): indagato il sindaco Alberto Ferrando sempre nell’ambito dell’inchiesta Tirreno Power.
Vercelli: a novembre il sindaco Maura Forte viene rinviata a giudizio nell’ambito dell’inchiesta sulle firme false per le elezioni provinciali del 2011 con l’accusa di falso ideologico in atto pubblico.
Rimini: il sindaco Andrea Gnassi è indagato per il fallimento della società dell’aeroporto Fellini.
Castenaso (Bologna) indagato il sindaco Stefano Sermenghi, accusato di minacce contro il sindaco Pd anti-cemento di San Lazzaro di Savena. Nella giunta di Castenaso c’è la sorella del presidente del Consiglio, Benedetta Renzi. E’ tuttora in carica. Tutto è scaturito da un esposto del sindaco Conti di San Lazzaro.
Crevalcore (Bologna): il sindaco e senatore Pd Claudio Broglia e il vicesindaco, Maria Pia Roveri, sono indagati dalla Procura di Bologna nell’ambito di un’inchiesta (si ipotizza la truffa) sui contributi di autonoma sistemazione concessi dopo il terremoto del 2012.
Ercolano (Napoli): Vincenzo Strazzullo indagato nell’aprile 2015 nelle indagini per gli appalti per le opere pubbliche. Indagati anche il vicesindaco Antonello Cozzolino, l’assessore all’Urbanistica, Salvatore Solaro e il consigliere comunale Pasquale Romano.
San Felice Sul Panaro (Modena): il sindaco Alberto Silvestri indagato perché firmò per l’agibilità di un’azienda poi crollata.
Pescara: Marco Alessandrini, indagato dalla Procura nell’ambito dell’inchiesta riguardante i divieti di balneazione a fine luglio a seguito dello sversamento di liquami in mare.
Barletta: Pasquale Ventura, capogruppo del Partito democratico in consiglio comunale , è indagato per corruzione per la gestione di un centro sportivo comunale in via Rossini, alla periferia della città.
Como: 11 gennaio 2016 - Indagato il sindaco Mario Lucini per gli appalti delle paratie del Lago.
Siena: indagato il sindaco Pd Valentini per falso in atto pubblico, abuso d’ufficio
e truffa aggravata. Il Pd non chiede le sue dimissioni.
Marsala: Rinviato a giudizio per voto di scambio Vito Cimiotta, consigliere comunale Pd. Difeso dal suo partito.
Caltanisetta: indagato per truffa il consigliere comunale Angelo Scalia".
IL RICATTO DI DE ROBBIO
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"Rosa, tu hai un problema". Così, alla fine di ottobre, il consigliere comunale pentastellato di Quarto, Giovanni De Robbio, si sarebbe rivolto a Rosa Capuozzo, sindaco della città flegrea eletta con il Movimento fondato da Beppe Grillo.
La foto. "Mi mostrò una foto aerea di casa mia sul suo cellulare", ha raccontato Capuozzo in Procura. Comincia così, l’inchiesta sul ricatto a "cinque stelle" coordinata dal pm Henry John Woodcock e condotta dai carabinieri di Pozzuoli. Il "problema " al quale De Robbio alludeva erano le presunte irregolarità urbanistiche riguardanti l’abitazione di proprietà del marito del sindaco. Il consigliere, aggiunge Capuozzo, "disse che dovevo stare tranquilla perché dovevo essere meno aggressiva, non dovevo scalciare, dovevo essere più tranquilla con il territorio".
Le accuse. Ora De Robbio è indagato di tentata estorsione ai danni del primo cittadino quartese e anche per voto di scambio aggravato. Agli atti ci sono due deposizioni del sindaco Capuozzo e intercettazioni telefoniche. Dopo quel primo incontro, il consigliere avrebbe avvicinato il sindaco altre due volte. La seconda in compagnia di un geometra, indicato come una persona capace che avrebbe potuto ottenere una consulenza nel settore edilizio. "Mi disse che aveva la mia foto in cassaforte", ha spiegato Capuozzo. La terza in consiglio comunale, dove De Robbio avrebbe rappresentato un ulteriore problema riguardante l’abitazione di famiglia del sindaco prospettando la possibilità di far apparire come falso il sopralluogo da cui questa presunta irregolarità era emersa. La vicenda si incrocia con un episodio che riguarda la campagna elettorale. A De Robbio è contestata infatti l’ipotesi di voto di scambio aggravato in concorso con Alfonso Cesarano, titolare di una ditta di pompe funebri, indicato dagli inquirenti come esponente di una famiglia vicina al clan camorristico Polverino.
Il presunto voto di scambio. "Adesso si deve portare a votare chiunque esso sia, anche le vecchie di ottant’anni si devono portare là sopra e devono mettere la X sul Movimento Cinque Stelle che è la cosa fondamentale", afferma in un’intercettazione il figlio di Cesarano. E nella stessa conversazione sostiene: "Questo De Robbio, noi abbiamo fatto l’accordo con lui... ci siamo seduti al tavolo... hanno parlato, hanno chiacchierato, hanno concordato diciamo delle cose loro, hanno parlato di tutte le cose e noi abbiamo detto che gli avremmo dato una mano ". In un altro passaggio del colloquio, Cesarano junior (non indagato) aggiunge: "Se non sale il Movimento Cinque Stelle con la maggioranza abbiamo sempre il problema". Quindi allude: "Questo assessore che gli diamo noi, lui ci deve dare quello che abbiamo detto che ci deve dare", perché in caso contrario, rimarca, "così come lo abbiamo fatto salire, così lo facciamo cadere".
Il campo sportivo. Nella ricostruzione della Procura, De Robbio voleva imporre al sindaco di affidare proprio a Cesarano il campo sportivo di Quarto, la struttura, ora di gestione comunale, che fino all’insediamento della giunta Capuozzo era affidata alla Nuova Quarto calcio per la legalità, la squadra antiracket che, una volta privata del campo, ha dovuto chiudere i battenti. Oltre a De Robbio, sono indagati anche il geometra Giulio Intemerato, coinvolto nel filone del tentativo di estorsione ai danni del sindaco, e Mario Ferro, il cui nome entra invece nella vicenda del voto di scambio perché sospettato di aver ricevuto, da De Robbio, la promessa di assunzione del figlio presso il cimitero di Quarto in cambio di sostegno elettorale. Tutti gli indagati potranno replicare alle accuse nei successivi passaggi dell’inchiesta. Ieri sono scattate le prime perquisizioni. Il M5S fa sapere di aver avviato l’espulsione di De Robbio già il 14 dicembre.
Le testimonianze del sindaco. Il sindaco Capuozzo è stata sentita come teste dal pm Woodcock il 21 e il 22 dicembre. Nella prima audizione ha ricostruito i fatti escludendo di aver ricevuto pressioni in particolare in occasione del colloquio sulla "foto in cassaforte". Nel verbale del giorno successivo scende più nel dettaglio. Parla espressamente di "ricatto ", ammette di avere "paura"
di Di Robbio il quale avrebbe preteso di essere "coinvolto nella predisposizione del Piano urbanistico regolatore" di Quarto (Puc) sul quale, rimarca il sindaco "ho capito che ci sono interessi enormi". Poi argomenta: "È evidente che, facendomi vedere le foto della casa di mio marito, intendeva "controllarmi"". Non solo: "La terza volta in cui me le ha fatte vedere ho percepito fino in fondo la sua intimidazione. Ero davvero esasperata".
PERQUISITA CASA CAPUOZZO
Quarto, perquisizione per il sindaco Rosa Capuozzo, che non è indagata. Carabinieri alla ricerca di documenti su mandato del pubblico ministero John Henry Woodcock coordinato dai procuratori aggiunti Filippo Beatrice e Giuseppe Borrelli. Secondo quanto si è appreso dalle indagini non è emerso alcun collegamento tra il sindaco Capuozzo e la criminalità organizzata.
Capuozzo, sindaca di Quarto: "Mai pensato alle dimissioni"
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Le indagini si stanno concentrando sulle pressioni subìte dal sindaco a opera del consigliere comunale (dimissionario ed espulso dal Movimento 5 stelle) Giovanni De Robbio per la vicenda di presunti abusi edilizi nella casa in cui il primo cittadino abita con il marito.
Flash mob del M5S a Quarto, cartelli "Ho voglia di legalità"
"Io ho lottato, con minacce per la casa. Ho detto: "ma smantellatemi ’sta c... di casa, non faccio un passo indietro, ho subito minacce per qualsiasi cosa". Ecco lo sfogo di Rosa Capuozzo così come catturato dagli atti della perquisizione scattata poche ore fa in casa del primo cittadino di Quarto, nell’ambito dell’inchiesta condotta dal pm Henry John Woodcock, con i procuratori aggiunti Beatrice e Borrelli.
Il sindaco di quarto Rosa Capuozzo nel suo ufficio con i carabinieri
Altre significative intercettazioni colgono il cedimento emotivo del sindaco. "Non ce la faccio più, io posso reggere qualsiasi cosa ma non finire in galera per colpa di qualcun altro, no. È inaccettabile".
La Capuozzo piange, rilevano i carabinieri in sottofondo, è il 16 dicembre e il sindaco sta parlando con Alessandro Nicolais, capogruppo dei 5 Stelle oltreché colonnello dell’Esercito in servizio attivo. Sono tutti sotto pressione, temono le ricadute mediatiche dell’indagine", dice il sindaco ancora al collega Alessandro Nicolais. E’ quest’ultimo poco dopo ad affermare: "Ora mi ha risposto Roberto Fico e mi ha scritto dieci minuti fa: andate avanti tranquilli, io verrò quanto prima". Dagli atti infine emerge la condotta del sindaco ritenuta dai pm "poco lineare e sicuramente da approfondire".
E intanto, secondo alcuni, dopo Grillo anche Gianroberto Casaleggio sta seguendo con irritazione la vicenda Capuozzo. La prima cittadina, al termine della riunione fiume tenutasi nella notte con i consiglieri M5S, avrebbe fatto giungere a Roma voci sulla sua volontà di andare avanti. Di fatto, le sue dimissioni ad ora non sono ancora sul tavolo. E questo, secondo l’Adnkronos, avrebbe mandato su tutte le furie il cofondatore del M5S, "perché il Movimento - avrebbe detto Casaleggio ad alcuni fedelissimi - viene prima di tutto e tutti, non c’è carica o poltrona che tenga".
"Se il sindaco Rosa Capuozzo è convinta di essere un punto di riferimento nella lotta alla camorra e che non ha nulla da nascondere, secondo me non si deve dimettere. Ma deve spiegare a chi l’ha votata, ai suoi concittadini e al paese come stanno le cose, fare chiarezza". La pensa così sul caso
Quarto il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, secondo cui "invece in questa vicenda non si fa chiarezza, ma è aumentata la confusione".
Secondo quanto si apprende dal suo staff, il sindaco "su tutto sente la responsabilità dei 42 mila cittadini di Quarto".Sulla decisione di prendere tempo nessuna influenza, dice lo staff, della posizione adottata dai vertici del Movimento, Grillo e Casaleggio, che ieri avevano suggerito al sindaco di dimettersi.