Pietro Acquafredda, Anno Santo 1925. La Gazzetta di Puglia. Bari 16 novembre 1924, 16 novembre 1924
Giubilei– L’Anno Santo si profila come un incubo sinistro, che minaccia lo stomaco e anche un po’ lo spirito e la fede
Giubilei– L’Anno Santo si profila come un incubo sinistro, che minaccia lo stomaco e anche un po’ lo spirito e la fede. È già convenuto, nella letteratura occasionale dei giornali, che l’Anno Santo debba chiamarsi “l’anno d’oro”; anno d’oro per gli esercenti, per gli osti, per i trattori, per gli affitta-camere, per tutta quella vasta e multiforme categoria dei piccoli ma non meno voraci pescicani, che ci dilanieranno le carni a brandelli, senza nemmeno la speranza di troncare le nostre pene addentandoci in un sol boccone! A Roma non si pensa che al caro-manzo, al caro-abbacchio, al caro-pane, al caro-vino, a tutta quella scala di “cari”, che costringerà ad abbandonare gli inizi epistolari del caro amico, perchè non si possa pensare ad un rabbioso saluto, ad una cosa sgradita ed insolente. (Anno Santo 1925. La Gazzetta di Puglia. Bari 16 novembre 1924)