Paolo Siepi, ItaliaOggi 8/1/2016, 8 gennaio 2016
PERISCOPIO
Grillo: «Le scuole italiane sono luoghi pericolosi». Sarà per questo che molti grillini non le hanno frequentate. Gianni Macheda.
Un italiano su cinque non svolge alcuna attività culturale. Ma ha un’opinione su tutto. Spinoza.
Ma perché voi due non mi avete adottato? Boh, chiedilo ad Alfano, Jena, la Stampa.
Adesso chissà che multa si beccherà Kim Jong Un per non aver rispettato il divieto dei botti di Capodanno. Il rompi-spread. MF.
Il fatto che il terrorista che ha ucciso a capodanno a Tel Aviv sia un cittadino israeliano che uccide altre israeliani avvicina prepotentemente Israele a Parigi, anch’essa messa in ginocchio da altri cittadini francesi. Giulio Meotti. Il Foglio.
Prima ancora che a recuperare i denari provenienti, in ultima istanza, dalla gente che li ha depositati in banca, si cerca di salvare i clienti eccellenti, magari trasformando i loro debiti in azioni. Il progetto lo lanciò Guido Carli negli anni Settanta. Ed è passato attraverso cento prove: il salvataggio della Fiat, le varie vicende Alitalia, l’immobiliarista Zunino, fino alle aziende elettriche di De Benedetti, per citare alcuni casi noti di questo secolo. Stefano Cingolani. Il Foglio.
Natale a Cortina, qualcosa è rimasto della neve di novembre, roba d’annata, rammendata come un’antica tavola nuziale. Si scende in punta di sci; se qualcuno derapa troppo, si levano proteste isteriche: egregio signore se lei si mette anche a raschiare con i cristiania, possiamo andarcene tutti a casa. Gli albergatori si scusano con gli ultimi arrivi: sa, non le ho detto niente per telefono perché la gamba sinistra - ricorda? - quella che mi son rotta nel 1983, mi faceva male e, quando mi fa male, viene la neve, che le posso dire? Che mi fa sempre più male. Ma i fumi dei camini vanno su come razzi, un’alta pressione così non la ricorda nessuno. Eppure la gente continua ad arrivare, le neve è un accessorio: l’importante è far Capodanno a Cortina anche se ci fossero 38 gradi all’ombra. Luca Godoni. QN.
Margrete Vestager, di Copenhagen, è l’inflessibile commissario europeo alla concorrenza. Una «Regina di ghiaccio», dicono, che conlude le sue requisitorie con «Sadan er dot jo», «dunque le cose stanno così». Anche con Renzi, che l’ha stuzzicata sul risanamento delle quattro banche popolari, si è rivelata un osso duro. Del resto, la Commissaria che ha messo con le spalle al muro un colosso come Google, figuriamoci se arretra innanzi a Renzi. Ha denunciato Starbucks e McDonald’s, la Gazprom, la Springer Verlag, editore tedesco che è uno dei più grandi al mondo e la Fca di Marchionne, tutti colpevoli, secondo lei, di aver violato le leggi della concorrenza. Questa signora, nel suo ufficio al decimo piano a Bruxelles, ha un busto in gesso di Bismark, il cancelliere tedesco di ferro e, dietro la scrivania, ha appeso una tavoletta di legno con la scritta Mor, mamma, in danese. Verstarger ha tre figlie. Roberto Giardina. QN.
Mi piace Luigi Di Maio degli M5s. Non è modernissimo ma è comunque giovane. È molto educato, se lo interrompono, guarda negli occhi l’interlocutore; ed è preparato. Spero che il futuro sia lui. Oliviero Toscani, fotografo. (Luca De Carolis). Il Fatto.
Al montaggio del film ci siamo accorti che l’idea dei trailer era sbagliata. Analizzando i film precedenti ci siamo accorti che i tralier bruciavano le battute migliori del film, toglievano la sorpresa in sala. Pietro Valsecchi, produttore del film Quo Vado? con Checco Zalone (Arianna Finos). la Repubblica.
Non so nemmeno che cosa sia la solitudine esistenziale, ho talmente tante mercuriali presenze nel mio cervello che posso guidare da qui a Davos senza nemmeno ricordarmi di accendere la radio. Mi disturberebbe la compagnia che mi faccio. Aldo Busi, L’altra mammella delle vacche amiche. Marsilio. 2015.
Se Chagall ha richiamato più visitatori rispetto ad artisti infinitivamente più grandi come Leonardo e Giotto significa che il passato non ci appartiene più, non ci comunica più nulla. A meno che l’educazione ci offra i codici per decifrarlo. Edoardo Villata, storico dell’arte, università Cattolica (Anna Mangiarotti). QN.
Della figlia Nella del fisico Enrico Fermi, inventore della bomba atomica e Nobel per la Fisica nel 1938 si perdono le tracce. Alla fine degli anni 70 viene intervistata da un collega italiano (Arturo Motti) che è riuscito a trovarla negli Usa. Vive in una casa modestissima, in un quartiere di Chicago abitato in maggioranza da neri. Per vivere (è divorziata) fabbrica piccoli oggetti in ceramica, che vende lei stessa nella sua casa sempre aperta ai visitatori. Ma non si lamenta, non rivendica di essere figlia di uno dei più grandi fisici del mondo. Fabbrica i suoi oggetti in ceramica, che poi vende per pochi soldi a chi li vuole comperare. Giuseppe Turani. QN.
Ho quarant’anni, lavoro alla Rai, ho quattro figlie e la sensazione di essere preso per il culo. Non ho mai rubato, né pianoforti, né sulle note spese. Non ho attentato alle virtù delle numerose signore e signorine che circolano al terzo piano. Vado a Londra, a spese mie, per imparare l’inglese. L’hanno fatto pure Marx e Mazzini, posso permetterlo anch’io. Beppe Viola, Vite vere, compresa la mia. Quodlibet, 2015.
In Italia l’ignoranza è di qualità superiore che altrove. Antonio Gurrado. il Foglio.
Dio esiste e fuma Pall Mall. Copertina del periodico satirico francese Hara-Kiri. Nouvel Obs.
Fa tenerezza vedere Sherlock Holmes (nel film Mister Holmes - il mistero del caso irrisolto) con l’Alzheimer che cura le dimenticanze con la pappa reale prodotta dalle api allevate da lui personalmente. Mariarosa Mancuso. il Foglio.
Friedrich Nietzsche, l’uomo che baciava i cavalli. New Yorker.
La sera precedente l’escursione, dormimmo a Sestola, nella villa di un industriale modenese. Era la prima volta che vedevo la casa di un ricco. Più di ogni altra meraviglia, mi impressionò il fatto che, accanto a ogni camera da letto, ci fosse un bagno con tanto di vasca e asciugamani profumati. Però non mi lavai nella vasca, perché non mi sembrava educato sporcare. Marco Santagata, Papá non era comunista. Guanda, 1996.
Lingue di fuoco, fuochi di paglia, lingue impagliate... Solo esercitazioni, niente paura. Minidrink. Dino Basili.
I vizi che i moralisti combattono di più sono quelli che loro coltivano con più cinismo e lascivia. Roberto Gervaso. Il Messaggero.
Paolo Siepi, ItaliaOggi 8/1/2016