Guglielmo Longhi, La Gazzetta dello Sport 9/1/2016, 9 gennaio 2016
UDINE RICCA DI LODI
Senza di lui: 3 punti in 6 partite. Con lui: 21 punti in 12 partite. Dire che Francesco Lodi è il valore aggiunto dell’Udinese sembra quasi riduttivo. Arrivato a fine settembre, quindi a campionato iniziato e con la squadra già in evidente crisi di idee, ha saputo dare la svolta in tempi rapidi. Un momento di grazia che spera di confermare oggi contro il Carpi.
Cosa è successo?
«Diciamo che ero in una forma accettabile perché il Catania mi aveva permesso di allenarmi da solo anche dopo la risoluzione del contratto. Non avevo il ritmo partita, quello l’ho trovato poco per volta a cominciare dal debutto a Bologna, che è stata la partita chiave. La sosta di ottobre è stata provvidenziale perché ho potuto recuperare completamente. E comunque la classifica dopo 5 giornate era bugiarda: non meritavamo di perdere con il Palermo».
Ha cancellato in fretta un anno orribile: il caso Parma, poi la retrocessione del Catania…
«Quella di Parma è stata un’esperienza che comunque mi ha fatto crescere, ho capito che nel calcio non c’è niente di scontato e che non bisogna mollare mai. Sono rimasto fino all’ultimo, tra tante difficoltà, senza soldi e con gli sponsor che ci pagavano le trasferte. Non mi sembrava giusto lasciare allenatore e compagni in quel casino».
Donadoni, Cassano, Lodi: la rivincita dei «falliti».
«Giusto: dopo tanti problemi ci meritiamo di avere un po’ di tranquillità».
Contro l’Atalanta la sua partita migliore?
«Diciamo che tutta la squadra sta completando la crescita. Anche a Torino prima della sosta avevamo fatto molto bene».
Pensa di essere tornato ai livelli di Catania?
«Non vorrei gufarmi addosso, però direi di sì. Anche se adesso segno di meno».
Un solo gol, al Frosinone. Ovviamente su punizione.
«Purtroppo gli arbitri ne fischiano sempre di meno perché gli avversari ormai mi conoscono ed evitano di fare falli dal limite. E comunque dovrei cercare alternative, in Serie A ho fatto soltanto due gol su azione. Troppo poco».
I dvd di Maradona sono sempre utili?
«Certe cose non si dimenticano soprattutto se sei un tifoso del Napoli… Ora guardo Pjanic o Messi, so che posso migliorare ancora. E quasi ogni giorno provo almeno 15 punizioni».
In Serie B al secondo anno di Frosinone è arrivato a 20 gol.
«Facevo l’esterno destro per accentrarmi e tirare col sinistro, a volte anche il trequartista. Giocavo così pure con Marino nel primo campionato a Udine. Mi adattavo, ma non era il ruolo che preferivo. Poi, finalmente, a Catania ho cambiato con Simeone nel 4-4-2 e con Montella nel 4-3-3 . Anche per questo ho avuto qualche problema al Genoa: gli schemi di Gasperini non prevedono il regista».
Ha fatto anche il portiere.
«Sì, è successo in un Catania-Lecce di tre anni fa: prima di un rigore all’ultimo minuto ho preso il posto di Carrizo, espulso. Nessuno voleva farlo. Ho parato il tiro di Corvia, poi ha segnato Di Michele».
Dai tempi di Empoli lei è un grande amico di Totò Di Natale : ha capito cosa farà da grande?
«Questo lo sa solo lui, lo vedo sereno, secondo me aspetterà fine stagione per decidere. Potrebbe benissimo continuare, domenica con l’Atalanta è rimasto in panchina solo perché era affaticato».
Solidarietà tra campani. Ma è vero che con Preziosi parlava in dialetto?
«Sì, e ci capivamo a meraviglia».
E con Pozzo?
«Il friulano è davvero difficile, mi limito a dire ogni tanto Mandi!».