Antonio Polito, Sette 8/1/2016, 8 gennaio 2016
PRONOSTICI DI CALCIO-POLITICA
Il campionato di calcio e quello della politica quest’anno si giocheranno sugli stessi campi. Fateci caso: le squadre che si battono per lo scudetto vengono proprio dalle città nelle quali i partiti a primavera si contenderanno la carica di sindaco. Roma, Milano, Napoli, Torino. Resta Firenze: lì non si vota, ma sugli spalti si seguiranno con trepidazione, insieme con le sorti della Viola, gli esiti della partita politica che si gioca a Roma il suo ex sindaco, Matteo Renzi. Tentiamo allora un pronostico parallelo (con l’avvertenza che la politica si può forse prevedere ma il calcio di sicuro no perché, come è noto, la palla è rotonda).
Milano. Il centrodestra appare sbandato e senza un leader, un po’ come il Milan. O al mercato di gennaio scova quel candidato vincente che per il momento non ha, oppure sarà molto difficile raggiungere la vetta. Il sogno di Berlusconi sarebbe l’acquisto di Del Debbio, già punta della squadra Mediaset ma restìo a rischiare la carriera in una partita a eliminazione diretta come il ballottaggio. L’alternativa al momento è Sallusti, un elemento roccioso e forte nel gioco di interdizione, ma che non ha lo spogliatoio dalla sua (in Forza Italia sono in molti a volersi prendere una rivincita per gli innumerevoli calci negli stinchi da lui ricevuti).
Il centrosinistra, dal canto suo, non gioca bene, ma ha la solidità necessaria per vincere. Proprio come l’Inter. Nella squadra del Pd il fuoriclasse non c’è, si sopperisce con numerosi buoni giocatori. Sala è più uomo d’ordine, da centrocampo. Francesca Balzani, seppure dall’alto dei suoi tacchi a spillo, è capace di pungere sulle ali (sfruttando la fascia sinistra in particolare). Se non si faranno la guerra, possono arrivare fino in fondo.
Roma. Qui il centrosinistra è a pezzi come la Roma. Difficile che lo si possa rimettere in piedi in pochi mesi. Il centrodestra è invece simile alla Lazio, roba da metà classifica. Così che la vera sorpresa potrebbe venire dai Cinque Stelle: dalla B alla lotta per lo scudetto in pochi anni, anche grazie alla pessima prova amministrativa che hanno dato sia la destra con Alemanno, sia la sinistra con Marino.
Napoli. Il candidato che più s’ispira al gioco di Sarri è certamente de Magistris. Il sindaco uscente, che appena un anno fa sembrava spacciato, è riuscito con un mix di fantasia e spregiudicatezza a riconquistare i favori del pubblico partenopeo, del resto facile all’entusiasmo. I concorrenti sono due: uno è Gianni Lettieri, scugnizzo nato e cresciuto a Napoli come Insigne, certamente brillante e popolare, ma che ha sempre bisogno di avere affianco una punta di peso capace di far gol. Cinque anni fa quella punta c’era, si chiamava Berlusconi, ma Lettieri fallì l’occasione. Quest’anno il centrodestra praticamente non c’è e Lettieri dovrà provare a segnare da solo. L’altro sfidante sarà presumibilmente Bassolino, una vecchia gloria, un po’ come se Careca tornasse in campo. Carisma e classe ci sono ancora, ma la forma non è più quella di una volta. Riprendesse a segnare, sarebbe un miracolo. Ma a Napoli i miracoli, come si sa, non si possono escludere.
Gusto della sfida. Infine Torino. Qui la partita sembra segnata. Fassino è la Juve, l’usato sicuro, parte piano ma arriva sempre fino in fondo. Anche se il vero juventino in campo è Giorgio Airaudo, tifoso bianconero sfegatato, pensate che era all’Heysel in quella notte terribile di trenta anni fa. Da non sottovalutare la candidata dei Cinque Stelle, Chiara Appendino, trentunenne e bocconiana: non so se tifa Torino ma potrebbe, per quel gusto della sfida, quell’aria da Davide contro Golia, che a un certo milieu torinista, un po’ pop e un po’ snob, è sempre piaciuta molto.
Resterebbe la Fiorentina. Il mio pronostico è il seguente: ha più chance Renzi di uscire dalle urne di giugno ancora in testa alla classifica, che la Viola di restarci fino alla fine del campionato.