Pietro Acquafredda, Anno Santo 1925. Il Corriere della Sera. Milano, 28 ottobre 1924, 28 ottobre 1924
Giubilei– Non vorremmo che verso la fine dell’anno ci fosse a Roma la “crisi dell’Anno Santo”
Giubilei– Non vorremmo che verso la fine dell’anno ci fosse a Roma la “crisi dell’Anno Santo”. C’è tanta esaltazione di preparativi commerciali per questo avvenimento, che non ci sarebbe da meravigliarsi se poi, tirate le somme, molti di quelli che contano di diventar milionari con i pellegrinaggi, fossero ridotti a mettersi le mani nei capelli. Esaltazione è la parola giusta. Quel signor Andreotti, arrestato l’altro giorno per aver fatto correre il rischio a 40 famiglie di coinquilini di morire sotto le rovine della propria collettiva magione (dolcezza di questi possessi in comune...) ci sembra un po’, diciamo così, il tipo dell’Anno Santo. Della casa comprata in comproprietà con gli altri abitatori, egli possedeva l’ultimo piano. Uomo di commercio, l’imminenza dell’avvenimento gli aveva fatto alzar le speranze, e le alzate speranze lo avevano eccitato ad alzare anche un piano della casa; e, senza chiedere né consensi, né permessi, s’era affrettato a far portar su tanto “materiale” da costruzione, che un brutto giorno, sotto l’eccessivo peso, il terrazzo minacciò di scendere frettolosamente un piano sotto e via via tutta la casa ridursi ad una rovina non priva di storicità. Iddio perdonerà le esclamazioni incongrue dei pellegrini. Ma chi coglierà l’occasione del 1925 per rimanere a Portichetto, metterà da parte i denari per visitare la magnifica Roma del 1926 e avrà forse accresciute le garanzie per la sua parte di Paradiso. (Anno Santo 1925. Il Corriere della Sera. Milano, 28 ottobre 1924)