VARIE 25/1/2015, 25 gennaio 2015
APPUNTI PER GAZZETTA - UN ALTRO GIOIELLIERE CHE HA AMMAZZATO UN ALTRO RAPINATORE
REPUBBLICA.IT
"Non volevo uccidere, ma mandarli via. Ho fatto di tutto per proteggere la mia famiglia, mia figlia e mia moglie". E’ il racconto di Rodolfo Corazzo, il commerciante di gioielli che ha ucciso uno dei tre rapinatori entrati nella sua casa di Lucino di Rodano (Milano). La ricostruzione della dinamica e il curriculum del rapinatore morto sembrano dar ragione a Corazzo, tanto che il procuratore aggiunto Alberto Nobili, già poche ore dopo i fatti, afferma: "Siamo nell’ambito della legittima difesa".
Milano, gioielliere spara al rapinatore: la villa dello scontro a fuoco
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La caccia ai complici. La dinamica di tutto quanto è accaduto nella villetta dell’hinterland, i dieci colpi sparati, la razzia e la fuga sono esaminati dai carabinieri che stanno cercando i compagni del rapinatore ucciso, Valentin Frokkaj, albanese 37enne, già ricercato da polizia e carabinieri. In attesa della relazione dei militari, in procura il fascicolo d’indagine è a carico di ignoti. "Stiamo indagando - ha detto il comandante provinciale dei carabinieri Canio La Gala - E’ in corso una battuta per cercare i complici". Non lontano dalla villetta è stata anche trovata una Golf che risulterebbe rubata. Dalla casa, invece, manca una Smith&Wesson calibro 357 Magnum. E’ molto probabile che i banditi l’abbiano portata via. E che, oltre alle proprie armi, possano contare anche su quell’ulteriore pistola.
La vittima. E’ stata identificata nel corso della notte. Frokkaj, spigano gli investigatori, era un ricercato "di un certo spessore". Era evaso il 7 maggio 2014 dal carcere Pagliarelli di Palermo dove stava scontando una condanna all’ergastolo per l’omicidio di un connazionale commesso il 23 luglio 2007 a Brescia e la sua fuga causò una gigantesca caccia all’uomo. Il 37enne era già evaso il 2 febbraio 2013 dal carcere di Parma (insieme con un altro detenuto albanese) ma era stato catturato il 14 agosto dell’anno successivo dai carabinieri di Cassano d’Adda (Milano).
Spara e uccide uno dei ladri, i protagonisti e la villetta di Rodano
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Corazzo: "Hanno sparato 6 colpi, io tre". Nello studio del suo avvocato, Corazzo ha incontrato i giornalisti per dare la sua versione dei fatti. "Gli avevo dato tutto - ha detto, commuovendosi più volte - ma loro insistevano minacciandomi. Hanno cercato anche di intimidire mia figlia che ha 11 anni, l’hanno portata al piano di sopra e le hanno detto: ’Se tuo papà non ci dice dove sono i soldi gli taglieremo le dita’". In tutto la famiglia è stata tenuta ostaggio un’ora e mezza: "Hanno sparato sei colpi con una pistola che io avevo nel caveau - racconta ancora l’uomo - Io ho sparato solo tre colpi, i primi due sono andati a vuoto, con il terzo ho colpito uno di loro, ma senza prendere la mira". La conclusione dell’uomo è: "Grazie a Dio avevo un’arma addosso, se non fossi stato armato ci avrebbero uccisi, ne sono certo".
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Salvini: "Se l’è cercata". "Un commerciante, aggredito da tre rapinatori al suo rientro a casa, ha sparato e ucciso uno dei ladri, e messo in fuga gli altri due. Si è difeso, ha fatto bene! Spiace per il ladro morto, ma se l’è andata a cercare": Matteo Salvini, segretario federale della Lega affida a Facebook, il commento al fatto di cronaca. Identico il commento del presidente della Regione, Roberto Maroni, che aggiunge: "Se la procura dovesse cambiare l’accusa da legittima difesa a eccesso colposo in legittima difesa, ricordo che abbiamo una norma per il patrocinio legale gratuito".
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Petrali e Sicignano. "Non ho dormito tutta la notte, ho rivissuto quello che è accaduto a me e pensato a chi si è dovuto trovare nella mia stessa situazione": sono le parole di Francesco Sicignano, il pensionato che poco più di un mese fa sparò e uccise un ladro in casa sua a Vaprio d’Adda. Giovanni Petrali, il tabaccaio che nel 2003 sparò contro
due rapinatori uccidendone uno e ferendone un altro, è andato a Rodano per testimoniare la sua "solidarietà" a Corazzo: "Ho subito 9 anni e mezzo di processi - racconta a fotografi e giornalisti radunati davanti alla villa - ma lo rifarei". Petrali in appello è stato assolto.
CINQUANTAMILA
Il gioielliere Rodolfo Corazzo ha ucciso con un proiettile al cuore il rapinatore che voleva entrare nella sua villa. «Ho solo difeso mia moglie e mia figlia»
Corriere della Sera, mercoledì 25 novembre 2015
«Volevo difendere la mia famiglia. Mi spiace che una persona sia morta, non era mia intenzione ucciderla. Ma eravamo gravemente in pericolo». Rodolfo Corazzo, commerciante di gioielli, ripete la sua «difesa» prima di andare in ospedale a farsi medicare.
Era successo il 20 ottobre a Vaprio d’Adda, quando Francesco Sicignano aveva ammazzato un ladro albanese. Si è ripetuto ieri, a una trentina di chilometri di distanza, sempre in provincia di Milano: questa volta a Rodano, nella frazione di Lucino, al civico 12 di via Matteotti, dove poco prima delle 21 un altro proprietario di casa ha colpito un bandito. Con un unico proiettile al cuore, esploso dalla sua pistola: Corazzo dovrebbe avere un regolare porto d’armi, voluto per difendersi dai «furti subiti nel tempo». In soggiorno, al piano terra, è rimasto il cadavere di un uomo, sui trent’anni (a tarda serata età e nazionalità non erano ancora note), che era coperto in viso (forse da un passamontagna) e che indossava guanti per non lasciare impronte. È caccia ai due complici. La versione resa dal commerciante, titolare di una società a Milano in corso Venezia e collezionista di armi, è al vaglio degli investigatori. Stando al suo racconto è rientrato a casa in scooter, ha aperto il cancello, ha parcheggiato il motorino, ha varcato la porta e si è accorto di avere alle spalle delle persone. Erano i malviventi. Nell’abitazione, una grande villa a due piani, c’erano la moglie e la figlia, di dieci anni. Un bandito ha puntato un’arma contro la bimba e ha ordinato a Corazzo, appassionato di arti marziali, di consegnargli l’oro in suo possesso. Il commerciante, seguito dai malviventi (forse due, mentre il terzo teneva in ostaggio moglie e figlia), si è trasferito nelle stanze dove custodisce i preziosi e ha «obbedito». Ma nel vagare per la casa, uno dei banditi si è accorto della presenza di altri gioielli e si è infuriato contro Corazzo, picchiandolo con pugni in viso e accusandolo di aver voluto nascondere parte del «bottino». Il commerciante ha esploso un colpo in aria, nella speranza di «convincere» i banditi ad andarsene. Ma loro hanno impugnato le pistole e hanno «risposto». I vicini di casa hanno riferito di aver udito il frastuono di una sparatoria. Corazzo ha schivato i proiettili, ha mirato un bandito e l’ha centrato mettendo in fuga i complici. I carabinieri, con il comandante provinciale, colonnello Canio Giuseppe La Gala presente sul posto, insieme al pm Grazia Colacicco cercano conferme alle parole del commerciante. La villa dispone di un sistema di videosorveglianza. I malviventi lo sapevano e hanno chiesto a Corazzo, che si allena al mattino in palestra con lunghe sedute, di disattivare le telecamere, che comunque avrebbero ripreso l’entrata in scena dei banditi. «Parlavano italiano ma forse erano dell’Est Europa». Vicino a via Matteotti è stata trovata una Golf rubata in provincia di Brescia a inizio ottobre.
Andrea Galli e Cesare Giuzzi
LA REPUBBLICA MASSIMO PISA
MASSIMO PISA
MILANO.
Come a Vaprio d’Adda, un mese dopo. Una villetta di paese, tre ladri in azione, il padrone di casa che spara e ne uccide uno. Ma diversamente dalla tragica nottata tra il 19 e il 20 ottobre scorsi, quando il pensionato Francesco Sicignano freddò con un colpo di pistola l’albanese Gjergj Gjoni, mandato in avanscoperta dai due complici che aspettavano in giardino, il brutto film andato in scena ieri sera a Rodano ha contorni ancora più efferati. Quelli di un’azione pianificata, di un sequestro all’ora di cena davanti a una moglie e a una figlia di dieci anni che si vede puntare una lama alla gola, e di un conflitto a fuoco con la vittima che avrebbe — ma gli elementi raccolti dai carabinieri del comando provinciale di Milano, guidati sul posto dal colonnello Giuseppe Canio La Gala, non sono ancora nitidi — reagito al fuoco degli assalitori. Ammazzandone uno. Trentenne, forse, ma per l’identità certa ci vorranno i riscontri sui polpastrelli. «Non era mia intenzione uccidere, volevo solo difendere la mia famiglia» la giustificazione di Rodolfo Corazzo, gioielliere 59enne di Melzo, primo hinterland milanese, uno degli orologiai più conosciuti del capoluogo. Proprietario insieme a un socio di Le Caveau du temps commercia da una trentina d’anni i principali marchi mondiali.
Lo hanno, dunque, e non per caso, aspettato sotto casa. Erano in tre, fuori dalla villetta di via Giacomo Matteotti a Lucino di Rodano, frazione di questo piccolo centro di meno di 5mila abitanti, dove i furti e le rapine in casa «sono il nostro primo problema — spiega il sindaco Danilo Bruschi — ma ultimamente erano pure in calo». Corazzo viene assalito appena scende dalla sua auto, costretto ad aprire il cancelletto e la porta di casa. Ma ci sono due cose che di lui i ladri non sanno, o hanno sottovalutato. La prima è che Corazzo è maestro di karate. La seconda è che il 59enne gioielliere ha una Glock regolarmente detenuta con sé, come prudenza del mestiere consiglia, oltre a una piccola collezione di armi. È a quelle che gli assalitori — che avrebbero parlato con accento dell’est — puntano appena entrati nella villetta rosa a due piani. Oltre che ai soldi e ai gioielli.
Corazzo, secondo quello che racconterà agli investigatori del gruppo di Monza, è calmo. Dice alla moglie e alla bambina di collaborare. Ma i tre figuri incappucciati non sono soddisfatti da quello che trovano. Alzano la voce. Puntano la figlia, avvicinano il coltello alla sua gola. Uno schiaffeggia in faccia l’orologiaio. E succede quello che il trio non aveva calcolato. E cioè che Corazzo reagisce. Spara - è sempre la sua versione - un colpo in aria. Da una delle armi appena trafugate parte non meno di uno sparo, che va a vuoto. Di sicuro la vittima risponde. Uno dei rapinatori cade sul pavimento fulminato, gli altri due scappano, nessun altro si fa male. La chiamata al 118 parte alle 20.54 ma quando arrivano, i lettighieri lo trovano già cadavere. Arriva il pm di turno e l’avvocato di Corazzo. E comincia una lunga notte.
RICOSTRUZIONE DEL GIOIELLIERE
QUESTI SONO ENTRATI INCAPPUCCIATI CON I GUANTI E CON LA PISTOLA IN GARAGE. IO HO LA MIA NELLA GIACCA MA ERA COPERTA DA UN GIACCONE MOLTO SPESSO MI HAN FATTO ACCOMODARE IN CUCINA SUL DIVANO HO FATTO PRATICAMENTE QUELLO CHE DICEVAN LORO VOLEVAN DENARO VOLEVAN SOLDI M’HAN DETTO CHE NON FACEVANO MALE ALLA BAMBINA NE A MIA MOGLIE IO HO DETTO FATE QUEL CHE VOLETE PRENDETE QUEL CHE VOLETE NON MI INTERESSA HANNO PRESO DEI SOLDI MIA MOGLIE ERA SEDUTA AL TAVOLO DA PRANZO CON MIA FIGLIA IN BRACCIO SI RIVOLGEVA A E ME E MI URLAVA CHE IO DOVEVO DARGLI I SOLDI LUI NON ER AVENUTO PER NIENTE LUI SAPEVA CHE QUA C’ERAN DEI SOLDI E DEGLI OROLOGI E DELL’ORO PARLAVA DI ORO E LO VOLEVA A TUTTI I COSTI IO VOGLIO QUELLO CHE SONO VENUTO A PRENDERE E ME LO DEVI DARE MI HA DETTO PRATICAMENTE ADESSO VOI TRE VI SEDETE LI SUL DIVANO PARLATE TRA VOI VI LASCIO 2 MINUTI DI TEMPO E SE NON MI DATE QUELLO CHE VI CHIEDO VI APRO TUTTI E TRE E IN QUEL MOMENTO È USCITO E HA CHIUSO LA PORTA DELLA CUCINA SON RIMASTO SOLO CON LA MIA FAMIGLIA