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 2015  novembre 14 Sabato calendario

IL TERRORE ALLO STADIO – 

La prima esplosione alle 21.17. La seconda tre minuti dopo, mentre in campo e sugli spalti c’era invece un clima di calcio vero, e di festa, con migliaia di bandierine tricolori che sventolavano, accompagnando anche qualche ola. Due botti che sembravano le solite esplosioni da stadio, ma subito percepite come anomale. Anche se non hanno interrotto il gioco, né creato allarmismi. Solo a fine partita, e quando il presidente Hollande era già stato scortato verso il Ministero degli Interni, si è saputo dell’ondata di attentati che hanno colpito la capitale. E pure lo Stade de France. Un simbolo forte, dove la Francia del calcio nel ’98 si laureò campione del Mondo, facendo innamorare tutta una nazione, che si scoprì vincente e multietnica, grazie a quella generazione Black-Blanc-Beur, dei Zidane, Thuram, Barthez: diversi origini, uniti dallo sport.
colpito un simbolo Un simbolo che l’attacco dei terroristi ha tentato una volta per tutte di spazzare via, prendendo alla sprovvista le forze dell’ordine schierate dalla Prefettura come al solito per gestire i normali flussi di un evento sportivo che ha attirato allo stadio che ospiterà anche la finale dell’Europeo, 80mila persone. In pratica, il tutto esaurito. Doveva essere una festa. I tifosi hanno accompagnato con fervore la vittoria dei Bleus, iniziando però a percepire che qualcosa non andasse quando dopo le esplosioni sono arrivate dentro l’impianto gli echi delle sirene dei mezzi di intervento. E il rumore ravvicinato di un elicottero che ha cominciato a sorvolare lo stadio.
scappa hollande Il presidente Hollande, appassionato di calcio e come al solito in tribuna d’onore, è stato rapidamente scortato verso la capitale, dove stava scoppiando un altro inferno. Intanto in campo, la partita andava avanti facendo brillare la Francia, fino al 2-0 e al fischio finale. Una vittoria subito ridimensionata dalla drammaticità degli eventi che si propagava sui cellulari. Presente allo stadio anche il tecnico francese della Roma Rudi Garcia. Lo speaker dello stadio ha quindi annunciato che «in seguito a un incidente fuori dallo stadio» metà delle uscite erano bloccate, invitando tutti a dirigersi verso quelle rese sicure dalle forze di polizia. Quindi dalla parte opposta rispetto a dove si sono fatti esplodere tre kamikaze, uno vicino a un McDonald’s, il secondo davanti a un bar, il terzo nei pressi di una brasserie. I kamikaze indossavano cinture di esplosivo e bombole di gas. Avrebbero provocato cinque morti e una quarantina di feriti proprio nella zona davanti allo Stade de France. Per uscire dallo stadio inizialmente, la folla ha seguito le indicazioni, poi nel giro di dieci minuti gran parte dei tifosi è scesa sul prato. Colpa di un momento di tensione probabilmente in seguito a uno zaino abbandonato che ha provocato un movimento di riflusso. Ma in modo ordinato, senza panico. Una situazione durata almeno mezzora, mentre i giocatori rientrati negli spogliatoi scoprivano a loro volta la serie di attentati, seguendo le immagini dalle tv appese ai muri. Immagini che hanno subito richiamato quelle altrettanto gravi e drammatiche di gennaio, quando i terroristi avevano assaltato e sterminato la redazione del settimanale Charlie Hebdo.