R. Es., Il Messaggero 14/11/2015, 14 novembre 2015
DA MADRID A LONDRA, LE STRAGI NELLE CAPITALI
Madrid, Londra, Bruxelles e Copenaghen: ci sono anche altre capitali europee nelle cronache del terrore che l’estremismo islamico ha scritto col sangue negli ultimi anni sul Vecchio continente. Gli attentati più sanguinosi che si impongono al ricordo nella notte degli attacchi a Parigi sono le bombe di matrice islamica che l’11 marzo 2004 causarono 191 morti e oltre 2.000 feriti su binari e treni regionali di della capitale spagnola nelle stazioni di Atocha, El Pozo, Santa Eugenia. Vengono ricordati anche con la formula 11-M o M-11 in parallelo con l’ 11/9 delle Torri gemelle di New York 2001.
I PENDOLARI
Poco più di un anno dopo, il 7 luglio 2005, 52 pendolari furono uccisi in quattro attentati suicidi che colpirono, nell’ora di punta, tre diverse stazioni della metropolitana e un autobus a Londra. Due le rivendicazioni, entrambe attribuite a gruppi legati ad al Qaida, come risposta al coinvolgimento britannico in Iraq e in Afghanistan. Il 21 luglio seguono altre quattro esplosioni sulla metropolitana e su un autobus, ma solo detonatori, e non ci furono vittime. Poi altri attentati che hanno seminato il terrore in Europa: l’uccisione di tre studenti ebrei, un rabbino e tre militari a Tolosa, in Francia, nel marzo 2012 e due fanatici ispirati da al Qaida che uccidono a colpi di machete un militare britannico per strada a Londra nel maggio 2013.
Un anno dopo, un attentato antisemita: quattro morti al museo ebraico di Bruxelles causati a colpi di kalashnikov da un ex militare francese legato all’Isis. E si arriva a quest’anno, al 7 gennaio e alla strage (12 morti e 11 feriti) perpetrata al grido «Allahu Akhbar» contro la sede del settimanale satirico Charlie Hebdo a Parigi colpevole di aver pubblicato vignette giudicate blasfeme: prima delle stragi di Parigi di questa notte, era stato entrato nei libri di storia come l’attentato terroristico col maggior numero di vittime in Francia dopo quello del 1961 durante la guerra d’Algeria (che causò 28 morti). L’attentato era stato rivendicato da Al-Qaida nella Penisola Arabica, branca yemenita dell’organizzazione. Peraltro, il 9 gennaio, un complice degli attentatori si barricò in un supermercato kosher a Porte de Vincennes, uccidendo quattro persone.
Con il continente ancora scosso per quel sangue, un’altra capitale della libertà religiosa e di espressione viene colpita nel pomeriggio del 14 febbraio: Copenaghen, dove un attentatore uccise un civile e ferì tre poliziotti ad una conferenza in cui si celebrava la fatwa iraniana contro Salman Rushdie e la sua presunta blasfemia. La notte successiva ci fù un’altra sparatoria presso la sinagoga grande della capitale danese, dove si stava svolgendo una cerimonia ebraica, un «bar mitzvah»: un componente della comunità ebraica di 37 anni rimase ferito a morte.
R. Es.