13 novembre 2015
RAQQA - Un missile lanciato da un drone Usa avrebbe ucciso il 27enne Jihadi John in Siria, vicino alla ’capitale’ dello Stato Islamico, Raqqa
RAQQA - Un missile lanciato da un drone Usa avrebbe ucciso il 27enne Jihadi John in Siria, vicino alla ’capitale’ dello Stato Islamico, Raqqa. L’uomo - vero nome Mohammed Emwazi - è il londinese di origine kuwaitiana noto per essere il decapitatore ’ufficiale’ dello Stato Islamico. Della morte di Emwazi sono convinti gli Stati Uniti. Il portavoce del Pentagono ha parlato di "ragionevole certezza del successo della missione". Jihadi John era l’unico obiettivo di alto livello preso di mira nel raid a Raqqa, ha detto il portavoce Steve Warren. Il Daily Mail scrive che Jihadi John è stato "disintegrato" nell’attacco, mirato proprio alla sua uccisione. Il premier britannico David Cameron afferma però che non è ancora chiaro se il boia dell’Is sia stato ucciso nel raid. Fonti dell’Is, citate da Sky News online, sostengono però che Jihadi John è ferito ma ancora vivo. Inoltre, testimoni oculari a Raqqa hanno riferito a Sky di aver visto portare il jihadista in ospedale. Gli abitanti del posto hanno però riferito a Sky News che l’ospedale locale è stato chiuso al pubblico e secondo le stesse fonti questo accade solo quando un militante di alto livello è stato ucciso. Barbara Starr, corrispondente della Cnn dal Pentagono, in un collegamento ha spiegato che "fonti dell’Amministrazione credono di averlo colpito e di aver ucciso Jihadi John ma al momento questo non è assolutamente confermato ufficialmente perché non ci sono né truppe né personale di intelligence sul terreno (in Siria, ndr) dove è stato effettuato il raid. Nelle prossime ore, anche se (le fonti dell’amministrazione, ndr) sono convinti di averlo eliminato, faranno quello che accade in queste situazioni: cercheranno sui social media e monitoreranno le comunicazioni di Is in giro per il mondo per vedere cosa dicono e trovare conferme". Dalla zona di Raqqa arrivano le prime testimonianze di attivisti anti-Is, ma è impossibile avere conferme indipendenti data l’inaccessibilità della zona. Secondo queste fonti il tagliagole dell’Is "è stato ucciso accanto alla torre usata per le esecuzioni". Nel luogo del raid, "accanto al quartier generale Is e al tribunale della Sharia, "c’erano 3 auto bruciate". I jihadisti hanno isolato l’area dopo il raid avvenuto "poco prima della mezzanotte" Corbyn: "Meglio un processo". Secondo il leader del partito laburista, Jeremy Corbyn, a Jihadi John è stato presentato il conto "per i suoi crimini gretti e brutali", tuttavia "sarebbe stato di gran lunga meglio se fosse stato processato in un tribunale, piuttosto che ucciso". Parole che hanno suscitato molte critiche, riportate con grande rilievo da tutti i media britannici. Da più parti è stato ricordato a Corbyn che tra le vittime di emwazi ci sono due cooperanti britannici, decapitati lo scorso anno. Ma sulla sua posizione è in realtà anche la vedova di una di queste vittime, David Haines, Dragana, che tempo fa si era detta contraria all’ipotesi di uccisione del "boia" dell’Is, definendola una fine "troppo onorevole" per lui. I video delle decapitazioni. E’ Jihadi John, completamente vestito di nero, con una pistola in una fondina di cuoio marrone ed un coltello nella mano sinistra, a tagliare la testa a tutti gli ostaggi stranieri, a partire dall’americano James Foley, la sua prima vittima, il 19 agosto del 2014. A seguire Steven Sotloff, i britannici David Haines e Alan Henning, l’americano Peter Kassig e i giapponesi Haruna Yukawa e Kenji Goto. Da mesi ormai era in fuga e si pensava avesse lasciato la Siria. L’ultima volta che è apparso in un video era il 23 agosto scorso. Nelle immagini appariva per la prima volta a volto scoperto per minacciare: "Io sono Mohamed Emwazi. Tornerò presto in Gran Bretagna con il Califfo (il leader di Isis Abu Bakr al-Baghdadi, ndr)" dove "continuerò a tagliare teste e ad uccidere i (kafir) miscredenti". Di lui si erano perse le tracce a gennaio quando si fece ritrarre mentre decapitava il secondo ostaggio giapponese Kenji Goto, ultima delle sue sette vittime. Il primo fu il 19 agosto 2014 l’americano James Foley, seguito dal connazionale Steve Sotloff, i britannici David Haines e Alahan Henninh, l’americano Peter Kassig e il primo giapponese, Haruna Yukawa. Sulla testa di Jihadi John pende una taglia posta dagli americani di 10 milioni di dollari. Londra, il primo video di Jihadi John a volto scoperto Condividi