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 2015  novembre 07 Sabato calendario

PERISCOPIO

L’attico di Bertone è talmente grande che ci si sta in 8 per mille. Gianni Macheda.

In Vaticano si indaga anche sulle canonizzazioni. Pure lì c’è chi paga pr avere santi in Paradiso. Il rompi spread. MF.

Lenin si creò un suo marxismo personale, nel quale figurarono sempre due principi mai abbandonati: rivoluzione e non riforme; dittatura e non democrazia, princìpi che gli vennero non per dottrina ma per istinto. Panfilo Gentile, Democrazie mafiose. Ponte alle Grazie, 1997.

Le virtù degli adepti del nuovo dio Maastricht si misurano solo nelle cifre dei loro bilanci, in un Pentalogo, chiamato «parametri» (o criteri di convergenza) che fissa quali debbano essere «per sempre» i rapporti fra i cinque dati nei quali, in base al Trattato di Maastricht, è racchiusa la vita dell’umanità. Ida Magli, La dittatura europea. Rizzoli, 2010.

Ma quale party dei vip sulla terrazza con vista su Piazza San Pietro in occasione della canonizzazione di due papi? Mica c’era Scamarcio, mica c’era la Bellucci, al massimo Bruno Vespa. Io no, perché sono arrivato in ritardo, calpestando orde di polacchi sdraiati, ma la gente è stata inchiodata là dalle 10 del mattino alle 18 e 30, per andare al bagno bisognava scalare i tetti. E che dovevamo restare pure a digiuno, a espiare peccati sotto il cielo plumbeo? Che poi altro che banchetto, c’erano quattro pizzette rinsecchite e il vino nei bicchieri di plastica, tutto molto rural, strapieno di imbucati. Io mica ci ero andato per lavoro, ma per un fatto mio, religioso. Ho scattato le foto con l’iPhone, mentre i tanti giornalisti che c’erano chiacchieravano e basta. Comunque traboccava di gente anche la terrazza di fronte, eh. E poi boh, a me, questo Vallejo, non mi sembrava tutto ’sto corvo. Roberto D’Agostino (Giovanna Cavalli). Corsera.

Le ricerche di genetica di Cavalli Sforza confermano che in Italia v’è diversità di sangue oltre che di lingue tra un Settentrione d’Italia celtico e un Meridione mediterraneo. Al centro, poi, né gli uni, né gli altri, ma etruschi ed umbri. La partizione è confermata dai dialetti. Eppure mi preme più l’altra divisione, tutta verticale dell’Italia, tra Oriente e occidente, Adriatico e Tirreno. Geminello Alvi, Ai padri perdòno. Mondadori, 2003.

Alfio Russo, direttore del Corriere della Sera, passava delle ore, seduto in una delle due ampie poltrone di cuoio davanti alla scrivania, a leggiucchiare libri di memorie e storia contemporanea. Quando il telefono squillava, lo fulminava con una sguardo carico di ostilità e non rispondeva. Se qualche redattore s’affacciava titubante sulla sua porta, lui alzava appena un occhio buio dalle pagine che forse neanche leggeva, rispondendo di malavoglia a qualsiasi domanda quello gli ponesse: «Sì, sì, fai pure, è un problema da nulla». Enzo Bettiza, Via Solferino. Rizzoli, 1981.

Qualche settimana fa Newsweek ha dedicato un reportage a Venezia. Un po’ veritiero - il crollo demografico, i costi abitativi, il turismo giornaliero che non rende, perché in 25 anni i turisti che dormono in città sono calati di due terzi (dormono a Mestre, strano?), niente cinema nella città del cinema - e un po’ il ritratto consueto di come il mondo vede Venezia e l’Italia, e come le vediamo anche noi. Lo scandalo del Mose, l’alternativa secca tra Disneyland e andare lentamente a fondo. «The merchants are killing Venice», i mercanti stanno uccidendo Venezia, è un po’ come dire che Londra la rovina la City. Newsweek avrebbe votato Casson. Maurizio Crippa. Il Foglio.

Non vengo da una famiglia di musicisti, ne’ di artisti. Il mio papà era un grande civilista, pur se uomo così intelligente che avrebbe potuto fare tutto, anche il musicista, con successo. Io incominciai a studiare musica di nascosto ed ebbi il permesso da papà di fronte al fatto compiuto. Nella sua saggezza mi diceva: «La prospettiva del fallimento deve stare sempre innanzi. Un mediocre musicista è un fallito, un mediocre avvocato, no, può campare dignitosamente. Te ne rendi conto?». Paolo Isotta, La virtù dell’elefante. Marsilio.

Quando mio padre ritirò dalla prima media, dove mi aveva appena iscritto, l’elenco dei libri da comprare per la prima media, lo controllò con attenzione, perché non aveva i soldi per comprarli tutti, e quindi cercava di capire se poteva non comprarne qualcuno. Decide che il «vocabolario della lingua italiana» non era necessario: aveva ancora quello sul quale aveva studiato lui, ed era convinto che la lingua fosse sempre la stessa, da Dante in poi. Se una parola è stata usata da Dante, va bene per l’eternità. Si potrà mai rimproverare qualcuno di non scrivere bene in italiano, se scrive come Dante? Ferdinando Camon, La mia stirpe. Garzanti, 2011.

I bambini all’epoca di transizione sono portati in villeggiatura dopo un buon taglio di capelli e una leggera purga per purificare l’organismo disponendolo al «cambiamento d’aria». Le arie dei diversi luoghi sono ritenute diverse l’una dall’altra e occorre il passaporto della purga per trasmigrare da quella di città a quella di mare e viceversa. Paolo Guzzanti, I giorni contati. Baldini&Castoldi, 1995.

Camminiamo lungo le strade della vecchia Tbilisi che si precipitano verso i moderni vialoni centrali come dei torrenti appena prosciugati e sdrucciolevoli. Vecchissime acacie conficcate negli stretti marciapiedi hanno i tronchi che terminano in un groviglio di gonfiori. I rami raggiungono vetrate azzurre e color crema o terrazzi col solo parapetto sui quali si appoggiano convalescenti che prendono il fresco in pigiama. Tonino Guerra, La pioggia tiepida. Rusconi, 1984.

La leggenda è il rumore che sta sotto alla storia. A volte è un canto. A volte un grido. A volte un suono stridente. Andrea Carandini, archeologo. (Antonio Gnoli). la Repubblica.

Un vino non ha assolutamente bisogno di essere da messa perché lo si beva religiosamente. Philippe Bouvard, Journal drôle et impertinent (Diario buffo e impertinente). J’ai lu. 1997.

Oggi è la giornata più importante (per me) da quando scrivo lettere d’amore. La missiva sentimentale sarà spedita ad Alessandra Ghisleri (sondaggi). Ecco una breve anticipazione. Gentile dottoressa, sono innamorato di lei anche se li sbagliasse tutti, i sondaggi. Per quanto riguarda il movimento di Matteo Salvini ha qualche dato? A me risulta siano al 21 per cento a livello nazionale. Maurizio Milani, scrittore satirico, Lettere d’amore. Wingsbert House editore.

Mi lusingano solo le basse adulazioni. Roberto Gervaso. il Messaggero.

Paolo Siepi, ItaliaOggi 7/11/2015