Enrica Belloni, Oggi 11/11/2015, 11 novembre 2015
FAMIGLIA PEDON
FAMIGLIA PEDON –
Molvena (Vicenza), novembre
Guerrino vendeva olio, cibo e saponi a Molvena, ai piedi dell’Altopiano di Asiago. Saliva sulla bici, «una cassa di olio davanti e una di dietro» e bussava alle porte, mentre suo figlio Sergio seccava il sapone nel solaio di casa. Poi, nel 1965, dopo anni di sacrifici, i due realizzano il primo magazzino. E il giovane ha un’idea: «Papà, perché non ci mettiamo a vendere legumi? Lenticchie, fagioli…». Lasciata la bici in cantina, compra una Fiat 1100, quella del miracolo economico, e poi un furgone azzurro. Comincia così, da un’idea e da una lenticchia, la storia incredibile di una famiglia italiana, i Pedon. Che oggi sono leader europei nel loro settore, hanno filiali in quattro continenti ed esportano in 45 Paesi del mondo. Alla nascita dell’azienda, nessuno ci avrebbe scommesso una lira. Erano gli anni Sessanta, e i legumi erano considerati la “carne dei poveri”: in un Paese che ancora ricordava la miseria del Dopoguerra, la massima ambizione alimentare era portare in tavola la carne, ritenuta più nutriente. Oggi, è l’Organizzazione mondiale della sanità a invitarci a consumare più legumi, ricchi di proteine vegetali e fibre, e poveri di grassi. Pedon precorre i tempi e vince la scommessa; gli affari cominciano a crescere dagli anni 60 e i 70. Ma nell’estate del 1984, insieme al caldo in paese arriva il primo supermercato. La famiglia è preoccupata: «Non ci ruberà tutti i clienti?», ci si chiede. E si trova la soluzione: confezionare e vendere fagioli. Il 13 settembre, con la partenza del primo carico, nasce l’azienda Pedon: tra i tre fratelli, Sergio si occupa delle vendite; Franco cura l’amministrazione; Remo, il terzogenito, è addetto agli acquisti e alla produzione. Così, nel 1998 si inaugura il nuovo stabilimento di Molvena. L’anno dopo, Paolo, il figlio di Sergio, fa il suo ingresso in azienda. Con la terza generazione di Pedon si comincia a parlare di marketing, branding, comunicazione.
Cambia il logo e nasce Pedina, la lenticchia testimonial di tante campagne etiche, da Cesvi a Save the Children. L’azienda diventa leader in Italia nel mercato dei legumi e dei cereali. «Alla fine degli Anni 90 abbiamo capito quanto fosse importante assicurare ai consumatori la qualità dei prodotti lungo tutta la filiera», spiega Remo Pedon, amministratore delegato. «Perciò nel 2000 abbiamo creato la divisione Acos, per la produzione e vendita di macchine agricole, che ci garantisce livelli qualitativi e controllo totale. In questo modo si poteva debuttare sui mercati esteri». Le attività oltre frontiera sono gestite dalla terza generazione Pedon: come Mattia, il figlio di Remo, che a 19 anni si iscrive all’università di Canton. «È stata dura. Tante volte mi sono ritrovato sul letto a guardare il soffitto e domandarmi “Cosa ci faccio qui”, ma non volevo mollare». Atteggiamento giusto: Mattia è il primo italiano a laurearsi in cinese alla facoltà di Commercio internazionale e ora è manager di Acos Cina.
Istruzione in testa
La saga Pedon continua con lo sbarco in Africa: in Etiopia si inaugura il nuovo stabilimento. «Nel 2005, abbiamo aperto una scuola per i figli dei dipendenti e per i piccoli della comunità», racconta Remo. «È il nostro fiore all’occhiello: qui 250 bambini dai 3 ai 13 anni studiano in inglese e nella lingua locale. Forniamo libri, quaderni, uniformi, la mensa e un servizio bus. Un antidoto al lavoro minorile».
Il giro del mondo dei legumi Pedon prosegue e tocca il Sudamerica. Loris, figlio di Sergio, diventa il nuovo direttore organizzativo. All’approdo su nuovi lidi corrispondono nuovi prodotti. «Ci siamo adattati ai consumatori, che chiedono sempre di più cibi sani e pratici, e abbiamo creato mix a rapida cottura o ready-to-eat accompagnati da ricette e consigli di preparazione. Impieghiamo energia pulita e packaging sostenibili; il nostro punto di forza è la filosofia “dal seme allo scaffale».
Un’azienda etica
Durante Expo, Pedon ha partecipato all’iniziativa “Ecco la mia impresa” dedicata alle eccellenze italiane. Considerato che l’azienda esporta in 45 Paesi e promuove progetti umanitari, lo slogan “Nutrire il pianeta” le calza a pennello. «Produciamo in 5 continenti diversi, ma abbiamo a cuore lo sviluppo economico e sociale del territorio, il rispetto delle risorse», spiega Remo Pedon. Perciò abbiamo avviato Save the Waste, un progetto che coinvolge e sostiene le comunità agricole destinando risorse a fini etici e sociali. Dall’iniziativa è nata Crush Fagiolo (foto a sinistra, ndr), la prima carta ricavata dagli scarti della lavorazione dei fagioli, riciclabile al 100 per cento». Attenzione all’ecologia, tracciabilità, delocalizzazione con politiche rispettose del territorio, solidarietà. E, insieme, una crescita del fatturato, arrivato a 90 milioni annui, e la conquista della leadership nel settore. Chissà se Guerrino, pedalando sulla sua bici, ci avrebbe scommesso.