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 2015  novembre 09 Lunedì calendario

FONDAZIONE EINAUDI COMPRATA COME FOSSE UN0AZIENDA DI SALUMI

Anche le iniziative di Berlusconi che sembrano meno frivole, come quella proclamata di fondare una vera scuola di partito per formare una nuova classe dirigente, finiscono in vicende torbide e al tempo stesso grottesche, complice la sua visione mercantile della politica e della vita. L’ultima storia che oscilla tra l’arroganza e la comica finale è la “scalata” alla Fondazione Einaudi, come se fosse un negozio di barbiere o una salumeria. Fondata nel 1962 dopo la morte di Giovanni Malagodi in nome del secondo presidente della Repubblica Luigi Einaudi, con soci storici la Banca d’Italia, le Generali, Unicredit e Banca Intesa, l’Einaudi è un’istituzione piuttosto prestigiosa che, nonostante la scarsità di mezzi, fa un’attività culturale e custodisce una biblioteca di 25 mila volumi. Berlusconi (il prototipo dell’ antiliberale) decide di prendersela con un obolo: circa 220 mila euro, di cui 45 mila versati personalmente e il resto da un gruppo di suoi amici, come Paolo Scaroni, ex presidente di Enel e Eni, Giuseppe Recchi, presidente di Telecom Italia, Claudio De Albertis, presidente dei costruttori, Alberto Bombassei, presidente della Brembo e altri minori, come Massimo Blasoni, vicecoordinatore di Forza Italia in Friuli, che deve far dimenticare l’intimità con Denis Verdini. L’operazione è affidata all’onnipresente Gianni Letta, che è amico del presidente in carica Mario Lupo, il quale è ora considerato un traditore dai presidenti emeriti Roberto Einaudi, nipote di Luigi, e Valerio Zanone, ex segretario del Pli ed ex ministro.”Una fondazione culturale – ha detto Roberto Einaudi a Concetto Vecchio – è un oggetto che non può essere svenduto, né un’impresa che può essere acquistata”. Roberto Einaudi è un gentiluomo quasi ottantenne, cui mai nella vita era capitato di essere zittito come è capitato nell’assemblea del ribaltone, nella quale peraltro erano assenti i soci storici. Per cui si attendono strascichi giudiziari. Tra le clausole che Berlusconi ha inserito nella singolare transazione ce ne è anche un’altra: che nel consiglio, con Scaroni, entri anche un tale Andrea Ruggieri. Chi è costui ? E’ uno dei nuovi prediletti del Cavaliere, che vanno e vengono, finché non lo mettono nei guai come capitò, ad esempio, con Lavitola e Tarantini. Nipote di Bruno Vespa, si dichiara ex avvocato, giornalista e autore televisivo, non molto dovizioso visto che il capo ha deciso di accoglierlo tra i soci della Fondazione per soli 5 mila euro. Compagno di Anna Falchi (che definisce “invidiabile fidanzata”), amante del vodka-martini e del tennis, come si dichiara, qualche mese fa prese il posto di Deborah Bergamini con l’incarico di selezionare i volti nuovi di Forza Italia da mandare in televisione per le ospitate. Poi si è inserito nel periclitante cerchio magico del cavaliere. Ora che è in carriera si presenta addirittura come un misconosciuto politologo. A Dagospia, che lo sfotteva un po’ trattandolo come un disoccupato di lusso con una “invidiabile fidanzata” e relative paparazzate, ha scritto a difesa del suo ego: ”Tra le tante idee che solo chi fa tv può avere, potrei testare la mia recente ideazione di una nuova piattaforma di comunicazione che consentirebbe ai partiti di tagliare le loro costosissime spese di funzionamento e campagne elettorali”. Insomma, Einaudi e Zanone si tranquillizzino: Berlusconi e Letta hanno scovato l’uomo giusto al posto giusto in una Fondazione di cultura politica indipendente. a.statera@repubblica.it
Alberto Statera, Affari&Finanza – la Repubblica 9/11/2015