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 2015  novembre 10 Martedì calendario

VICOLI «A

Roma io Francesca, la mia compagna, abitavamo all’Eur. Città splendida Roma, ma caotica, piena di traffico, difficile da vivere. A Firenze invece abito in pieno centro, zona Tornabuoni. Passeggio per i vicoli, mi perdo tra i mercatini» (Davide Astori).

SPAGNOLI «L’Inter mi ha dato la possibilità di essere stato il primo giocatore spagnolo a trasferirsi in Italia, nel 1961. L’anno dopo mi seguì Luis Del Sol che andò alla Juventus. Accettai un grande rischio. Venivo dal Barcellona che aveva vinto tantissimo anche a livello europeo, mentre l’Inter non aveva ancora una dimensione internazionale» (Luis Suarez).

REGOLE «Un ct deve essere della stessa nazionalità della Nazionale che dirige. Dovrebbe essere una regola della Fifa. Se lo devono essere i giocatori, perché non vale lo stesso per un allenatore?» (Manuel Pellegrini).

FRITTO MISTO «Da tifoso della Nazionale vorrei dirlo a tutti i tifosi: ricordiamoci da dove veniamo. Il restringimento dell’area di pesca, che già condizionò Lippi e Prandelli, è andato avanti e comincio a temere che non sia arrestabile. La generazione di Berlino è agli ultimi fuochi, un’altra così forte deve ancora apparire all’orizzonte. Non si possono chiedere a Conte ostriche e aragoste, se la deve cavare con un fritto misto» (Gianni Mura).

OSCURO «In Inghilterra il lavoro oscuro è più apprezzato» (Morgan Schneiderlin, centrocampista francese del Manchester United).

RICORDI «Dzeko mi ricorda Roberto Bettega. Tecnico, difendeva il pallone, faceva salire la squadra» (Fulvio Collovati).

SUICIDI «Paulo Sousa ha scelto il gioco come propellente per migliorare i calciatori e deterrente per fermare gli avversari, il gioco e la squadra sono al centro del progetto e così si va contro la nostra storia. Appena perderà i conservatori lo accuseranno di incapacità tattica. Se poi perderà per un contropiede, scriveranno: un suicidio, vinceva e attaccava» (Arrigo Sacchi).

SBLOCCARE «In questi quattro anni ho raccolto tanto. Fino a Londra ero un’atleta di punta ma non avevo vinto molto. Arrivavo in fondo ma mi mancava il guizzo. Il primo Mondiale vinto nel 2013 mi ha sbloccato, ho rivinto nel 2014. Come il calciatore che non segna mai e poi quando comincia non si ferma più» (Arianna Errigo).

MACCHINE «Il mio corpo è come una macchina: più cammina, meglio funziona. La mia età non mi dice di smettere» (Zlatan Ibrahimovic).