Furio Colombo, il Fatto Quotidiano 6/11/2015, 6 novembre 2015
ADDIO AD ADELE CAMBRIA PICCOLA, FRAGILE SIGNORA DEL GIORNALISMO
Chi ha fatto il giornalista a Roma, a cominciare dagli anni Cinquanta, non è mai riuscito a essere “sul posto” di qualunque evento, di politica, di cultura, di cronaca, senza incontrare Adele Cambria che era già arrivata. Ma questa piccola donna (fisicamente graziosa e minima) aveva la duttilità straordinaria di coprire il piccolo e il grande evento, lo scontro a fuoco e la prima teatrale, con la stessa dignitosa attenzione, lo stesso rigore, di fonti giuste e di notizie verificate.
Se l’avessi avuta allora in un giornale, non avrei saputo a quale settore assegnarla. Un evento di “nera” poteva essere per lei l’occasione di aprire e di seguire un percorso, a cominciare dalla accurata ambientazione del come e dove tutto comincia.
E una sfilata di moda non solo non era banale nei suoi articoli, ma diventava un evento con i riferimenti culturali, quelli sociali, ma anche le voci e il “che cosa c’è dietro” di cui gli specialisti non si sarebbero curati.
Colpiva la sua gentile natura schiva, che sembrava indurla ad accettare con prudenza i suoi limiti (così piccola e fragile) e la sua ferma tenacia per cui non rinunciava mai, non accettava gli ostacoli e i dirottamenti, non si perdeva nella gentilezza sua o degli altri. Dai giorni del femminismo a quelli che hanno cambiato l’Italia (e lei non era tra gli entusiasti, in questi anni) Adele Cambria, giornalista, scrittrice, testimone fidata e partecipante carica di idee e di opinioni, è sempre stata presente. Amicizia, stima, rimpianto.
Furio Colombo, il Fatto Quotidiano 6/11/2015