varie, 30 ottobre 2015
MAI «Mai mangiato così tanto in vita mia…» (Sebastian Vettel e la sua stagione alla Ferrari). MODESTIA «Io sono, e scusate la modestia, la persona migliore per guidare il mondo del calcio» ha spiegato Le Roi
MAI «Mai mangiato così tanto in vita mia…» (Sebastian Vettel e la sua stagione alla Ferrari). MODESTIA «Io sono, e scusate la modestia, la persona migliore per guidare il mondo del calcio» ha spiegato Le Roi. «Sono l’unico ad aver una visione d’insieme di tutte le componenti che compongono il nostro mondo» (Michel Platini). SPORCO «Con Panatta ci siamo conosciuti che eravamo ragazzini, abbiamo condiviso l’esperienza del college a Formia e per due anni anche la stessa casa romana. In campo eravamo complementari: a me toccava il lavoro sporco e lui poi arrivava a rete a dare il “colpo di ciuffo” con la sua “veronica”» (Paolo Bertolucci). PERCENTUALI «Il tennis è un gioco mentale per il 50%, fisico per il 45% e tecnico per il 5%» (Roger Federer). LOCO «Nella mia vita, fino a un certo punto, ho fatto un sacco di errori. Cazzate. Da piccolo ero un loco , un matto, mi arrampicavo sugli alberi e salivo sui tetti.Una volta sono uscito dal parabrezza della mia macchina lanciata ai 140 all’ora, non avevo la cintura, arrivai all’ospedale e non sentivo più la gamba» (Gary Medel). NORMALISSIMO «Sono un ragazzo normalissimo, che si sveglia, fa colazione, ama gli gnocchi al ragù, studia inglese, si allena al mattino e al pomeriggio, poi, alla sera torna a casa per dormire. Come capita a tutti, ci sono momenti in cui mi posso divertire di più e altri in cui devo lavorare sodo» (Andrea Iannone). PASSI «Ho studiato Baggio, Pirlo, Zola su YouTube e ho visto che prendevano una rincorsa di 4-5 passi. Con il tempo l’ho cambiata: prima era di lato, alla Beckham, adesso in diagonale» (Nicola Sansone). SUPER-SUB «Al City qualche volta non ho giocato, mi arrabbiavo e lui lo sapeva, ma lui non faceva mai differenze ed è giusto così. In Inghilterra a volte mi chiamavano “Super-Sub” perché entrando in corsa segnavo, non mi piaceva, però non è vero che sono stato felice quando Mancini è andato via» (Edin Dzeko). FAMIGLIA «Cosa mi mancherà di più? L’ambiente, in fondo questa è una grande famiglia. Puoi essere amica di una o dell’altra, ma per tanti anni frequenti le stesse persone e non sarà facile vederle sotto un’altra veste. E mi mancherà la competizione, l’adrenalina che ti dà entrare in campo, in particolare su un Centrale importante, è qualcosa di magico» (Flavia Pennetta).