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 2015  ottobre 27 Martedì calendario

PEDALA, LONDRA, PEDALA!


Per me «bicicletta» significa andare per strada in libertà: la sensazione dell’aria in faccia, il rumore delle ruote sull’asfalto, lo stridore dei freni in discesa. Ho iniziato ad andare in bici a 11 anni e a 12 facevo già le gare. Ho sempre amato questo senso di libertà. In una città come Londra non è facile provare la sensazione dello spazio, ma pedalare aiuta! Ho sempre apprezzato anche lo spirito di squadra: in salita aiuti lo scalatore, in piano il velocista.
Purtroppo un incidente abbastanza grave ha messo fine alle mie ambizioni di ciclista professionista e poco dopo mi sono buttato nel mondo della creatività. Ma il ciclismo mi ha insegnato tante lezioni di cui ho fatto tesoro per il resto della mia vita. Seguo ancora con passione questo sport e di tanto in tanto faccio qualche uscita con la mia bici. Siccome la mia agenda è molto fitta, non vado spesso quanto vorrei. Mi alzo molto presto alla mattina e lavoro fino a tardi, e perlopiù sono in aereo... Ma quando faccio un giro in bici mi godo ogni istante. Se vedeste le foto nel mio ufficio, vi rendereste conto di quante ne possiedo! Ne ho anche una a scatto fisso per andare in giro a Londra e una da strada nella mia casa in Italia, che uso quando sono lì in estate.
Ultimamente a Londra è esplosa la passione per la bici. Se mi avessero chiesto 15 anni fa le prospettive di crescita dell’interesse per il ciclismo nel Regno Unito, avrei risposto con una buona dose di scetticismo. Le grandi corse, come il Giro d’Italia o il Tour de France, non sarebbero mai state trasmesse in tv: questo avrei detto. Ora invece è diverso. L’anno scorso il Tour de France è partito da Leeds, nel Nord dell’Inghilterra, riscuotendo un grande successo di pubblico. E anche lo spazio riservato al ciclismo nei media tradizionali e in tv aumenta a vista d’occhio.

Le Olimpiadi di Londra 2012 e il successo della squadra britannica nel velodromo hanno sicuramente contribuito all’aumento dell’interesse per questo sport. E la passione del Paese per il ciclismo è senz’altro stata alimentata anche dalle vittorie di atleti del calibro di Chris Hoy, Bradley Wiggins, Mark Cavendish e Chris Froome, sia su pista sia su strada. Ho la fortuna di avere molti amici nel mondo del ciclismo professionistico ed è stato stupendo assistere alla crescita della popolarità di questo sport nel Regno Unito parallelamente alla fama di questi ciclisti.
All’inizio dell’anno ho disegnato la maglia del vincitore del Dubai Tour. Per festeggiare la giornata conclusiva della corsa abbiamo organizzato un evento in un «cycle café» nell’East End di Londra, il Look Mum No Hands. Abbiamo proiettato la corsa su schermi giganti e l’affuenza è stata grandiosa... E stiamo parlando del Dubai Tour: immaginatevi per il Giro d’Italia!
Un altro fattore che ha certamente contribuito alla diffusione di questo sport è il balzo in avanti nella qualità dell’attrezzatura e dell’abbigliamento. Soprattutto l’abbigliamento per il ciclismo urbano ha visto un grande sviluppo: bello, funzionale, comodo, impermeabile e antivento. Marchi come Rapha hanno dato un forte impulso a questo progresso. Dal lunedì al venerdì, ogni mattina le strade londinesi pullulano di ciclisti che si recano al lavoro, vestiti in lycra dalla testa ai piedi: è come un plotone che attraversa la città! Nel weekend, poi, molti degli stessi ciclisti vanno a pedalare in campagna. Escono dalla metropoli, magari verso il rinomato Box Hill nel Surrey o verso la costa a Brighton.
Quando abiti e lavori in una città così densamente popolata come Londra, un giro in bicicletta all’aria aperta nel weekend è proprio quello che ci vuole. Considerando anche quanto tempo le persone passano sedute alla scrivania davanti a un computer, si ha bisogno di altri modi per rimanere in forma.

Anche la praticità ha giocato il suo ruolo. Le strade cittadine sono sempre più affollate, quindi la comodità della bicicletta è impagabile. Questo trend non può che aumentare, come anche la passione per il ciclismo. Inoltre, poiché la popolazione di Londra aumenta vertiginosamente, e così pure anche i prezzi delle case, i confini della città si allargano sempre più verso l’esterno.
Molta gente che lavora in centro si è trasferita verso Est, a Hackney ad esempio, o a Sud del Tamigi, vicino a Camberwell. Molte di queste persone devono spostarsi quotidianamente da casa al posto di lavoro e viceversa, e la bicicletta si rivela un modo molto pratico e funzionale per farlo. Si evita così di doversi accalcare su un treno o di viaggiare in autobus su strade congestionate.
A Londra è stata anche introdotta nel 2003 la Congestion Charge, simile all’Area C di Milano: gli automobilisti devono pagare più di 15 euro (per la precisione 11,5 sterline) per entrare in città e anche il parcheggio ha un costo supplementare. Quindi la bicicletta rappresenta un’alternativa economica. Se si ha un mezzo decente, il giusto abbigliamento e – molto importante – un casco, la bici è un ottimo mezzo per spostarsi.
Però un fattore che la gente non deve trascurare è la sicurezza. Le strade di Londra sono affollate di auto, moto, camion e altri veicoli di ogni foggia e dimensione che sfrecciano ad alta velocità. Tutti sono sempre di corsa e si dimenticano facilmente dei ciclisti che si fanno strada in mezzo a loro. Gli ultimi sindaci di Parigi hanno dato l’esempio creando ottime piste ciclabili che consentono di pedalare in città in modo molto più sicuro. E sono lieto di poter affermare che anche Londra ha imboccato questa direzione, creando delle vere «autostrade ciclabili». Comunque ricordate: qualunque sia la vostra meta, pedalate in sicurezza!