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 2015  ottobre 24 Sabato calendario

TOUCHDOWN, BASEBALL ELIMINATO!

C’è uno slogan che resiste immutato da quasi un secolo e mezzo: il baseball è il national pastime (passatempo nazionale) degli americani. Un fatto. Così, il 27 ottobre andrà in scena per la 111ª volta l’evento sportivo più antico d’America: le World Series, le finali. Si giocano dal 1903 e non le hanno fermate neppure due guerre mondiali. Quando è capitato, nel 1994 (in verità, le avevano cancellate anche nel 1904), a causa dello sciopero dei giocatori, è stato un trauma. È l’anno in cui, secondo il parere di molti esperti, le Major League Baseball hanno perso d’incanto l’appoggio popolare. «È stato un vuoto che ha fatto arrabbiare la gente. Il momento chiave in cui il football ne ha approfittato per effettuare il sorpasso», spiega Jim Litke, rinomato editorialista dell’Associated Press.
Gli ascolti tv sono il termometro per avere il polso della situazione. Nel 1986 le WS ebbero la loro massima audience con una media di 36,4 milioni di spettatori. Dal ‘95 si è scesi sotto i 30 e, negli ultimi dieci anni, il calo è stato inesorabile: costantemente sotto i 20, fino al punto più basso, nel 2012, con 12,7 milioni. In verità, tra la fine di ottobre e il principio di novembre, quando si disputano le WS, non ci sarebbe la concorrenza degli altri sport. Il football Nfl gioca prevalentemente alla domenica, quello universitario al sabato e la Nba non sempre è iniziata. Litke chiarisce: «I rivali non sono gli altri sport, ma le mille distrazioni che trent’anni fa non esistevano. Nel 1986 c’era al massimo una dozzina di canali. Oggi le emittenti sono migliaia. Ci sono i computer, i tablet, gli smartphone e show di successo come Ballando con le stelle. A parte il football, tutti hanno subito una flessione». Il football è di un altro pianeta. Il Super Bowl attrae folle oceaniche in tv. L’ultimo ha il record Usa: 114,4 milioni. Per trovare in classifica un programma diverso, si deve scalare al 7° posto, occupato da M.A.S.H., grazie all’episodio finale: 106 milioni.
Ma non è solo questione di rating: un’idea sulla popolarità di uno sport la dà anche la ricchezza dei contratti firmati dai network tv. Dal campionato scorso, la Nfl ha frantumato ogni primato siglando un accordo con Cbs, Nbs, Fox ed Espn a 5 miliardi per nove stagioni: totale, 45 miliardi. In euro fanno 39,5 miliardi e rotti. Anche per il football c’è un punto di svolta: l’invenzione dell’Instant Replay, datata 1963. «La moviola è ciò che ha reso il football più attraente, il mezzo con cui ci si poteva finalmente “gustare” la violenza degli scontri fra questi superuomini», continua Litke. E quando a metà degli Anni 90 il replay è diventato più sofisticato, grazie a decine di telecamere in campo, il football (incluso quello di college) ha messo definitivamente la freccia.
Quello, però, è il periodo in cui è cresciuto drasticamente anche il basket. Le sfide fra i Lakers di Magic e Kareem con i Celtics di Bird hanno iniziato a infiammare l’opinione pubblica dalla seconda metà degli Anni 80. Ma se la Nba oggi fattura 5 miliardi a stagione (a ridosso della Mlb con 7,5 e molto indietro rispetto alla regina Nfl con 10), con la rosea previsione di essere presto il secondo sport d’America, lo deve soprattutto a Michael Jordan. «È la ragione per cui il basket è oggi la prima scelta fra gli studenti-atleti, in particolare quelli afro-americani». Sì, più del football. Colpa (o merito) della dottoressa Ann McKee, ricercatrice della Boston University, che nel 2013 ha associato il trauma cranico alla CTE, la Chronic Traumatic Encephalopathy (encefalopatia cronica da trauma), una grave malattia neurodegenerativa. «Se avessi un figlio maschio, non lo farei giocare a football», disse Barack Obama qualche tempo fa dopo aver letto gli studi della McKee. Uno spot alla rovescia per il football.
È una gara a tre. A quattro, se aggiungiamo l’hockey, buon fanalino di coda. Anzi, a cinque, perché il soccer, snobbato per anni come lo sport degli emigranti, nelle grandi occasioni come i Mondiali mette in ridicolo il National Pastime e la Nba. Usa-Giappone, la finale della Coppa del Mondo femminile della passata estate, ha stabilito il record per il calcio in tv: 26,7 milioni di spettatori. Più di gara-6 dell’ultima finale Nba fra Stephen Curry e LeBron James (23,3) e più di gara-7 delle World Series 2014 (23,5). Dietro soltanto alla finale basket college fra Duke e Wisconsin con 28,3 milioni.
E il futuro? Dicono appartenga al basket. A meno di uno sciopero o di un’invenzione che sconvolgano le previsioni.