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 2015  ottobre 26 Lunedì calendario

AMORI USCITI SUL FOGLIO DEI FOGLI DEL 26 OTTOBRE 2015


PAULINE Quando negli anni Venti conobbe Pauline Pfeiffer, senza petto, capelli corti e labbra dipinte, Ernest Hemingway, allora follemente innamorato di sua moglie Hadley Richardson, la snobbò come l’ennesima «ragazzina ricca e viziata». Ma Pauline era una ragazza molto determinata. A casa, negli Stati Uniti, suo padre e suo zio erano così ricchi che praticamente possedevano tutta la città di Piggott, Arkansas, e lei era cresciuta con la convinzione che avrebbe potuto avere tutto quello che voleva. E quello che voleva in quel momento era Ernest Hemingway, il giovane e attraente scrittore senza un soldo che doveva ancora sfondare nel mondo della letteratura. Così iniziò a frequentare la loro casa e a invitare tutta la famiglia Hemingway a cena, tanto sapeva che Hadley sarebbe rimasta a casa con il figlioletto Bumby e che così sarebbe restata sola con Ernest. La storia iniziò un giorno che Pauline lo invitò al suo appartamento: «Accadde tutto molto velocemente», disse Hemingway, «il sesso con lei diventò una specie di narcotico e mi ritrovai ad amarla come amavo mia moglie, le amavo entrambe». Quando Hadley si rese conto dell’affaire del marito si trasferì con il figlio in un altro appartamento e diede un ultimatum a Hemingway: se lui e Pauline Pfeiffer non si fossero visti per 100 giorni e dopodiché lui l’avesse ancora amata, lei avrebbe chiesto il divorzio. Pauline accettò la sfida e tornò negli Stati Uniti ma non ci fu bisogno di aspettare tutto quel tempo. Dopo 75 giorni Hadley presentò la richiesta di divorzio e Pauline organizzò il suo matrimonio con lo scrittore (Dailymail.co.uk 22/10, traduzione Dagospia).

POLIAFFETTIVI A Rio de Janeiro il notaio Fernanda de Freitas Leitão, qualche giorno fa, ha sancito la prima «unione poliaffettiva» tra tre donne: un’imprenditrice, una dentista e una dirigente amministrativa, età compresa tra i 32 ed i 34 anni, tutte benestanti e tutte pronte a promettersi «amore eterno», hanno assicurato loro al quotidiano O Globo, senza però rivelare i nomi per evitare ripercussioni sul lavoro. Una delle tre neospose: «Nel 2016 darò alla luce un bebè e questa unione è anche un modo per tutelare il nostro futuro, dandoci i diritti di cui godono tutti gli altri, a cominciare dalla licenza maternità». Qualche tempo fa, un’altro notaio brasiliano, Claudia do Nascimento Domingues, aveva già dichiarato «marito e moglie e moglie» una relazione composta da un uomo e due donne che, dal 2009, vivevano stabilmente sotto lo stesso tetto. In Brasile la poligamia è vietata ma da alcuni anni la Corte Suprema ha fatto giurisprudenza creando la fattispecie dell’«unione poliaffettiva» (Paolo Manzo, il Giornale 21/10).

GIULIETTA 1 Federico Fellini e Giulietta Masina si conobbero verso la fine del 1942, e fu amore immediato. Quella sera lei tornò dalla zia in preda a una visibile eccitazione e continuava a parlare di Federico Fellini. «È strano, misterioso», diceva. «È magro come uno scheletro. Sembra un fachiro, somiglia a Gandhi. È tutto occhi; ma sono occhi profondi, inquieti, indagatori». Anche Federico ne era stato colpito. A un suo caro amico, il pittore Geleng, disse: «È un peperino piccolo piccolo, mi piace tanto, mi fa tanto ridere». Il matrimonio venne fissato per il 30 ottobre 1943: lui aveva 22 anni, lei 21. In seguito, Giulia confidò che fin da bambina pensava a quel giorno. Sognava di indossare un abito bianco, con lo strascico, e si immaginava di entrare in una grande chiesa romana, passando tra due ali di una folla di parenti e amici, mentre l’organo suonava la marcia nuziale. Ma la realtà le riservò una cerimonia ben diversa. Molte vie erano pattugliate dai nazisti. La gente aveva paura di uscire di casa. E Federico era in una posizione illegale: avrebbe dovuto essere sotto le armi e invece, renitente alla leva, se ne stava a casa. Vicino all’appartamento della zia, abitava un monsignore molto anziano e non in buone condizioni di salute. Per questo aveva avuto il permesso di celebrare messa nella sua casa. Si chiamava Luigi Cornaggia Medici. Celebrò le nozze dei due giovani nel salotto del suo appartamento. C’erano una decina di invitati, tra parenti e amici. Nello stanzone c’era anche un vecchio armonium da chiesa e Riccardo Fellini, fratello di Federico, che studiava musica, suonò l’Ave Maria di Schubert (Renzo Allegri, Chi 22/10).

GIULIETTA 2 Un giorno un giornalista chiese a Fellini come ricordava il primo incontro con Giulietta. Il regista rispose: «Il nostro primo incontro non me lo ricordo, perché in realtà io sono nato il giorno in cui ho visto Giulietta per la prima volta» (ibidem).

PROTESI Pierfrancesco Favino a proposito della scena di Suburra in cui fa sesso con due donne: «Sono stato imbarazzatissimo. Prima abbiamo fatto una prova mezzi svestiti io, le ragazze, il regista e l’aiuto regista in una stanza d’albergo dove ci siamo ritrovati a discutere e mimare posizioni. Poi c’è stato il set, e lì c’era il cast al completo, compresi i truccatori che mi avevano applicato una protesi laggiù, per farmi stare più tranquillo» (Silvia Nucini, Vanity Fair 21/10).