Gianni Dragoni, IL, Il Sole24Ore 11/2015, 23 ottobre 2015
MA QUANTO È GRANDE LA FAMIGLIA MCKINSEY
A che cosa saranno serviti i consigli dati da McKinsey all’Alitalia per una parcella da 51 milioni di euro? A nulla, secondo i giudici che hanno condannato per bancarotta Giancarlo Cimoli, l’ex numero uno della vecchia compagnia pubblica. Tra le accuse, c’è una consulenza “straordinaria” a McKinsey costata 50,88 milioni. La multinazionale americana è considerata una delle lobby internazionali più potenti del mondo. Qualche anno fa, il settimanale Business Week ha parlato di un «alone mistico che circonda la società e i suoi uomini».
È un ex partner e direttore di McKinsey Yoram Gutgeld, l’economista (israeliano naturalizzato) è tra i più ascoltati consiglieri del premier Matteo Renzi. Sarebbe stato Gutgeld a suggerire al governo il nome del nuovo presidente e ad dell’Anas, Gianni Armani, dirigente di un’altra società pubblica, Terna, e che in precedenza ha lavorato a McKinsey. Tra le società che chiedono o hanno chiesto consigli alla multinazionale c’è Grandi Stazioni, che gestisce le principali stazioni ferroviarie, e c’è Finmeccanica. Nel Cda di Unicredit è entrata sei mesi fa l’americana Clara Streit, che è stata 12 anni in McKinsey, fino al 2014. È stato allevato lì anche Iacopo De Francisco, da giugno vicedirettore generale della Popolare di Vicenza. Gli ex McKinsey sono arrivati ai vertici delle società e banche più importanti: Paolo Scaroni, già a.d. di Enel ed Eni, Alessandro Profumo, ex ad di Unicredit, Corrado Passera, ex ad di Intesa Sanpaolo, poi ministro dello Sviluppo nel governo Monti, ora fondatore di un suo partito. Sono ex McKinsey l’ad delle Generali Mario Greco e l’ex ad di Borsa Italiana, Massimo Capuano. Vittorio Colao, ad di Vodafone, era alla McKinsey a Milano quando nel 1989 arrivò da Israele per uno stage estivo Gutgeld, che non ha più lasciato l’Italia.