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 2015  ottobre 22 Giovedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - TANGENTI ANAS E QUALCOSA SU SANREMO REPUBBLICA.IT ROMA - C’è anche il nome dell’ex sottosegretario alle Infrastrutture Luigi Meduri fra le 10 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del Tribunale di Roma

APPUNTI PER GAZZETTA - TANGENTI ANAS E QUALCOSA SU SANREMO REPUBBLICA.IT ROMA - C’è anche il nome dell’ex sottosegretario alle Infrastrutture Luigi Meduri fra le 10 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del Tribunale di Roma. Nell’inchiesta delle fiamme gialle, chiamata ’Dama nera’, sono coinvolti 5 dirigenti e funzionari dell’Anas della Direzione generale di Roma, 3 imprenditori, titolari di aziende appaltatrici di primarie opere pubbliche e un avvocato, oltre allo stesso Meduri. L’esponente politico ha ricoperto il suo incarico come membro della Margherita dal maggio 2006 al maggio 2008, durante il secondo governo Prodi, con Antonio Di Pietro ministro. Dal gennaio 1999 all’aprile 2000 era stato presidente della Regione Calabria. Meduri, nato a Reggio Calabria nel 1942, fino ad oggi era membro dell’assemblea nazionale del Pd, ma dopo l’arresto, la Commissione nazionale di garanzia del Partito democratico ha deciso di sospenderlo dall’albo degli iscritti e degli elettori e dagli organismi di cui fa parte con provvedimento immediatamente esecutivo. Meduri non è più in Parlamento dal 2006. "Pieno rispetto per gli indagati ma da parte nostra c’è la volontà di fare pulito: chi, in un’azienda pubblica, viene trovato a rubare non solo deve pagare ma deve essere cacciato senza ogni forma di perdono". E’ il commento del premier Matteo Renzi, in un’intervista al Tg2. ’La dama nera’. L’Autorità nazionale anticorruzione chiederà gli atti relativi all’inchiesta. Le ipotesi di reato sono: associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e voto di scambio. Sono in corso anche 100 perquisizioni, in undici regioni diverse. Il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, ha fatto sapere che il nuovo presidente di Anas, Gianni Vittorio Armani, è estraneo ai fatti e si costituerà parte offesa. "La mia sensazione leggendo le carte, Che sono prevalentemente, ma non solo, intercettazioni, è la sensazione deprimente della quotidianità della corruzione", ha aggiunto Pignatone che ha ricostruito i movimenti di Antonella Accroianò, una dirigente dell’Anas coinvolta nelle tangenti. "La principale indagata, chiamata la ’dama nera’, va in ufficio per lavorare - ha riferito Pignatone - ma il suo lavoro è gestire il flusso continuo della corruzione: c’è la borsa sempre aperta, arriva qualcuno e ci mette una busta. Tratta pure male i collaboratori, che non sono ritenuti all’altezza nell’avere a che fare con gli imprenditori per riscuotere le mazzette. La sensazione della lettura di queste carte è la quodidianità della corruzione vista come cosa normale", ha continuato Pignatone. Tangenti Anas, il blitz della Guardia di Finanza: gli arresti Condividi Assunzioni in cambio di voti. Secondo l’indagine la Accroianò, avrebbe chiesto a Meduri di aiutare la carriera politica del fratello, in Calabria. In cambio avrebbe offerto assunzioni in Anas. "Meduri era l’interfaccia politico di Accroglianò - ha spiegato il colonnello Cosimo Di Gesù del nucleo polizia tributaria di Roma - .In ballo c’era un pacchetto di voti a sostegno della candidatura del fratello al consiglio regionale della Calabria nel novembre 2014. La contropartita per la mancata elezione nelle liste dell’Udc sarebbe stata nell’intenzione della Accroglianò un importante incarico in una società partecipata dalla Regione Calabria". "A fronte di queste richieste Meduri chiedeva da un lato l’assunzione di due geometri in Anas, con lo sfruttamento di una azienda pubblica come meccanismo clientelare per favorire assunzioni. Dall’altro lato si poneva come intermediario con imprenditori arrestati, Costanzo e Bosco, rispetto al ritardo nel pagamento delle tangenti". Tangenti Anas, Pignatone: "Colpisce la quotidianità della corruzione" Condividi Corruzione. Meduri avrebbe svolto inoltre il ruolo di mediatore in un episodio di corruzione che chiama in causa i vertici dell’Azienda delle strade. Secondo l’accusa l’esponente politico avrebbe veicolato a due imprenditori precise richieste corruttive provenienti dai dirigenti della pubblica amministrazione. "Meduri ha certamente una funzione di supporto non indifferente - scrive il gip Giulia Proto nelle oltre 100 pagine di misura cautelare - dal momento che lui stesso richiama gli imprenditori ai loro illeciti doveri ove gli stessi versino in ritardo sui pagamenti. E’ la stessa Antonella Accroglianò che dice di aver recuperato una delle tranche corruttive grazie a Meduri al quale lei si rivolge quando ’quelli’ spariscono. E d’altra parte il suggerimento di - stringerli ai fianchi - per recuperare il danaro proviene proprio dal politico". Il quale, a sua volta, chiede che la Accroianò "si interessasse per far assumere all’Anas due geometri da lui raccomandati". Il ministro. Nelle carte spunta anche un "non meglio individuato ministro". A tirare in ballo la figura di "un ministro", come si evince da un’intercettazione ambientale, è Accroglianò. La donna sottolinea come gli imprenditori catanesi avessero risolto diversi problemi, non meglio precisati nella conversazione, con l’intermediazione dell’ex sottosegretario Meduri, "il quale - si legge nell’ordinanza del gip - li aveva agevolati attraverso l’organizzazione di un incontro con un non meglio individuato ministro". LEGGI Luigi Meduri, dalla Regione Calabria al governo dell’Ulivo Le intercettezioni. Nelle intercettazioni Accroianò chiamava più volte ’medicinali’, i soldi ricevuti dagli imprenditori, che nascondeva nell’appartamento della madre. A casa della donna i finanzieri hanno trovato ben nascosti 70mila euro, ritenuti proventi dell’attività corruttiva. Il gip Giulia Proto riferisce di "immorali principi" che ispiravano Accroiano’, parlando dei "propositi illeciti" con alcuni suoi sodali. "Speriamo di tenerci forte, come abbiamo fatto fino ad adesso e di fare tutti un saltino in avanti per poterci aiutare... Perche’ quello e’ poi lo scopo, capito? Io sono stata abituata in questo modo... chi cresce, chi fa un salto in avanti, si porta gli altri dietro... questa e’ la scuola", dicevano. Le incertettazioni, ambientali e telefoniche, dicono che la donna ricopriva "il ruolo di capo e promotore indiscusso" dell’organizzazione. La regola, valida per tutto il gruppo, era che "se viaggi da solo non fai niente, chi ha cercato di viaggiare da solo poi l’hanno azzoppato". Anas: "Funzionari coinvolti saranno licenziati". Il presidente dell’Anas Armani, ha espresso piena fiducia nel lavoro della Procura di Roma, e ha fatto sapere che l’Anas si costituerà parte offesa. "Ho parlato col presidente dell’Anas Armani e ho detto di offrire la massima collaborazione agli inquirenti", ha detto il ministro dei Trasporti e Infrastrutture, Graziano Delrio. Nel pomeriggio, durante una conferenza stampa Armani ha spiegato che i funzionari coinvolti saranno licenziati. Gli arresti. L’operazione, chiamata ’Dama nera’, segue un’indagine condotte dalle Fiamme Gialle del Nucleo di polizia tributaria di Roma, coordinate dalla procura della capitale. In tutto sono state effettuate circa 100 perquisizioni e sono stati sequestrati 200.000 euro. Accanto alla ’dama nera’ Accroianò, in carcere sono finiti in carcere Oreste De Grossi (capo del servizio incarichi tecnici della condirezione generale tecnica), Sergio Serafino Lagrotteria (dirigente area progettazione e nuove costruzioni) e i funzionari ’di rango minore’ Giovanni Parlato e Antonino Ferrante. Agli arresti domiciliari, invece, sono finiti l’ex sottosegretario al ministero delle Infrastrutture Meduri, l’avvocato catanzarese Eugenio Battaglia, e tre imprenditori, Concetto Logiudice Bosco, Francesco Domenico Costanzo e Giuliano Vidoni. REPUBBLICA.IT I cantieri della Tecnis nel cuore di Palermo Navigazione per la galleria fotografica 1 di 8 Immagine Precedente Immagine Successiva Slideshow () () Condividi L’altro appalto riguarda il disinquinamento della fascia costiera dall’Acquasanta al fiume Oreto. E’ prevista l’eliminazione degli scarichi nel porto commerciale e l’adduzione delle acque al depuratore di acqua dei corsari con potenziamento del sistema “Cala”, lavori per un importo di 15 milioni di euro. Anche questi lavori sono partiti con ritardo, dopo la sollecitazione del vicesindaco Emilio Arcuri che aveva lanciato l’aut aut all’impresa. I lavori sono stati poi ceduti alla consociata Sikelia, ma anche questi procedono a rilento, a causa dei ritrovamenti archeologici avvenuti al Foro Italico. Un altro cantiere è stato aperto in viale dei Picciotti. Il sindaco chiede incontro a Delrio. Appreso dei provvedimenti giudiziari che riguardano dirigenti della società Tecnis - si legge in una nota del Comune - impegnata nei lavori del primo lotto di chiusura dell’anello ferroviario di Palermo, il sindaco Leoluca Orlando, in attesa di ricevere ulteriori informazioni e valutare l’eventuale adozione di provvedimenti conseguenti, ha dichiarato che "mentre il Comune continuerà a vigilare sul corretto avanzamento dei lavori in atto affidati alla Tecnis, sarà verificato, così come si chiederà a FS di verificare il permanere dei requisiti quali appaltatori di lavori pubblici. In ogni caso - conclude il Sindaco - chiederò di incontrare con urgenza il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio e i vertici delle Ferrovie, al fine di discutere insieme e valutare eventuali iniziative che possano evitare conseguenze gravissime, non solo per il trasporto pubblico ma per tutta la mobilità urbana interessata da importanti cantieri gestiti dalla società Tecnis". I cantieri in Sicilia. La Tecnis, colosso imprenditoriale del Sud Italia, si è aggiudicata appalti pubblici per quasi 800 milioni di euro l’anno. Dalla metropolitana catanese, ai lavori dell’anello ferroviario e del collettore fognario di Palermo, passando per il porto di Catania, quello di Ragusa, l’interporto di Catania oltre alla Salerno Reggio Calabria e ad altre centinaia di commesse che hanno fatto della Tecnis la prima impresa del Sud Italia. Tra i lavori affidati alla Tecnis figura anche un lotto del viadotto "Scorciavacche", sulla Palermo-Agrigento, franato una settimana dopo l’inaugurazione nel dicembre scorso. Francesco Domenico Costanzo e Concetto Bosco Lo Giudice, finiti ai domiciliari, sono noti anche per le loro battaglie contro il racket delle estorsioni e per avere siglato protocolli di legalità in ogni appalto. Domenico Costanzo, in particolare, era tra i favoriti nel rinnovo dei vertici di Confindustria Catania. Anas, la Dama Nera e la mazzetta: ’’Non puoi presentarti con le ciliegie smozzicate’’ Antonella Accroglianò, la ’’Dama Nera’’ nell’inchiesta sulle tangenti all’Anas, parla di ’’ciliegie’’ e protesta perché sono ’’smozzicate’’. Le intercettazioni non fanno che confermare quel ’’flusso continuo della corruzione’’, come riferito dal procuratore Pignatone, in riferimento alle ’’buste’’ pretese e ricevute dalla funzionaria. Le registrazioni, ambientali e telefoniche, dicono che la donna ricopriva "il ruolo di capo e promotore indiscusso" dell’organizzazione La Guardia di Finanza di Sanremo ha eseguito 35 misure di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di altrettanti dipendenti del Comune di Sanremo per reato di falso e truffa ai danni dello Stato legate all’uso indebito del cartellino e alle assenze dal lavoro. A un’altra ottantina di dipendenti è stato notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari per le stesse accuse: complessivamente, le persone coinvolte sono quasi duecento. In corso anche numerose perquisizioni. Sono coinvolti dipendenti e funzionari. La Guardia di Finanza ha confermato l’arresto di 35 persone e otto deferimenti all’autorità giudiziaria e effettuato una serie di sequestri in Comune a Sanremo nell’ambito di un’inchiesta avviata dalla procura di Sanremo sull’assenteismo. L’ipotesi di reato è truffa aggravata. L’indagine della Guardia di finanza riguarda le timbrature dei cartellini di dipendenti e funzionari del Comune di Sanremo. Con i 35 arresti - tutti ai domiciliari - e i deferimenti all’autorità giudiziaria si chiude un’indagine che va avanti da anni. Tra i reati contestati a diverso titolo falso in atto pubblico, truffa ai danni dello Stato e peculato. A Palazzo Bellevue, sede del Comune di Sanremo, è arrivato il sindaco Alberto Biancheri. Sono 195 le persone indagate dalla procura di Imperia nell’indagine per assenteismo nel Comune di Sanremo. Di queste 35 sono agli arresti domiciliari, otto hanno l’obbligo di firma e 75 hanno ricevuto l’avviso di conclusione indagini. Dieci sono i funzionari. Tra gli indagati anche un vigile urbano. Per loro le accuse sono, a vario titolo, truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato e falso in atto pubblico. "La Gdf ha accertato un sistema scellerato. E’ mai possibile che all’interno di un ufficio non ci si avveda di una situazione così grave?". Lo ha detto durante una conferenza stampa il sostituto procuratore di Imperia Maria Paola Marrali che ha coordinato la Guardia di finanza nell’operazione Stachanov durante la quale sono stati arrestate 75 persone tra dipendenti e funzionari del Comune di Sanremo. "L’obbiettivo è stato raggiunto in modo esemplare. E’ la fine di un malcostume che andava avanti da tempo". RITRATTO DELLA ACCOGLIANò Mazzette, feste romane, anche quelle "cafonal", premi, soldi, gioielli. E favori, tanti favori. E’ la doppia vita della Dama Nera, Antonella Accroglianò: al mattino in ufficio nei panni di dirigente "dove va tutti i giorni ma il suo principale lavoro è gestire il flusso di corruzione, trattar male chi ritarda i pagamenti" dice il procuratore Pignatone, di notte con l’abito più scintillane e via, alle feste coi vip nelle case romane. Nata a Cefalù ma molto vicina alla comunità calabrese, questa 54enne dirigente Anas era per la procura la vera cellula di un impianto di corruzione tentacolare, dove ricevere mazzette era "visto come una cosa normale" . In Anas da una vita, almeno 20 anni, era entrata ancor prima della Laurea in Giurisprudenza, nel 1994, dopo esperienze in Italstat, partecipazioni statali e ItalStrade. Amministrava appalti e, cinque anni fa, la promozione come condirezione generale tecnica e dirigente responsabile del coordinamento amministrativo. Una posizione che la metteva nella possibilità di agire indisturbata ai vertici della catena. Da lì consigliava ai titolari di un’azienda vincitrice di un appalto in Calabria di subappaltare alcune opere "a ditte di imprenditori contigui alla ’Ndrangheta" spiega la procura. Opere pubbliche nel comune di Palizzi, in provincia di Reggio Calabria, territorio che conosceva bene. La donna avrebbe da un lato chiesto l’assunzione di operai e geometri alla ditta vincitrice dell’appalto e, dall’altro avrebbe esercitato "pressioni inequivoche affinché la fornitura del calcestruzzo e il movimento terra, attività notoriamente di interesse quasi esclusivo delle cosche della ’Ndrangheta in quei territori, venisse affidato ad una persona di sua fiducia, che avrebbe così garantito la sicurezza del cantiere da interventi o pressioni di gruppi criminali egemoni" in quella zona. Per le mazzette però ci voleva un interfaccia politico, uno come l’ex sottosegretario Luigi Meduri (ai tempi del governo Prodi), ora in quota Pd. Era lui l’ "un oscuro faccendiere" di Antonella. Meduri che per lei si sarebbe adoperato per mettere a disposizione il suo pacchetto di voti : tutti a favore del fratello della ’Dama nera’, candidato alla regione Calabria nelle liste dell’Udc. Fratello che l’elezioni le perse: e così Meduri si sarebbe dato da fare per fargli ottenere un importante incarico all’interno di una società partecipata della Regione, sempre dietro richiesta della Accroglianò. Pronto lo scambio: per un fratello che entra, due geometri, molto vicini a Meduri, sarebbero stati assunti in Anas. Fra la Dama Nera e l’ex presidente della Regione Calabria c’era un rapporto stretto: sempre Meduri per la procura fece "da intermediario tra la stessa Accroglianò e due imprenditori catanesi - Concetto Bosco Lo Giudice e Francesco Costanzo - che avrebbero ritardato il pagamento di una tangente" Mazzetta relativa all’appalto da 145 milioni per la realizzazione della cosiddetta Variante di Morbegno in Lombardia. L’appalto, infatti, era stato vinto dai due imprenditori catanesi che, attraverso Meduri, avrebbero chiesto all’Anas, e dunque alla Accroglianò, l’autorizzazione alla cessione di un ramo d’azienda. In realtà, dicono gli investigatori, "si trattava di una una vera e propria cessione del contratto d’appalto, pratica normativamente illecita". Per queste ’pratiche’ gli investigatori hanno documentato almeno sei passaggi di denaro, dal dicembre 2014 all’agosto 2015, per un totale di circa 150 mila euro. Soldi con cui la Dama Nera si arricchiva, soldi che la Dama Nera nascondeva: 70mila euro in contanti, più gioielli, sono stati trovati dai finanzieri nella casa della madre. Fu costretta a nasconderli lì perché temeva un controllo da parte delle Fiamme Gialle, così chiamò la madre: "Mamma, ti porto i medicinali" dice nelle intercettazioni "perchè? Sei matta? Io sto bene!" risponde la madre senza capire che "i medicinali" sono soldi. D’altronde Antonella, che agli altri arrestati chiedeva di fare "scuola" o "squadra", per ogni cosa aveva un nome. Il denaro erano o "i medicinali" o la "ciliegia". Lei, che nel suo curriculum vanta le partecipazioni a seminari del tipo "“Costruzione e Conduzione di un Team vincente” o "Rriconosimento emotivo in azienda: come entrare in sintonia con gli altri", con la Roma delle "feste" in sintonia c’era entrata davvero, dove era spesso invitata. Sul web si trovano gli scatti delle feste "cafonal" come le definisce Dagospia di Sara Iannone, presidente dell’Associazione Culturale "L’Alba del Terzo Millennio" che nel 2012, proprio in qualità di "funzionario della Pubblica Amministrazione" premiò la Accroglianò. Con quale riconoscimento? "Le Ragioni della Nuova Politica". Intanto la Commissione nazionale di garanzia del Partito democratico, a seguito dei provvedimenti disposti dalla magistratura nei confronti di Meduri e applicando le norme previste dal proprio Regolamento, ha deciso di sospenderlo dall’albo degli iscritti e degli elettori e dagli organismi di cui fa parte con provvedimento immediatamente esecutivo. Nelle carte dell’inchiesta spunta anche un "non meglio individuato ministro" A tirare in ballo la figura di "un ministro", come si evince da un’intercettazione ambientale, è Antonella Accroglianò, dirigente responsabile del coordinamento tecnico amministrativo di Anas, donna chiave della vicenda denominata la "dama nera". La conversazione, captata nel corso delle indagini effettuate dagli uomini della Guardia di Finanza su mandato della Procura di Roma, risale a 6 luglio 2015 e segue a una serie di incontri tra la stessa Accroglianò, il dirigente Anas Oreste De Grossi, e l’imprenditore catanese Concetto Bosco serviti - secondo quanto ricostruito dagli investigatori - per ricevere e spartire quote delle tangenti concordate. Il 6 luglio c’è un ulteriore incontro tra De Grossi e Accroglianò e i due dirigenti Anas si lamentano perché gli imprenditori catanesi, Bosco e Francesco Costanzo, non hanno ancora provveduto a pagare tutto quanto pattuito. "Io gliel’ho detto - afferma la donna - cercate di chiudere adesso eh! non vi fate sentire più... non vi fate chiamare più...". E all’affermazione di De Grossi: "..non ci pensano proprio... quelli non ci pensano proprio...", la Accroglianò sottolinea come gli imprenditori catanesi avessero risolto diversi problemi, non meglio precisati nella conversazione, con l’intermediazione dell’ex sottosegretario Luigi Meduri, "il quale - si legge nell’ordinanza del gip - li aveva agevolati attraverso l’organizzazione di un incontro con un non meglio individuato ministro". "Perchè mò dottore - sono le parole della Accroglianò a De Grossi - stanno messi bene... perchè poi Meduri li ha fatti incontrare anche con il ministro.... gli hanno fatto vedere il progetto....nuove cose, eh!". MESSAGGERO.IT ’Ciliegie’, ’libri’, ’topolini’ ’farmaci antinfiammatori’. Così nel linguaggio dell’associazione criminale venivano chiamate le tangenti per gli appalti Anas. Figura centrale, è vero e proprio ’deus ex machina’ del sodalizio secondo gli inquirenti, Antonella Accroglianó, dirigente responsabile del coordinamento tecnico amministrativo di Anas S.p.A. Trentuno gli indagati coinvolti nell’operazione che ha consentito di disarticolare quella che è ritenuta una vera e propria cellula criminale costituita da dirigenti e funzionari corrotti di Anas spa, i quali abusando dei poteri derivanti dal loro incarico sarebbero riusciti a ottenere utilità e tangenti da imprenditori, titolari di società di rilievo nazionale, in alcuni casi con l’intervento di un ’colletto bianco’ (un avvocato di Catanzaro) e di Meduri. Il presidente dell’Anas. «Confido nell’aiuto delle procure, spero che l’azione di pulizia avvenga prima possibile, prima fanno e meglio è per me e per l’Anas». Lo ha detto il presidente della società Gianni Vittorio Armani dopo gli arresti di questa mattina. «Credo che in Anas gran parte dell’azienda sia onesta e penso che possa uscire dal tunnel - ha aggiunto - pensavo che i problemi principali fossero organizzativi ma invece vanno risolti prima i problemi corruttivi, questa è la priorità sennò non c’è piano industriale che tenga». «Attiveremo, come già a Firenze, la stessa procedura per le persone coinvolte: sospensione, contestazione e licenziamento», ha assicurato Gianni Vittorio Armani.