Maria Latella, Il Messaggero 22/10/2015, 22 ottobre 2015
L’ELEGANZA DALLA A DI AMY
NEW YORK La sua gigantografia campeggia nella sala del Four Seasons trasformata per l’occasione in un bosco d’autunno in cui tutto degrada in varie sfumature di rosa, dal foliage degli alberi che circondano la piscina, alle rose che ne sfiorano il bordo. Rosa come lo spolverino che Amy Adams indossa nella foto della campagna firmata da Mario Sorrenti. L’attrice è la testimonial degli accessori Max Mara e in particolare della nuova borsa che l’azienda italiana le ha dedicato: la A bag. Per il lancio della quale, a New York, si incrociano in un cocktail i newyorkesi dell’Upper East Side e i creativi di Soho, un mix perfetto per un film di Woody Allen o per le pagine di un romanzo di Tom Wolfe. Maria Giulia Maramotti, figlia di Ludovica e ormai a New York da dove segue il marketing e la promozione dell’azienda di famiglia, ha riunito i suoi amici artisti. Giorgio Guidotti, direttore delle relazioni esterne del gruppo Max Mara e buon amico di molte celebrities, saluta le signore di Park Avenue.
UNA DONNA NORMALE
Si sottrae invece ai luoghi comuni la reginetta della serata, Amy Adams, l’attrice che ha sedotto le platee in "American Hustler" sfiorando l’Oscar e che è la protagonista del prossimo "Batman". Come tutte le testimonial di Max Mara, anche Amy Adams ha la consistenza della donna normale: normale il suo peso, professionale la sua disponibilità verso chi con lei chiacchiera al cocktail o la intervista. Sarà che la celebrità le è davvero arrivata a 40 anni. Sarà l’aver avuto due genitori di carattere e cinque fratelli con i quali condividerli: suo padre, militare Usa di stanza in Italia, ad Aviano, una volta rientrato in patria ha avviato una seconda vita, quella di cantante di musical. La madre, dopo il divorzio, si è scoperta una passione per il body building. «E adesso scala pure le montagne» sorride sua figlia.
È pomeriggio e Amy Adams si dispone alla conversazione col "Messaggero" raccontando della sua prima infanzia passata in Italia. Ricordi che devono proprio essere belli se ha voluto chiamare Aviana la sua prima e per ora unica figlia. «Credo di aver assorbito dai miei anni in Italia l’amore per la bellezza. Ero troppo piccola per rendermene conto, ma quando, anni dopo, sono tornata a Vicenza ho capito che la mia fascinazione per il bello era proprio nata lì».
LA BATTAGLIA
Parliamo di come si costruisce un carattere, lei dice che se la fama fosse arrivata troppo presto non le avrebbe consentito di vedere le cose in prospettiva. «Invece il successo da adulta consente di mantenere i piedi per terra. Di conservare le amicizie di prima e di essere grata per tutto quello che ti arriva: un premio, un viaggio, una bella parte in un film...». A proposito di film, e di ruoli significativi, viene in mente "Big Eyes", con Christoph Waltz. Lei era una pittrice, brava, ma costretta a far firmare dal marito i quadri che invece dipingeva lei perché altrimenti non avrebbero avuto mercato. In "Big Eyes" la fama e gli onori toccavano a lui, non a lei.
Il tema della parita’ di genere appassiona Amy Adams. «Sono un’attrice e vorrei sfruttare la popolarità per parlare per conto delle donne che non hanno voce. Mi interessa avere un impatto su questioni come la parità di salario tra uomo e donna. E trovo che la lettera di Jennifer Lawrence che denuncia il diverso trattamento economico delle attrici rispetto agli attori, o il discorso pronunciato da Emma Watson col tema "he for she" siano importanti. Li sostengo. Io posso rivendicare la parità, e farmi ascoltare, ma ci sono donne che semplicemente non possono permettersi di mollare un lavoro solo perché le pagano meno di un uomo».
Amy Adams racconta di aver già cominciato ad esplorare con la figlia Aviana la questione. «È ancora piccola, ha sette anni, ma già ora comincia ad affacciarsi la percezione che ci sono "cose da maschi" e "cose da femmine". "Quella t-shirt non posso comprarla, mamma: è da maschi". Noi parliamo molto e spero che cresca sentendosi forte, uguale. Cosi mia madre ha cresciuto me. Mia madre è una indistruttibile».
ICONA
Parità di genere e femminilità per Amy Adams procedono di pari passi. Ammette di sentirsi "flattered", lusingata, per il fatto che una borsa porterà il suo nome, la "A" di Amy, come gia’la Birkin porta il nome di Jane Birkin, la Kelly quello dell’iconica Grace o la D-Bag quello della principessa Diana. «Questa è una borsa dalla dimensione giusta - dice l’attrice sfiorando la A-bag rosa che tiene vicina - Posso metterci il tablet e una pochette dove tengo trucchi e documenti. Io al mattino esco presto da casa perchè porto a scuola mia figlia e non torno fino a sera. Perciò la borsa deve accompagnarmi tutta la giornata, dalla palestra al pranzo di lavoro». Per lo stesso motivo, racconta, le piace vestire Max Mara: «Io non sono testimonial per le loro collezioni, ma solo per gli accessori. I vestiti me li compro perché mi fanno sentire confortevolmente elegante tutto il giorno».
Si scherza su come vestono le donne in politica. Le chiedo se voterà una donna per la Casa Bianca. Gli occhi da gatta che ogni minuto cambiano quasi di colore e certamente di bagliore e intensità, trasmettono di colpo una luce cauta. L’agente, una bionda dal piglio militare, si avvicina come a dire che l’argomento non può essere troppo approfondito. Ma Amy Adams ha appena detto di voler dare voce alle donne che non ce l’hanno, dunque...Dunque se la cava così. Prudentemente: «Vedremo. Intanto vediamo chi avrà la nomination. In teoria non avrei problemi». Verrebbe da chiederle se in pratica, invece, le scoccerebbe un po’ votare Hillary, ma la domanda resta nell’aria.
Implacabile, l’agente-sergente dichiara scaduto il tempo e non resta che salutare Amy per rivederla poi, qualche ora dopo, al cocktail. «Amy e’un’attrice superlativa. Duttile - mi dirà a sera Mario Sorrenti, autore della campagna fotografica di Max Mara - La volevo enigmatica, sospesa tra la Catherine Deneuve di "Belle de jour" e l’atmosfera dei quadri di Hopper. E lei è stata capace di assorbire esattamente quello stato d’animo. È capace di cambiare sguardo ed espressione in un momento. Al punto che quasi non la riconosci». Proprio così. Chi riconoscerebbe la sofisticata e distaccata lady che troneggia in rosa sulla maxi-foto nell’allegra Amy Adams che ride con Giorgio Guidotti tra i flash?