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 2015  ottobre 22 Giovedì calendario

TRUDEAU, PREMIER CANADESE DELLA GENERAZIONE X: «BASTA GUERRE»

NEW YORK Il Canada come l’Italia, ha ora un premier della generazione X. E’ stato l’autorevole quotidiano di Toronto a sottolineare ieri come il neoeletto premier canadese Justin Trudeau anni si affianca al nostro Matteo Renzi in una fascia generazionale inedita al vertice delle democrazie occidentali. Gli elettori del paese nordamericano erano in cerca di una svolta, e l’hanno trovata in questo uomo con l’eterna faccia da bambino e il sorriso incorruttibile, nonostante i tre figli e i 45 anni che porta sulle spalle. La politica è stata una scelta inevitabile per il leader del partito liberal canadese. A poche ore dal voto popolare che ne aveva consacrato il successo, i media canadesi hanno rispolverato la cronaca di un ricevimento di stato ad Ottawa nel 1972, quando Justin aveva pochi mesi di vita. Suo padre Pierre, al tempo primo ministro del Canada, aveva accolto il presidente americano Richard Nixon per una visita ufficiale a d Ottawa, e nel corso della cena di gala quest’ultimo brindò alla salute del neonato, "futuro premier del paese". Il padre lo ha lasciato libero di coltivare all’università la passione per la letteratura, alla quale Justin ha affiancato poi una specializzazione in ingegneria, con studi di geografia ambientale. Ma al momento della morte del genitore, la vocazione per il servizio pubblico era già ben definita con la militanza nella campagna del 1984 per l’elezione mancata del presidente del partito liberal John Turner. Due anni fa Trudeau ha conquistato la leadership del partito con un autentico tsunami dell’80 % delle preferenze. Nonostante questo, alla vigilia del voto di lunedì il successo alle elezioni nazionali sembrava molto lontano dalla sua portata, visto il lungo regno dei conservatori alla guida del paese, e la spaccatura nell’opposizione tra i liberal e il partito democratico. La conquista della maggioranza dei voti (54,4%) e dei seggi (su 338) ha messo tutti a tacere. Il nuovo premier ha ora fretta di governare. Ha fissato il 4 di novembre la data in cui annuncerà la composizione di un nuovo governo con una presenza bilanciata di donne, e dal quale si aspetta uno strappo radicale con il passato.
LA TELEFONATA A OBAMA
Ieri ha parlato al telefono con Obama, l’alleato prezioso e imprescindibile a sud del più lungo confine del mondo, al quale ha trovato comunque il coraggio di annunciare due correzioni di rotta importanti. Trudeau ritirerà i nove bombardieri canadesi che al momento affiancano l’aviazione Usa nella lotta contro l’Isis in Siria e in Iraq, e annullerà l’impegno firmato dal governo precedente di acquistare i nuovi e costosissimi F35. Le spese per la difesa nazionale saranno contenute sotto l’1%, la quota più bassa tra tutti i paesi Nato. I fondi risparmiati andranno a finanziare un’ambiziosa conversione energetica per la protezione dell’ambiente dall’effetto serra, un campo nel quale il Canada ha brillato negli ultimi anni per la totale assenza di iniziativa. Altri fondi verranno dall’aumento di tasse per i ricchi, che è stato uno dei punti chiave della campagna elettorale. La spesa sarà concentrata per rilanciare la classe media e difendere le popolazioni indigene, e per creare nuovo lavoro. Gli elettori si aspettano molto da questa svolta. La banca Centrale canadese ha confermato ieri che l’attuale dipendenza massiccia dall’estrazione del petrolio ha portato il paese sulla rotta di un declino economico che al momento appare inevitabile.