Giuseppe Culicchia,, 21 ottobre 2015
CERCASI SONNO DISPERATAMENTE
[vedi boxino alla fine]
Viviamo connessi 7 giorni su 7, 24 ore su 24, e il tempo del riposo è ormai un lusso. Lo scorso marzo l’americana National Sleep Foundation raccomandava agli adulti di dormire fino a 9 ore. A settembre la rivista Sleep ha diffuso uno studio svedese secondo cui alle donne ne basterebbero 7,6 e agli uomini 7,8. Ma la verità è che dormiamo sempre meno: in Italia ci sarebbero quattro milioni di insonni cronici, secondo quanto si legge in una proposta legislativa presentata dal deputato e medico Gian Luigi Gigli per istituire strutture di medicina del sonno sul territorio. «Televisione, schermi luminosi di tablet e cellulari hanno invaso i nostri letti, riducendo le ore di sonno, il solo spazio libero che ci resta», dice Jonathan Crary, professore alla Columbia University e autore del saggio 24/7 – Il capitalismo all’assalto del sonno (Einaudi, pagg. 144. € 18). «Essere produttivi a tutte le ore, tutti i giorni della settimana, sempre raggiungibili, è il mantra del capitalismo di oggi».
Professor Crary, dobbiamo competere con i robot, che non dormono mai?
«Il mio libro si intitola 24/7 perché oggi produttività, accumulazione, shopping, comunicazione hanno la precedenza su riposo e silenzio. Sono i ritmi di vita imposti dal capitalismo contemporaneo».
Che effetti ha questo non fermarsi mai?
«Per la qualità della vita è una cosa corrosiva. Ed è un modello che ha ripercussioni sull’ecosistema: foreste, oceani, terre coltivate, oggetto di sfruttamento intensivo, non hanno tempo di rigenerarsi. Stiamo distruggendo il nostro habitat».
Intanto il tempo del riposo che servirebbe a noi per rigenerarci che fine ha fatto? Lo dedichiamo ai social network?
«Sì, ma ciò danneggia la qualità delle nostre relazioni sociali: ormai badiamo più al nostro smartphone che alle persone che abbiamo di fronte, non solo al ristorante ma anche a letto».
Lei cita Bernard Stiegler, secondo cui l’avvento di Internet ha coinciso con una crescente depersonalizzazione. Le nuove tecnologie ci privano anche della nostra identità?
«Non è un caso che la Rete sia nata negli Usa, la patria del consumismo di massa. Per Stiegler l’omogeneizzazione di prodotti culturali e consumi porta alla perdita di soggettività da parte del singolo. Su Facebook ci promuoviamo come merci per accumulare amici e like, e per fare ciò usiamo identità digitali che ci siamo creati a partire da formule prefabbricate».
Il web invade le nostre vite e sa tutto di noi.
«Vero: le aziende ci sorvegliano più della Cia. Ma il capitalismo non è in grado di reinventarsi. Un sistema basato sul modello 24/7 e sulla crescita senza limiti dovrà fare i conti col fatto che il mondo non ha risorse illimitate. Ed entro questo secolo arriveremo al limite estremo. Allora saremo costretti a cambiare».
QUELLI CHE ODIANO IL MARTEDÌ–
• LUNEDÌ
La prima sveglia è in Sudafrica: alle 6.09*. In Italia ci si alza, in media, alle 7.52, al 13° posto (su 50) per qualità del sonno (primi gli slovacchi, ultimi i malesi).
• MARTEDÌ
In Usa ci si sveglia alle 7, ed è il giorno peggiore della settimana. Odiano il martedì anche Singapore, Spagna, Svizzera, e Brasile.
• MERCOLEDÌ
Il 58% dei Paesi hanno l’esperienza di sonno migliore il mercoledì, con la Cina che registra il primato nel mondo.
• GIOVEDÌ
Il Medio Oriente dorme più a lungo il giovedì, e per Kuwait, Arabia Saudita ed Emirati è questo il giorno del miglior stato d’animo.
• VENERDÌ
Canada, Costa Rica, Svezia, Nuova Zelanda e Usa (che si sveglia più tardi, alle 8.24) preferiscono il venerdì rispetto agli altri giorni della settimana.
• SABATO
Quasi il 90% del mondo dorme di più e si sveglia più tardi il sabato. Per il 71% quindi l’inizio del weekend segna il momento più allegro.
• DOMENICA
Il 66% dei Paesi passa la minor quantità di tempo a letto la domenica. Il picco è della Corea del Sud dove la gente dorme solo 5 ore e 53 minuti.