Enrico Franceschini, Affari&Finanza – la Repubblica 19/10/2015, 19 ottobre 2015
MEGALOPOLI LA SFIDA È AI TORNELLI DELLA METRO
Londra e New York si somigliano in molte cose e competono in parecchie di queste: per la palma di più importante capitale finanziaria mondiale, per il titolo di metropoli più globale e multietnica, recentemente anche per chi ha più grattacieli (nei prossimi vent’anni lungo le rive del Tamigi se ne costruiranno altri 250). In un altro campo di rivalità, la capitale britannica potrebbe presto sorpassare la città americana: quello di chi raggiunge per prima i 9 milioni di abitanti. Il suo sindaco, Boris Johnson, ha annunciato nel febbraio scorso che a Londra vivono già 8 milioni e 600 mila abitanti, con previsioni di arrivare a quota 9 milioni entro un anno o due, prima della Big Apple, e 10 milioni in un decennio, un boom innestato da una prodigiosa immigrazione comunitaria ed extra-comunitaria. L’aumento vertiginoso della popolazione crea anche problemi, naturalmente, e una delle soluzioni prospettate da Johnson si chiama “Smart City”, una “buzzword”, come si dice in gergo, ovvero un termine che ronza da qualche tempo fra le grandi metropoli del pianeta per migliorarne la qualità della vita. Come si rende una città più “smart”, ossia più intelligente e piacevole? Con misure per incoraggiare start-up di nuove tecnologie, per ridurre l’inquinamento, per rendere più agibile il traffico: sulle strade, per quanto riguarda quest’ultimo, e sotto terra, dove per esempio l’introduzione dell’Oyster Card, la carta di abbonamento digitale, ha permesso di far risparmiare sui costi dei biglietti e sui tempi di viaggio per i 4 milioni di passeggeri al giorno che prendono il metrò più antico del globo.
Enrico Franceschini, Affari&Finanza – la Repubblica 19/10/2015