varie, 21 ottobre 2015
SVEGLIA PER SETTE
Risultati di un sondaggio commissionato da un’azienda che produce radiosveglie. Gli italiani sono, insieme ai tedeschi, gli europei che più spesso si alzano al primo squillo di sveglia (nel 65% dei casi). Al contrario dei norvegesi, di cui solo il 51% scende dal letto al primo colpo. Mentre francesi (57%) e inglesi (56%) preferiscono iniziare la giornata con un sottofondo musicale, danesi (63%) e tedeschi (60%) scelgono un più tradizionale trillo. Gli italiani invece si dividono quasi equamente tra fautori dello squillo e chi vuole essere cullato da una melodia (il 51%). Questi ultimi però annoverano tra le loro file anche alcuni masochisti: il 13% sceglie la canzone che più detesta per essere sicuro di abbandonare davvero il letto (Elena Tebano, Cds 19/9/2015).
Tra le sveglie più strane: Flying Alarm Clock, che vola perché ha una piccola elica e all’ora prevista decolla e inizia a volteggiare a un paio di metri d’altezza nella stanza. Per farla smettere di suonare, bisogna alzarsi, catturarla e spegnerla; Nobby, a forma di dinosauro, all’ora del risveglio inizia a parlare finché uno non lo prende per il collo (è questo il modo in cui si spegne Nobby); Sleep Phase Alarm Clock, basata sulle fasi del sonno, è collegata wireless a un braccialetto da indossare quando andiamo a dormire, dentro il braccialetto c’è un sensore che analizza i movimenti del corpo e li associa alle diverse fasi del sonno: la sveglia suona soltanto quando il sonno è più leggero e il risveglio meno traumatico, dunque non saremo svegliati all’ora precisa selezionata ma in un intervallo di circa trenta minuti in più o in meno; Mr. Bump alarm: per spegnerla bisogna lanciarla contro una parete; IQ: smette di suonare solo dopo la risoluzione di alcuni quiz; Sodial(r): si spegne solo quando si centra un bersaglio con una pistola laser; SensorWake: invece di suoni diffonde odori (dall’odore di caffè e brioche a quello di erba bagnata). Stando ai primi test pilota (SensorWake dovrebbe arrivare sul mercato entro il 2016), questo sistema garantirebbe un completo risveglio entro 2 minuti nel 99% dei casi (è anche disponibile una sveglia sonora di sicurezza, che può essere programmata in modo da partire in caso di mancato feedback dall’utente).
Il designer inglese Joshua Renouf ha inventato Barisieur, la sveglia che prepara il caffè (non ancora in commercio): allo scoccare dell’orario stabilito, Barisieur si attiva, suona come una normale sveglia e al tempo stesso prepara il caffè grazie a un sistema di bollitori e vasi comunicanti. Basta ricordarsi di riempire con acqua e caffè la macchina prima di andare a dormire e, volendo, rifornire anche il piccolo contenitore del latte nascosto in un comparto refrigerato.
Ultima creazione dell’inventore Colin Furze (presentata lo scorso luglio): Ejector Bed, il letto che aiuta a svegliarsi catapultando la persona fuori dalle lenzuola. Prima di andare a dormire basta puntare l’allarme, caricare i pistoni idraulici sotto al letto con un compressore e abbassare la rete. Quando la sveglia suona, il letto, sollevandosi, catapulta fuori chi lo occupa. In più sulla testa del letto Furze ha collocato due luci blu da ambulanza e due campanelle, mentre sotto al letto ha aggiunto due trombe.
Nel 1851 fu messa in commercio l’Alarum Bedstead, una rete speciale con suoneria: se la sveglia non bastava, tirava via le lenzuola, muoveva il materasso, inclinandolo fino a 45 gradi, e buttava per terra la persona.
La app Wakie, definita dai suoi creatori «una community di persone che si svegliano l’un l’altro la mattina». Basta scaricare l’app, iscriversi con il proprio numero di cellulare e puntare la sveglia per il mattino dopo. All’ora stabilita arriverà una chiamata e a parlare sarà non un nastro registrato, ma una persona in carne e ossa, iscritta al servizio con l’obiettivo opposto: svegliare uno sconosciuto. Gli utenti sono abbinati in modo che le coppie siano sempre uomo-donna e a fine chiamata si dà un voto alla conversazione. Se all’ora stabilita non c’è nessuno disposto a svegliarci, un meccanismo d’emergenza fa partire una chiamata con un nastro registrato. Dall’Italia Wakie si può usare, per ora, solo per svegliare e non per essere svegliati. Il servizio è infatti disponibile solo in Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Singapore e Hong Kong.
Altre app per svegliarsi. Smash alarm realizza un sogno di molti: distruggere la sveglia. «Rompi la tua sveglia tutti i giorni, gratis» è il motto dell’applicazione per iPhone, iPod e iPad. Si può disattivare l’allarme colpendo il tavolino su cui è poggiato il telefono. Una volta per ritardare la sveglia, due per spegnerla definitivamente: delle crepe inizieranno a comparire sullo schermo, fino al crash definitivo. SvegliaParlante: disponibile su Play, lo store di Google, è la sveglia programmata per dire ciò che si desidera e iniziare la giornata col proprio motto preferito. Inoltre, a rendere più dolce il risveglio potrebbero essere le parole della persona amata grazie al sistema di registrazione vocale. Wake N Shake: lo slogan è "Svegliati o muori". Non smette di trillare finché non si scuote l’iPhone il più forte possibile. Inoltre si può giocare con gli amici e diventare il re o la regina del risveglio settimanale. Prima suona la sveglia, e prima si interrompe l’allarme, più punti si guadagnano.
Per svegliarsi gli antichi Greci usavano orologi ad acqua: il tempo era segnato dalla caduta regolare di alcune gocce in un recipiente e quando il liquido raggiungeva un certo livello azionava un meccanismo che faceva rumore. Tra i primi a farne uso il filosofo Platone: convinto che nella vita di un uomo le ore di sonno dovessero essere ridotte al minimo, si costruì lui stesso una sveglia idraulica.
Altra sveglia dell’antichità: uno spago, che attraversava la base di una candela, reggeva un peso; quando la candela era quasi consumata, lo spago prendeva fuoco, si rompeva e il peso cadeva risuonando in una coppa di metallo.
In Gran Bretagna durante la rivoluzione industriale a svegliare la gente che doveva andare al lavoro ci pensavano i knocker upper: muniti di lunghi bastoni in bambù battevano su porte e finestre finché il loro cliente non era sveglio. Svolgevano questo lavoro, per pochi centesimi, soprattutto vecchi e bambini.
La prima sveglia meccanica pare si debba al turco Taqi al-Din, che la descrisse in un suo libro del 1559 (Al-Kawākib al-durriyya fī wadh’ al-bankāmat al-dawriyya).
La sveglia come la conosciamo oggi è un’invenzione, nel 1787, dell’orologiaio americano Levi Hutchins: il dispositivo gli serviva perché, per sbrigare tutto il suo lavoro, era costretto ad alzarsi alle 4 del mattino, un’ora in cui non vi era luce. La sua sveglia non fu mai prodotta.
A realizzare una sveglia da comodino fu Seth Thomas Junior, a capo della già ben avviata azienda orologiaia di famiglia (la Seth Thomas Clock Company). Nel vasto universo delle invenzioni delle sveglie, è questo il brevetto a essere ricordato come capostipite, sebbene - come si legge nella domanda, accettata il 24 ottobre 1876 - non fosse un dispositivo così rivoluzionario: «Ho realizzato un orologio di piccole dimensioni piuttosto conveniente, con una cassa principalmente di metallo e con una parte posteriore in legno, particolarmente adatto per essere prodotto facilmente, con poca spesa e poco lavoro, pensato sia per essere messo su uno scaffale che su un tavolo o a una parete. Si tratta di qualcosa che non ha bisogno di novità, ma ho utilizzato dei sistemi particolari per la carica, l’incastonatura e la regolazione e per fermare l’orologio quando desiderato».
Albert Einstein dormiva undici ore a notte. E, durante il giorno, si concedeva anche qualche pennichella: per evitare di cadere in un sonno profondo si appisolava su una comoda poltrona con una matita in mano. Quando si addormentava, la matita cadeva a terra e il rumore lo svegliava, permettendogli di tornare subito dietro la scrivania per ricominciare a lavorare.
A Margaret Thatcher bastavano quattro ore di sonno a notte, così come a Thomas Edison e Donald Trump. Nikola Tesla, invece, dormiva appena due ore. Barack Obama non supera le sei ore, Bill Gates si ferma a sette. Silvio Berlusconi, anni fa, dichiarava di dormire appena tre ore e mezza a notte.
Leonardo da Vinci dormiva 15 minuti ogni 2 ore.
Secondo la National Sleep Foundation degli Stati Uniti dai 18 ai 64 anni si dovrebbe dormire dalle 7 alle 9 ore a notte, non meno di 6 e non più di 11. Dai 65 anni in poi, invece, occorre dormire 7 o 8 ore a notte e mai meno di 5.
«Agli uomini bastano 4 ore di sonno, alle donne 5, agli imbecilli 6» (Napoleone)