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 2015  ottobre 20 Martedì calendario

L’AIRBUS RESTA A TERRA. RENZI RINVIA IL DEBUTTO

Niente da fare, il debutto del “Chigi-one” è rimandato. Il nuovo Airbus A340, preso in leasing in primavera, avrebbe dovuto decollare per la prima trasferta giovedì. Destinazione Sudamerica: Cile, Perù, Colombia e Cuba. Una missione importante per Renzi, che ha voluto invitare un centinaio di top manager italiani – tra cui i big di Enel, Ansaldo, Finmeccanica, Impregilo – per aprire nuovi mercati. Tutto era pronto, salvo appunto l’aeroplano, già indisponibile a settembre per la trasferta a New York.
Cos’è successo stavolta? Da Palazzo Chigi trapela che non sono ancora stati completati i «protocolli di sicurezza» per il nuovo velivolo. Un “widebody”, con due corridoi, che sostituisce i vecchi “narrowbody”, con un solo corridoio e poca autonomia. Il sito Aviazionecivile.it – autore dello scoop con le foto del quadrimotore già verniciato con la livrea tricolore – ipotizza che l’aereo faccia parte della flotta Etihad e sia stato acquisito con la formula wet lease, un noleggio che prevede un pacchetto comprendente tutte le prestazioni accessorie quali assicurazione, manutenzione. E, soprattutto, equipaggio emiratino. Che sia dunque questo il problema di sicurezza? I piloti infatti, negli aerei di Stato, sono di norma militari del 31esimo stormo dell’Aeronautica militare. Professionisti addestrati a volare in ogni situazione, capaci di portare i bestioni ora in uso per i voli Vip – tra cui i due A319J – in volo tattico a pochi metri dal suolo o con decolli praticamente in verticale (ne sanno qualcosa i giornalisti che hanno seguito i premier in Afghanistan). Ma ancora non qualificati per il nuovo giocattolo di Renzi.
I piloti militari starebbero ultimando le loro sessioni sul simulatore Airbus nella scuola di volo in una capitale europea. Lo stesso aereo, pur avendo il tricolore, non ha ancora indossato le stellette militari: dalle foto “rubate” in un hangar – probabilmente ad Abu Dhabi – si nota l’assenza delle coccarde sui motori, dello scudo del 31° stormo e le marche, ovvero la targa dell’aereo (che ha già 9 anni e dovrebbe costare circa un milione all’anno di leasing, ma la cifra è segreta) fanno ancora riferimento a Etihad.
Gli esperti del sito si scatenano a ipotizzare quale possa essere la targa definitiva, avanzando ipotesi tra il pittoresco -I-taly - e il grillino: I-nutile, I-diot. Quello che aggiunge maliziosamente Dagospia è il seguito della storia. Renzi avrebbe ripiegato per il suo viaggio sudamericano sui due vecchi A319J, molto meno capienti del gioiellino usato anche dalla Merkel. Da qui la lotta degli imprenditori per accaparrarsi uno strapuntino per viaggiare insieme al premier (sperando in un tête-à-tête) e non sul secondo aereo al seguito.
Per spegnere le polemiche che già si sono alzate sulla nuova spesa, Renzi potrebbe invece dare un’occhiata a quanto scriveva ieri il New York Times. Anche Barack Obama infatti ha deciso di mandare in pensione il mitico Air Force One per comprarsi un supertecnologico Boeing 747-8: più potente, più grande, più sicuro. Purtroppo per lui, sarà consegnato quando alla Casa Bianca siederà già il suo successore.