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 2015  ottobre 19 Lunedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - IL GIALLO DI BRESCIA


REPUBBLICA.IT
PIETRO COLAPRICO
Il corpo senza vita di Beppe Ghirardini, l’operaio della fonderia Bozzoli scomparso mercoledì, è stato ritrovato in località Case di Viso, in Valcamonica, a circa un’ora di cammino dal luogo dove aveva lasciato la sua auto. Per il momento non ci sono certezze sulle cause della morte. Il medico legale è accorso e gli inquirenti sono sul posto. In un primo momento sembrava che l’uomo potesse essere stato ucciso da un colpo di arma da fuoco, ma in serata, il sindaco di Marcheno, Diego Bertussi, ha affermato che la causa del decesso potrebbe essere stato un malore. E resta aperto il giallo sulla sparizione di Mario Bozzoli, titolare della fonderia dove l’uomo lavorava. Intanto continua il lavoro intenso degli investigatori bresciani impegnati nella soluzione di quella che era una "doppia scomparsa", e come tale carica di residue speranze, e che da poche ore è virata in tragedia.
I carabinieri del comando provinciale di Brescia stanno controllando e ricontrollando le ultime ore note di Ghirardini, la sua battuta di caccia ’saltata’ per pioggia mercoledì mattina, il suo telefonino spento nella zona di passo Crocedomini, il ritrovamento dell’auto al Tonale venerdì notte. E stanno cercando di stabilire da quanto tempo Ghirardini abbia smesso di respirare. Non viene scartata nemmeno l’ipotesi che sia stato trasportato accanto al torrente, da qualcuno che s’è seduto al volante della sua Suzuky marrone. Per avere certezze bisognerà attendere l’esito dell’autopsia, ma ai familiari è stato riferito che l’operaio potrebbe essere morto il giorno stesso della sua scomparsa.
Il giallo del fornitore spagnolo. Ghirardini era sparito nel nulla sei giorni dopo il suo datore di lavoro che proprio l’operaio, addetto ai forni della fonderia, era stato tra gli ultimi a vedere vivo. Proprio in merito alla sera della sparizione emergerebbero aspetti sui quali gli inquirenti stanno lavorando. A partire dalla circostanza di un fornitore spagnolo al quale sarebbe stato chiesto di posticipare di due ore la consegna di materiale. Avrebbe dovuto entrare in azienda attorno alle 19, l’orario in cui Bozzoli ha chiamato per l’ultima volta la moglie prima di sparire.
La battuta di caccia era una scusa? Proprio il giorno della sua sparizione, Ghirardini sarebbe dovuto andare dai carabinieri di Gardone Valtrompia per essere ascoltato in merito alla scomparsa di Bozzoli. Ma l’operaio con la scusa di una battuta di caccia con gli amici, in realtà mai avvenuta, è scomparso percorrendo a bordo della sua vettura centinaia di chilometri.
Ottanta chilometri di distanza. Tanti sono quelli che separano il luogo di ritrovamento della vettura dal Passo Crocedomini, ultimo passaggio in cui il telefonino dell’operaio ha dato segni di vita. "Mi ha salutato come sempre. Era in macchina e senza cani" ha raccontato la cugina di Ghirardini che aveva poi lanciato un appello. "Torna a casa Giuseppe, ti prego torna" aveva detto la donna che negando che tra il cugino e l’imprenditore Bozzoli ci siano stati screzi. Nel frattempo la fonderia resta sotto sequestro come disposto dalla Procura di Brescia, nonostante il fratello dell’imprenditore scomparso ne abbia chiesto il dissequestro. Lo ha fatto attraverso un’istanza depositata dal suo legale, l’avvocato bresciano Luigi Frattini, sulla quale il pm Alberto Rossi, titolare dell’inchiesta aperta per sequestro di persona, non si è ancora espresso.
L’appello dell’avvocato di Bozzoli. Patrizia Scalvi, l’avvocato che assiste la famiglia di Mario Bozzolilancia un nuovo appello e invita "chi c’era in fabbrica" quell’8 ottobre, quando Bozzoli sparì, "a raccontare qualsiasi dettaglio possa avere colto: da un espressione del viso di qualcuno a frasi che possono essere state sentite". Soprattutto dopo la morte di Giuseppe Ghirardini. Per l’avvocato Scalvi, "il punto di partenza rimane la fabbrica" dalla quale Bozzoli
potrebbe non essere mai uscito. Ed è per questo che l’avvocato nei giorni scorsi ne ha chiesto e ottenuto il sequestro. La morte di Ghirardini, per l’avvocato, "difficilmente può non essere messa in relazione" a quanto accaduto ma "potrebbe essere anche stato un gesto connesso a una sua situazione di instabilità famigliare, a un momento di depressione". "E’ stato un comportamento ancora tutto da interpretare", ha spiegato il legale.