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 2015  ottobre 17 Sabato calendario

SINGLE RUSSA CERCA UOMINI AUDACI


Affidare a un attempato cronista un’indagine sull’avvenenza delle donne russe e sulla loro generale insoddisfazione nei rapporti sentimentali, è proprio una bella cattiveria. Ci puoi mettere tutta la freddezza professionale che ti ritrovi, ma nell’ingorgo di tacchi a spillo e jeans super skinny delle vie del centro di Mosca, l’effetto “vecchio bavoso, potenziale molestatore” è purtroppo inevitabile. Queste ragazze, ma anche queste signore ultraquarantenni, che sembrano uscite da una rivista di moda di epoca e nazionalità imprecisata, non gradiscono troppo gli sguardi eccessivamente indagatori, né tantomeno i sorrisi compiaciuti degli uomini che le ammirano.
Non è questione di timidezza, e nemmeno di altre implicazioni psico-sociologiche. La verità è che non sono abituate. Da queste parti solo gli stranieri si voltano a guardare. I maschi russi, un po’ per indole un po’ per abitudine, sembrano ignorarle. E loro si sono rassegnate a vagare, bellissime e sensuali, tra caffè, metropolitane e supermarket, in abiti studiati apposta per essere provocanti, con i loro make up da serata di gala e i loro profumi a lunghissima gittata, senza ricevere la minima reazione.
Libere e serene certamente, ma anche un po’ sole. E qualcuna, stringi stringi, lo ammette pure. Irina, un metro e ottanta di sensualità fasciata in un tubino finto-Armani accavalla delle gambe da paura e confida: «La pigrizia dei nostri uomini è sconfortante. E lasciamo perdere il corteggiamento. Quando comincia una relazione è quasi peggio. Ho 28 anni, una laurea, un lavoro, non voglio giocare alla principessa ma realizzare di essere sempre relegata in ultima fila, dopo il lavoro, dopo le bevute con gli amici, dopo le piccole stupidaggini della vita quotidiana, non è bello. E anche tutta quella galanteria formale sa di presa in giro».
Perché, a dire il vero, i giovani maschi russi hanno un comportamento apparentemente impeccabile da cui tutti noi dovremmo imparare qualcosa. A qualsiasi livello di disponibilità economiche e di istruzione, non esiste un ragazzo che non ceda sempre il passo alla sua compagna, che non aspetti fino a chiusura-portone quando la riaccompagna a casa, che non le compri ogni giorno un mazzolino di fiori nelle innumerevoli bancarelle cittadine, che non prenda in mano senza sollecitazioni sporte della spesa, valigie, libri. Può capitare addirittura che qualcuno, vedendo la propria donna già in difficoltà su tacchi spropositati, si incarichi di reggerle anche la vezzosa borsetta firmata.
«Ma è tutta scena. Il vero problema è la scarsa considerazione, il poco interesse per noi come donne e come persone». Olga, bella sessantenne bionda, insegnante di lingue in un istituto post universitario, fa un quadro duro della situazione: «Non esagero se dico che le mie studentesse rischiano la vita pur di piacere ad uomini che in fondo non le meritano. Hanno l’ossessione della bellezza, fanno diete atroci e senza senso. Non sapete quante me ne svengono in classe. E poi quei tacchi allucinanti su qualsiasi terreno, perfino sulla neve... tanto che c’è un boom di problemi al piede, dall’alluce valgo al dito a martello, e perfino di serie complicazioni alla colonna vertebrale. Inoltre spendono tutto quello che hanno in vestiti, trucchi, creme di bellezza, peeling, cerette». E tutto per cosa? Fiera del suo lontano divorzio, Olga ha le idee chiare: «Ci sono passata anch’io. Superati i venticinque anni entriamo nella spirale della paura di non riuscire a trovare un uomo, di restare per sempre sole al mondo».
Le statistiche le danno ragione. Per tutta una serie di motivi, alcolismo in primis, la popolazione maschile in Russia comincia a ridursi notevolmente rispetto a quella femminile superata la soglia dei trent’anni. L’uomo, che da queste parti ha un’aspettativa di vita inferiore alla media occidentale (appena 65 anni), invecchia prima e prima spegne le sue aspirazioni sentimentali e sessuali. Trovare un compagno, per una pur splendida ragazza russa oltre la trentina, diventa maledettamente difficile.
Ma c’è solo la ricerca disperata di un marito, dietro a queste tonnellate di fascino e di sexy appeal sbattute in faccia ai poveri “osservatori professionali”? Probabilmente no. Ne è certa Masha Fiodorova, 43 anni portati con leggerezza, che ci serve una tazza di tè verde biologico nella sua postazione open space da direttrice della redazione russa di Glamour, rivista di moda e bellezza al top delle vendite in Russia nonostante la crisi economica degli ultimi mesi: «I motivi sono tanti ma direi che la bellezza per le donne russe è una sfida. Al di là della patina maschilista della nostra società, l’emancipazione femminile è un dato di fatto scontato. Noi donne comandiamo in famiglia, gestiamo i conti, ci occupiamo dei figli, prendiamo tutte le decisioni, ci sobbarchiamo spesso pure i lavori domestici più pesanti. Essere anche belle e sexy, pur rimanendo capofamiglia occulte, è una soddisfazione senza pari». E si guarda intorno verso le sue giornaliste che si aggirano tra le scrivanie con la grazia di un corpo di ballo d’altri tempi. «Sono bellissime. E sono in scarpe da tennis e pantaloni larghi. Ma ogni mattina arrivano in redazione con tacchi alti, minigonne, giacche firmate. Si cambiano in camerino, e si rifanno il trucco e si rimettono in tiro anche solo per la pausa pranzo». Sono tutte laureate, colte, parlano almeno due lingue. Altro che pupe senza cervello. Il loro ultimo mito? Maria Zakharova, splendente portavoce del ministero degli Esteri che sprizza ogni giorno grinta, acume politico e fascino irresistibile sulle tv di tutto il mondo.
La parte triste della vicenda è che spesso tutti questi sforzi per apparire fatali e senza un solo difetto estetico, non portano poi a grandi risultati pratici. Se si escludono gli incassi di chi sulla bellezza fa affari lucrosi. Mosca, ma anche le periferie russe, sono tutto un brulicare di salon krasoty, saloni di bellezza, per tutte le tasche e per tutte le esigenze. Catene di negozi di lingerie italiane e altri marchi locali ma dal nome subdolamente italiano come Incanto quasi superano per diffusione chi vende generi alimentari. Il boom di manicure, parrucchieri, centri fitness è rimasto indifferente al crollo del rublo e alle ristrettezze dell’attuale clima da Guerra Fredda. Ma alla fine un senso generale di infelicità rimane. Sempre a guardare le statistiche, ci si accorge che dopo i quaranta il numero di vedove e di divorziate aumenta in maniera esponenziale. Il divorzio, che per eredità sovietica è facile e veloce, finisce per essere la conclusione fatale di quasi il 40 per cento dei matrimoni. La vita di coppia viene considerata, in tutti i vari sondaggi d’opinione, un supplizio per entrambi. La separazione, una tappa fondamentale della vita. Non a caso gli uomini dello staff del Presidente plaudirono segretamente al divorzio di Putin dalla sua Ljudmilla dopo 28 anni. «L’idea che l’uomo che si occupa del Paese sia solo e senza vincoli è più rassicurante agli occhi dei russi». La popolarità del leader, in aumento costante, lo conferma.
E per le post quarantenni comincia quasi sempre un’altra vita, e una nuova sfida: tirare avanti, risolvere tutti i problemi e rimanere ovviamente bellissime». La direttrice Fiodorova esalta il coraggio del suo genere e ci riflette su con un po’ di amarezza: «Noi donne russe siamo una macchina da guerra. Vogliamo tutto: comandare, gestire, sedurre. Forse è anche per questo che l’uomo russo alla lunga si rivela deludente. Nella vita e spesso anche a letto». Sorride maliziosamente e poi prova a indagare: «Ma non sarà che a voi maschi facciamo troppa paura?».