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 2015  ottobre 17 Sabato calendario

MERDACCE!


Gli organizzatori avevano davvero pensato a tutto, con tanto di cannoni spara nebbia sulla famigerata Cima del Diavolo e la distribuzione della “bomba” a tutti i concorrenti. La seconda edizione della Coppa Cobram del Garda, definita dagli organizzatori “gara amatoriale, demenziale, non competitiva” ha visto al via da Desenzano (21,8 km intorno al lago e nell’entroterra) 200 concorrenti in sella a bici d’epoca e agghindati con gli abiti dei personaggi della saga di Fantozzi, omaggio alla vera, e mitica, Coppa Cobram disputata dal ragioniere più famoso d’Italia e dai suoi colleghi in Fantozzi contro tutti. Una scena, quella della Coppa Cobram, tra le più apprezzate dal pubblico, miniera di citazioni entrate nell’immaginario popolare come “a bomba”, una boccetta dopante che Fantozzi compra da un losco personaggio per 100 mila lire prima del via e che gli organizzatori della Coppa Cobram del Garda hanno replicato, senza metredina, simbanina, aspirina, franceschina e cocaina, ma solo con pepe di Cayenna (ultimo ingrediente di quella originale), Campari e succo di pompelmo.

DA TUTTA ITALIA
A organizzare questo revival di nostalgici fantozziani ha pensato Mauro Bresciani, 36 anni da Desenzano, che si fa chiamare “il biciclettaio matto”, dal nome della sua bottega artigiana di biciclette (guai a chiamarla negozio o officina) dove personalizza e ripara vecchi velocipedi. Ad aiutarlo nella realizzazione dell’evento la fidanzata Laura e il fratello Massimo: insieme formano l’associazione “Pedali lei?”, un chiaro richiamo al celeberrimo “Batti lei?” fantozziano. Se lo scorso anno la prima edizione aveva raccolto 80 iscritti, per la seconda sono stati 200, con concorrenti un po’ da tutta Italia che replicavano i personaggi di Fantozzi con tanto di occhi pallati e lingue felpate. Non solo quelli protagonisti dell’episodio della Coppa Cobram, ma anche Cecco il Fornaio, di cui si invaghisce la signora Pina, “un orrendo butterato, con il culo molto basso e l’alito agghiacciante tipo fogna di Calcutta”, Franchino, l’autostoppista dall’ascella terrificante e ovviamente la signorina Silvani, da sempre amore segreto di Fantozzi.

VINCE FILINI
La vittoria, ovviamente, non è andata al primo arrivato sul traguardo di questa passeggiata che ha avuto un rifornimento a base di panino con mortadella e pranzo finale in osteria – ma fortunatamente non quella “al Curvone”, dove nell’ordine volarono il Ragionier Filini, il geometra Vannini e il ragionier Colsi devastando un banchetto nuziale. Ebbene, nella Coppa Cobram del Garda la vittoria ha arriso a uno dei tanti Rag. Filini, Mauro Massari da Pisogne, votato dalla maggioranza dei partecipanti per la sua tenuta (occhiali con lenti come fondi di bottiglia, canna da pesca, giubbotto in pelo di capra tibetana e orrendi calzettoni fino al ginocchio), simpatia e la capacità di intrattenere i tanti curiosi presenti sul tracciato e all’arrivo. Come premio una bicicletta con telaio Ferrari degli Anni 80 a scatto fisso.

IL VISCONTE COBRAM
Nel film, a indire la micidiale gara è il temuto Visconte Cobram, “da giovane mediocre ciclista dilettante” che “una volta raggiunto il potere voleva che il ciclismo lo praticassero tragicamente tutti i suoi dipendenti” con tanto di interrogazioni sui termini tecnici, come la punzonatura che Fantozzi definisce un piatto regionale abruzzese. A vestirne i panni nella “zingarata” gardesana ovviamente Mauro Bresciani, l’organizzatore, e quando gli si chiede se Fantozzi a 40 anni dall’uscita del primo film sia ancora attuale, non ha dubbi: «È vero, il mondo del lavoro è molto cambiato, ma oggi come allora nelle grandi aziende vieni considerato solo un numero. Parlo per esperienza personale e proprio per questo tre anni fa ho deciso di licenziarmi e di aprire la mia bottega di biciclette, proprio per non diventare un impiegato fantozziano».

GIOVANI E NO
Le citazioni di Fantozzi, alcune entrate nel lessico comune, a partire dall’aggettivo fantozziano e “organizzazione Filini”, fino a espressioni come “megadirettore galattico”, “cagata pazzesca” riferita alla corazzata Potëmkin, “com’è umano lei” detto con voce strozzata e lingua felpata, sono tipiche di chi è nato tra gli Anni 60 e 80. Oggi i più giovani sembrano preferire un’altra comicità, anche se Mauro Bresciani non è del tutto d’accordo: «I ragazzini conoscono Fantozzi dagli spezzoni di YouTube», dice. «Certo l’età media alla gara era sui 35-40 anni, ma in gruppo c’erano anche ultra sessantenni. Fantozzi unisce tre diverse generazioni, ancora oggi nell’epoca dei social network c’è chi ha voglia di uscire, ritrovarsi e divertirsi. Ho visto tanta gente con il sorriso stampato sulla faccia e per me questa è la soddisfazione più bella». E allora, viva le merdacce!