Gianluca Gasparini, SportWeek 17/10/2015, 17 ottobre 2015
IL CALCIO (INDONESIANO) IN FIAMME
Potrebbe essere un’idea buona per Eric Thohir, che da lì proviene, nel caso in cui i giocatori dell’Inter – squadra della quale è presidente – decidessero di battere la fiacca: tutti ad allenarsi ad Appiano Gentile con la palla in fiamme...
Si chiama Fireball, è conosciuta localmente come Sepak Bola Api, ed è una sfida calcistica con cui gli studenti indonesiani – di fede musulmana – danno il benvenuto al Ramadan. Si tratta di una normale partita di calcio, con una sola piccola differenza: il pallone è incendiato. Attività non per tutti, che richiede robusto coraggio e sopportazione del dolore, celebrata nelle regioni di Yogyakarta, Bogor, Tasikmalaya e Papua. La palla è ricavata dalla fibra di cocco delle palme imbevuta di cherosene. Alcuni dicono venga tenuta immersa per addirittura una settimana, altri sostengono solo 30 minuti, quantità sufficiente perché il pallone resti infuocato lungo tutta la durata del match. Grande importanza rivestono i rituali pre-partita. I giocatori danno fuoco al pallone, si ricoprono di sale e spezie non infiammabili, recitano una breve preghiera e iniziano a giocare. Calciando rigorosamente a piedi nudi. E certe iperboli giornalistiche (tipo “la fiammata del centravanti”) ci stanno benissimo.