Marco Palombi, il Fatto Quotidiano 18/10/2015, 18 ottobre 2015
GUERRA IN AFGHANISTAN E CONSIGLI DI ABBIGLIAMENTO
Ricapitoliamo. Il 7 ottobre 2001 – cioè 14 anni fa – inizia la guerra di Stati Uniti & Co. contro l’Afghanistan scatenata dopo gli attentati dell’11 settembre. A dicembre 2001 inizia la missione internazionale International Security Assistance Force (Isaf) su mandato Onu. La missione, a cui partecipa anche l’Italia, si è conclusa a fine 2014, ma noi siamo sempre lì in una missione Nato che si chiama Resolute Support, “Sostegno risoluto”. Ma che facciamo lì? In teoria supportiamo (risolutamente) il nuovo Afghanistan democratico. Cioè, più o meno: supportiamo la masnada di tagliagole, estremisti religiosi e trafficanti che sono amici nostri. E in pratica? Da 14 anni facciamo la guerra contro la masnada di tagliagole, estremisti religiosi e trafficanti che non sono amici nostri (le squadre, però, cambiano spesso).
Funziona? No, la situazione è più o meno quella di dieci anni fa. Soluzione? Rimanere ancora “per aiutare la pace”. Come? Facendo la guerra come ora (e se si colpisce un ospedale civile, pazienza). Perché? Lo ha deciso Washington, che ci chiede pure di bombardare l’Isis in Iraq (ma non in Siria). Renzi, che somiglia a un Nando Moriconi di successo, agli Usa dice sempre sì, forse perché vuol fare “il sindaco der Kansas City” (o almeno spera che lo lascino dov’è): adesso, dice, “sta pensando” se lasciare i nostri soldati in Afghanistan un altro anno, ma in realtà aveva già detto che saremmo restati in aprile e in giugno. In quest’ultima occasione era ad Herat: indossava una mimetica. Ecco, forse era più adatta una livrea.
Marco Palombi, il Fatto Quotidiano 18/10/2015