Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  ottobre 18 Domenica calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - LE UNIONI CIVILI: BOSCHI CONTRO ALFANO, I VESCOVI CONTRO


REPUBBLICA.IT
ROMA - La lite con gli alleati del Nuovo centrodestra. Poi la mezza apertura del Movimento 5 Stelle che, tuttavia, non risparmia bacchettate né paletti. Infine l’attacco al governo dei vescovi della Cei. Sulle unioni civili e sulla stepchild adoption - la possibilità che, all’interno di una coppia omosessuale, uno dei due possa adottare il figlio del partner - è polemica a non finire. Dopo il botta e risposta di ieri tra Maria Elena Boschi, ministro dem per le Riforme, e Angelino Alfano, titolare del Viminale in quota Ncd, oggi un primo passo verso la ’riappacificazione’. La Boschi, ospite a L’Arena su RaiUno, ha detto: "Sulla stepchild adoption ci sono opinioni diverse e trasversali. Il Pd probabilmente lascerà libertà di coscienza su questo tema. Non ci saranno rotture del governo e di maggioranza, è possibile trovare un accordo". Un chiarimento che, stando a fonti vicine a Ncd, avrebbe raccolto il gradimento di Alfano.
La discussione, tuttavia, oggi è andata a coinvolgere direttamente anche il M5s, impegnato a Imola nella kermesse che apre la strada verso le prossime elezioni. Per arrivare ad approvare il disegno di legge sulle unioni civili - riscadenzamento dei tempi permettendo -, è necessaria infatti una maggioranza che, visti gli attuali punti di dissenso, sarà con tutta probabilità differente rispetto a quella che oggi compone l’esecutivo. Se Ncd si tira indietro, il Pd ha bisogno di numeri e quindi di ’allearsi’ col M5s e forse anche con Sel, entrambi sensibili al tema dei diritti civili.
"Ho chiesto di iniziare a discutere la proposta Cirinnà martedì - dice Gianluca Castaldi, capogruppo M5s al Senato - per poi chiuderla giovedì. E’ il Pd che non vuole, quindi le loro sono chiacchiere. Noi - aggiunge - siamo per i diritti, lo abbiamo detto in aula mille volte, siamo per le unioni civili. Quindi ci troveremo nelle condizioni di fare il bene delle persone che aspettano da 20-30 anni. Il dialogo si apre con le persone perbene e serie, noi dialoghi con il Pd non ne facciamo, ma sui temi sì. Però per dialogare, dall’altra parte deve esserci una persona onesta e seria e in questo caso non c’è".
Parole, quelle di Castaldi, che arrivano dopo lo sprono di Debora Serracchiani, vicepresidente dem: "Chiediamo il voto anche a M5s se vogliono finalmente fare qualcosa. La condivisione e la discussione devono portare alle decisioni, e questa responsabilità deve essere riconosciuta. Abbiamo introdotto il divorzio breve, stiamo provando a fare le unioni civili con quel compromesso che non è neanche il mio, io sono assolutamente favorevole ai matrimoni, ce lo siamo detti tante volte, ho cercato di portare questo mio pensiero, dopodiché l’idea del mio partito è legata al testo della Cirinnà, e lo condivido e lo condividerò, quindi dobbiamo farlo, dobbiamo approvarlo".
Unioni civili, Serracchiani: ’’Chiediamo il voto anche a M5s, se vogliono finalmente fare qualcosa’’
Condividi
Ma sulla questione interviene anche monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, ospite al programma di Lucia Annunziata In Mezz’ora: "Il problema della famiglia - dice - fatta di padre, madre e figli, che può assicurare continuità e futuro alla società non è un problema della Chiesa. E’ una realtà che riguarda soprattutto la società. Io come credente e come cittadino, gradirei che si mettesse in atto quello che l’articolo 29 della Costituzione dice a proposito della famiglia". E sulla Cirinnà: "Io spero che il parlamentare non abbia bisogno del giogo del prete. Spero che si riesca ad avere con chiarezza un’attenzione alla famiglia, fatta di padre, madre e figli e che il governo stesso sia attento anche ad altre realtà che hanno bisogno di essere accompagnate. Chiedo che la politica non sia strabica. Non si può pensare a un governo che sta investendo tantissime energie per queste forme di unioni particolari e di fatto sta mettendo all’angolo la famiglia tradizionale che deve essere un pilastro della società".
Intanto, incalza su Twitter il forzista Renato Brunetta: "Serracchiani: ’ddl unioni civili potrebbe interessare a M5S’. Pd attua metodo mercato delle vacche. Ncd vitellino indifeso #angelinostaisereno" scrive , capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati.
"Da parte del Pd c’è stato un incredibile atto di arroganza e non è sufficiente la risposta da noi data dicendo che siamo pronti anche noi a cercare una maggioranza diversa, perché sappiamo bene che Pd e M5s la legge sulle Unioni civili possono approvarla nel modo peggiore e la nostra ricerca di un’altra maggioranza rischia di essere una battaglia solo di apparenza" dice l’ex coordinatore di Ap Gaetano Quagliariello, che chiede quindi ad Angelino Alfano "il ritiro della delegazione dal governo", se Renzi non corregge la posizione espressa dal ministro Boschi sulle Unioni civili.
La denuncia dell’esponente di Ncd Fabrizio Cicchitto e sugli "opposti estremismi che si sono manifestati in questa vicenda cosi delicata". "L’esplicito contrasto sul tema delle Unioni civili dimostra che l’Ncd non è per nulla subalterno al Pd. Ciò detto, il fatto che esso non è oggetto di intese di governo non giustifica né le posizioni velleitariamente ricattatorie di chi avendo elevate responsabilità di governo afferma che ricercherà altre maggioranze, né quelle di chi nell’Udc parla addirittura di crisi di governo".
Per Cicchitto, infatti, "la senatrice Cirinnà non ha svolto la funzione di mediazione che una relatrice dovrebbe svolgere", mentre "ad alcuni amici dell’Ncd va invece detto che l’eccesso di ostruzionismo in Commissione non ha favorito un dibattito sul merito nel quale potevano emergere anche le posizioni di chi nel Pd non condivide il fanatismo della Cirinnà e ha dato la falsa impressione che l’Ncd sia contrario a una legge sulle Unioni civili in quanto tale. Mentre invece finora si è arrivati ad un consenso che riguarda una larga parte della legge. Infine se si affronta in modo non ideologico anche la questione delle adozioni, esistono più vie d’uscita nel merito, sia attraverso l’ipotesi dell’affido, sia attraverso un’altra ipotesi che ci riserviamo di avanzare non adesso perché oggi tutto vien bruciato dagli opposti estremismi ma a gennaio quando si discuterà sul merito in Senato in modo aperto e libero. A proposito di libertà - conclude Cicchitto - è bene che sulla materia ci sia la più ampia libertà di coscienza".

LASTAMPA.IT
«Questa legge si deve fare. Per il Pd quello delle unioni civili è un tema irrinunciabile. Se Ncd non darà il suo appoggio faremo accordi, alleanze con altre forze per portare a casa la legge». La miccia la accende il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi a metà pomeriggio, mettendo il dito nella piaga di un Nuovo centrodestra già in subbuglio. Angelino Alfano risponde con l’artiglieria pesante. «Anche noi siamo pronti a ogni alleanza in Parlamento e al ricorso al voto segreto, pur di bloccare le adozioni da parte delle coppie gay».
La Boschi parla di «altre alleanze»? «La cosa è reciproca», ribatte piccato Alfano, pronto a tutto «pur di difendere il diritto dei bambini ad avere un papà e una mamma, pur di impedire il ricorso all’utero in affitto che vogliamo diventi reato universale, cioè reato anche se effettuato all’estero».
La questione è delicata. Perché proprio in questi giorni, varate le riforme, una pattuglia di centristi capitanata da Gaetano Quagliariello, pretende da Alfano che rompa con Renzi, accusandolo di eccessiva subalternità al `monocolore´ di Matteo. Sul no alla `stepchild adoption´, l’adozione del figlio del coniuge nelle coppie gay, il partito per una volta è stato di una compattezza granitica. E Quagliariello ha già avuto modo di definire «uno sfregio» la scelta di Renzi di andare comunque avanti. Un sì al ddl Cirinnà, tanto più se dovesse sancire l’irrilevanza di Ncd, aprirebbe una falla ben più vasta.
E infatti Quagliariello affonda: «Si continua a fare di tutto per sancire la subalternità di Ncd. È vero infatti, come afferma il ministro Boschi, che le unioni civili non fanno parte del programma di governo, ma allora non si capisce per quale motivo i ministri e gli esponenti Pd dell’esecutivo continuino a parlarne e ad assumere iniziative in proposito». E Roberto Formigoni, «Renzi corregga la Boschi o è il Vietnam, nessuno si illuda». «Dico a Boschi: il governo stia fuori dal confronto su unioni civili se vuole evitare rebound», twitta a sua volta Maurizio Sacconi.
«Se ci sarà spazio, entro dicembre faremo la legge», pronostica incurante la Boschi. Ma Maurizio Lupi, capogruppo Ap alla Camera, ribatte battagliero: «Arriva il chiaro no di Angelino Alfano ad adozioni coppie gay. Caro Pd siamo pronti a difendere il diritto dei bambini ad avere mamma e papà». E Renato Schifani, presidente dei senatori: «No a nuove forzature! Le unioni civili sono iniziativa parlamentare. Il governo si tenga fuori».
Lega e Forza Italia si incuneano nella lite. Se dovesse passare il ddl Cirinna’ con il voto del Ncd, «saremmo un po’ in difficoltà poi a proporre l’alleanza lombarda anche per altre amministrazioni», avverte il capogruppo della Lega Nord in Regione Lombardia, Massimiliano Romeo.
Soffia sul fuoco Renato Brunetta, capogruppo di Fi alla Camera: «Ufficializzata subalternità Alfano. #angelinostaisereno». Diversi azzurri spingono i centristi a reagire all’umiliazione delle maggioranze variabili, magari per tornare tra le braccia del Cav. E Daniela Santanché chiosa: «La Boschi ha detto chiaramente che il Pd è pronto a scaricare Ncd pur di approvare il ddl sulle unioni civili. Povero Alfano, che fine miserevole che ha fatto».

IL DDL
IL DISEGNO di legge Cirinnà bis è un nuovo disegno di legge che ripropone il testo base adottato dalla commissione Giustizia al Senato nello scorso marzo. Nel capo 1 - le unioni civili - riguarda le sole coppie omosessuali. Nel capo 2 - le convivenze di fatto - ci si riferisce tanto alle coppie etero quanto alle coppie omo.
Tuttavia, il Cirinnà bis recepisce oggi alcune modifiche suggerite dalle audizioni dei costituzionalisti e dal lavoro di elaborazione degli ultimi mesi, tra veti e paletti posti dai centristi cattolici: un modo per aggirare l’opposizione di alcuni senatori in commissione, dove il vecchio ddl era bloccato da mesi tra ostruzionismi e resistenze. Nel nuovo ddl non vi è comunque nessuna apertura al matrimonio egualitario. Con la sua approvazione, le coppie composte da persone dello stesso sesso, qualificate come "specifiche formazioni sociali", potranno usufruire di un nuovo istituto giuridico di diritto pubblico denominato unione civile.
Quanto ai diritti sociali - e alle polemiche che dividono la maggioranza - stepchild adoption (articolo 5, vale a dire estensione della responsabilità genitoriale sul figlio del partner) e reversibilità della pensione restano previsti, così com’erano. Cosa cambia? Non più un registro ad hoc per le unioni civili visto che le coppie saranno iscritte nell’archivio dello stato civile; soppressi però anche alcuni rimandi agli articoli del codice civile che regolano il matrimonio: i diritti e i doveri delle coppie unite civilmente sono elencati negli articoli 3 e 4 che si riferiscono alla vita familiare e agli obblighi di mutua assistenza e di contribuzione ai bisogni comuni e ai diritti sociali derivanti dalla condizione di coppia. Sono previsti i diritti successori dei coniugi. Le leggi, gli atti aventi forza di legge, i regolamenti e i contratti collettivi, ove si riferiscono al matrimonio e ai coniugi, si applicheranno anche alle parti dell’unione civile.
Nel ddl resta anche il titolo secondo (capo 2) sulla disciplina della convivenza: le coppie di fatto, tanto etero quanto omosessuali, vedranno scritti nero su bianco i loro diritti sanciti dalla giurisprudenza italiana ed europea (senza stepchild adotion né reversibilità delle pensioni): dalla reciproca assistenza (ciascun convivente può designare l’altro con pieni poteri o limitati per le decisioni in materia di salute o in caso di morte) alla permanenza nella casa in cui si vive assieme e successione nel contratto di locazione. Dall’inserimento nelle graduatorie per le assegnazioni di alloggi popolari ai diritti nell’attività di impresa.

FAMIGLIE IN PIAZZA
ROMA - Il prossimo quattro dicembre i bambini del " Family Day" non andranno a scuola. Anzi, i loro genitori inonderanno il web con foto di zaini buttati a terra e di migliaia di ragazzini felicemente in vacanza forzata. Perché contro le unioni civili e il " totalitarismo dell’ideologia Gender", che rischia di insinuarsi nell’educazione dei più giovani, il movimento di piazza San Giovanni, ribattezzatosi " Generazione famiglia", ha deciso di passare alle azioni di protesta e di disturbo.
Inziative più di piazza che di Palazzo, visto che sarà ben difficile, come ha ammesso ieri Eugenia Roccella, "fermare in Parlamento le unioni civili", nonostante la trincea dell’Ncd (il suo partito) e di pochi altri.
È tornato a riunirsi a Roma, nella sala grande del cinema Adriano quasi piena, il direttorio del " Family Day": il neurochirurgo Massimo Gandolfini del " Comitato difendiamo i nostri figli", Filippo Savarese di " Manif pour tous" (fortissimo gruppo ultracattolico nato in Francia nel 2012 per fermare i matrimoni gay), Mario Adinolfi de " La croce", per un convegno antropologico-politico di " rifondazione della famiglia naturale". Ossia, con le parole di Filippo Savarese, "per dare il via, in Italia, ad un movimento di popolo schierato coi diritti naturali dei nascituri ad avere un padre ed una madre".
Ma sul palco insieme ai fondatori del Family Day, ieri c’erano Marcello Veneziani, Ettore Gotti Tedeschi, ex presidente dello Ior, ma soprattutto, " guest star", Ludovine De La Rochere, presidente di " Manif pour tous" francese, oggi impegnata in un tour europeo contro unioni gay, gender e utero in affitto. "La battaglia si deve spostare a Bruxelles, nelle corti di Giustizia, noi possiamo fermare le leggi nazionali, ma è il ricorso alla Ue che vanifica il nostro lavoro".
Un incontro per lanciare un manifesto culturale, (tante le citazioni teologiche, ma c’è anche chi mette in guardia da Satana, che aggredisce soprattutto le donne, come sottolinea Costanza Miriano), e una mobilitazione nazionale. E se Marcello Veneziani fa risalire "al ’68 il disfacimento della famiglia, e la società non liquida ma liquefatta in cui viviamo ", l’ex presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, chiede ai preti in sala di alzare la mano, e di fronte agli unici due presenti, tuona contro "la scandalosa assenza della Chiesa, qui dove si difende la famiglia ". Incalza Gotti Tedeschi: "Il fondatore di Comunione e Liberazione, Carron, aveva addirittura imposto ai suoi di non partecipare al "Family Day", vi sembra possibile? Ma non è il Papa ad essere assente, lui è con noi, sono le gerarchie della Chiesa, come io ho potuto sperimentare, che per ignoranza e prudenza boicottano un movimento nobile come questo".
Passano video che spiegano "la barbarie" dell’utero in affitto, il genere, l’identità di genere... L’antropologia concreta del "Family Day". A cominciare, dice Savarese "dal 4 dicembre, quando non manderemo a scuola i nostri figli, per ribadire il diritto alla libertà educativa". Quasi una sfida al ministro Giannini, il Miur infatti sarà inondato da migliaia di raccomandate del popolo anti- Gender contro "quell’ideologia che nelle scuole circola eccome", nonostante le assicurazioni del ministro. E mentre a Milano un convegno del "Family Day" al Pirellone è stato presidiato dalle forze dell’ordine, con i giornalisti tenuti lontani tra le proteste, Ludovine De La Rochelle hai invitato ad una grande manifestazione a Bruxelles. Nella roccaforte cioè di quei tribunali che (per fortuna) difendono ancora i diritti Lgbt...

ILPOST
Mercoledì 8 ottobre la maggioranza al governo ha depositato al Senato un nuovo testo sulle unioni civili che sostituisce, di fatto, il precedente elaborato dalla relatrice Monica Cirinnà. Il nuovo testo sarebbe stato presentato per aggirare l’opposizione di alcuni senatori in commissione Giustizia dove il ddl era bloccato da mesi a causa di due motivi: il duro ostruzionismo di Nuovo Centro Destra e le resistenze dell’area cattolica del PD. Sembra probabile che la legge sulle unioni civili sarà portata in aula direttamente e senza relatore al termine dell’esame del cosiddetto ddl Boschi sulla riforma del Senato: il primo testo Cirinnà finora esaminato non sarebbe più stato valido, perché decaduto, e ne è stato dunque presentato un altro che è simile ma presenta alcune differenze.

Il nuovo testo ribadisce all’articolo 1 la netta separazione nella formulazione tra “nuove” unioni e matrimonio, secondo le richieste di diversi cattolici del PD: cancella ogni riferimento al matrimonio e qualsiasi riferimento all’articolo 29 della Costituzione, quello che cioè regola il matrimonio – a cui nelle versioni originarie della legge Cirinnà c’erano diversi impliciti rimandi. La nuova formulazione ripropone in sostanza un emendamento al primo testo già approvato in Commissione Giustizia definendo l’unione civile come una «formazione sociale» e richiamando in maniera più esplicita un’espressione utilizzata nell’articolo 2 della Costituzione, quello che sancisce i diritti inviolabili dell’uomo. La nuova legge introdurrà di fatto un nuovo istituto di diritto di famiglia, distinto dal matrimonio ma ad esso equivalente.

Un’altra modifica riguarda l’articolo 2 e si prevede che la registrazione delle unioni civili fra persone dello stesso sesso non sia registrata in uno specifico registro. Lo step child adoption è regolato dall’articolo 5 del ddl. Nel progetto di legge si parla della possibilità di adottare il figlio del partner, ma viene esclusa l’applicabilità dell’istituto dell’adozione legittimante: per le coppie dello stesso sesso unite civilmente non sarà possibile, quindi, adottare dei bambini che non siano già figli di uno dei o delle componenti della coppia. Resta invariata la parte sulla reversibilità delle pensioni delle coppie omosessuali e restano estesi alle unioni civili tutti i diritti e i doveri del matrimonio. Il ddl potrebbe essere ancora modificato: il governo infatti si è riservato la possibilità di intervenire e apportare correzioni entro 24 mesi dalla data di approvazione, «per mezzo di decreti correttivi».

Il nuovo testo – firmato sempre da Monica Cirinnà e da tutti i componenti PD della Commissione Giustizia – è il risultato di una mediazione con i cattolici del PD. Il disegno di legge dovrebbe avere anche il sostegno dei 13 parlamentari che fanno riferimento a Denis Verdini, che in una intervista a Radio 24 si è detto favorevole affermando che lo «voterà». Non è chiara la posizione del gruppo che fa riferimento a NCD: Repubblica scrive che il nuovo testo è frutto di una mediazione anche con parte del partito di Alfano, ma il presidente della Commissione lavoro del Senato Maurizio Sacconi ha criticato la nuova versione dicendo che «riproduce sostanzialmente l’originaria impostazione del riconoscimento della genitorialità omosessuale e dell’omologazione tra unioni civili e matrimoni, anche se riduce l’esatta sovrapposizione tra i due istituti. Le modifiche non sono state oggetto di alcun negoziato con Ncd». Si è detto contrario anche Maurizio Lupi: «La nuova versione del ddl sulle unioni civili è una inaccettabile forzatura di cui non comprendo il senso. Il Partito democratico, avallandola, sta sprecando l’occasione di fare insieme una buona legge».