Lauretta Colonnelli, Corriere della Sera 15/10/2015, 15 ottobre 2015
L’ITALIA, L’AMERICA, I LIBRI E IL PREMIO «THE BRIDGE» - C’è
anche un libro sulle risate nell’antica Roma («Laughter in Ancient Rome», University of California Press) tra i cinque finalisti americani in gara per il premio «The Bridge», che è alla sua prima edizione e assicura la traduzione e la pubblicazione in Italia. Scritto da Mary Beard, il volume analizza la tradizione comico-satirica della cultura romana e la mette in relazione con le teorie moderne sull’ilarità, dalla più bassa alla più delicata. Per leggere il libro di Beard bisognerà però aspettare, perché il premio per la saggistica americana è stato vinto da Robert Pogue Harrison, con il suo «Juvenescence. A Cultural History of Our Age», che si assicura la pubblicazione da Donzelli, come verrà annunciato questa mattina durante la cerimonia di premiazione presso la sede dell’ambasciata degli Stati Uniti in Italia. Il premio per la narrativa va invece a Laird Hunt per il romanzo «Neverhome», che sarà tradotto da Bompiani. «The Bridge», che è alla prima edizione, è ideato da Maria Ida Gaeta, che dirige la Casa delle Letterature e ha portato avanti l’iniziativa insieme all’Aific ( American iniziative for italian culture foundation ), all’ambasciata americana, alla Niaf ( National italian american foundation ), alla Fuis (Federazione unitaria italiana scrittori) e a numerose altre istituzioni italiane e americane. L’obiettivo del premio, come spiega Gaeta, è di «creare un ponte tra la cultura italiana e quella americana, per rafforzarne la mutua comprensione. ‘The Bridge’ vuole promuovere la conoscenza e incentivare la lettura di alcune tra le migliori e più recenti pubblicazioni sia di narrativa che di saggistica dei due paesi». I cinque libri concorrenti per ogni sezione sono scelti da una commissione formata da rappresentanti delle varie istituzioni che promuovono il premio. Le cinquine vengono poi passate alle quattro giurie, due per la narrativa e la saggistica americana e due per la narrativa e la saggistica italiana, che agiscono in modo simmetrico: gli italiani giudicano i testi americani e viceversa. I venticinque giurati di ciascuna sezione sono scelti tra accademici, giornalisti, semplici cittadini appassionati alla lettura. I finalisti italiani, che verranno premiati lunedì prossimo, 19 ottobre, nella sede dell’ambasciata italiana a Washington, sono Domenico Starnone con il romanzo «Lacci» (Einaudi) e Quinto Antonelli con «Storia intima della Grande Guerra. Lettere, diari e memorie dei soldati dal fronte» (edito da Donzelli): un volume in cui esplode l’amarezza e la rabbia di operai, contadini, artigiani, costretti a «una vita di trincea che è peggiore a quella dei nostri porci».
Lauretta Colonnelli