Lauretta Colonnelli, Corriere della Sera 12/10/2015, 12 ottobre 2015
SPADA, APRONO PALAZZO E GIARDINO DELLA DISCORDIA
Dopo sei anni di lavori e polemiche, riapre oggi il giardino secentesco in fondo al cortile principale di Palazzo Spada. Un’apertura straordinaria, dalle 15 alle 20, per offrire a cittadini e turisti la possibilità di ammirare gratis uno dei luoghi più suggestivi di Roma, nascosto in una piazzetta a due passi da Campo de’ Fiori. Il giardino fu chiuso perché bisognava realizzare un parcheggio sotterraneo riservato alle auto dei giudici e dei dipendenti amministrativi del Consiglio di Stato, che ha sede qui da circa un secolo. I lavori furono interrotti quasi subito, perché scavando erano emersi antichi reperti romani. Poi, un anno e mezzo fa, arrivarono le ruspe e in un baleno fecero piazza pulita di magnolie alte come palazzi, palme vigorose, vasi in cotto pieni di melangoli, delle arance amare di moda nel Rinascimento. «Tra qualche annetto tornerà tutto come prima», promettevano gli impiegati ai visitatori che dalle finestre delle sale espositive al primo piano osservavano sgomenti lo smantellamento delle fontane e la devastazione delle aiuole. E oggi pomeriggio si potrà verificare se il giardino è uguale a quello di una volta, ricreato seguendo rigorosamente disegni e stampe del ‘600, come assicurano al Consiglio di Stato, elencando le alberature ripristinate: magnolie, melangoli e duecentocinquanta piante di limoni. Per l’occasione è stata rinfrescata anche la facciata principale del Palazzo che si innalza, imponente e leggera al tempo stesso, sulla piazzetta Capo di Ferro. Durante l’estate una squadra di restauratori ha fatto riemergere l’antico candore del prospetto disegnato dall’architetto Bartolomeo Baronino e cesellato da Giulio Mazzoni con ghirlande di fiori e nicchie abitate da statue. Il committente fu, nel 1540, il cardinale Girolamo Capodiferro. Nel 1632 il palazzo passò nelle mani di Bernardino Spada. Nel 1927 divenne proprietà dello Stato italiano. È rimasta aperta al pubblico la Galleria al primo piano, con le opere della collezione di Bernardino e Fabrizio Spada. E si può vedere, oltre la vetrata della biblioteca, la celeberrima finta prospettiva del Borromini, con colonne digradanti che la fanno apparire lunga trentasette metri, mentre è soltanto di otto. Così perfetta che se il Borromini la realizzò in base alla propria prospettiva visiva, misurata dal centro del cortile, doveva essere alto 1,67. A fare i calcoli lo aiutò un frate matematico, Giovanni Maria da Bitonto. Paolo Sorrentino, per svelarne il trucco, nel film «La grande bellezza» fa entrare nella prospettiva Ramona-Ferilli. Oggi, in via eccezionale, si potrà visitare anche il salone di Pompeo, dove i giudici amministrativi prendono le decisioni più importanti sotto la statua di Pompeo Magno, ai piedi della quale nel 44 a. C. fu pugnalato a morte Giulio Cesare. Si potrà camminare lungo i corridoi dedicati a Perseo e a Callisto. Da oggi il palazzo sarà più accessibile: ogni lunedì, mercoledì e venerdì dalle 15 alle 17, e il sabato dalle 10 alle 12, si potrà varcare il portone su piazza Capo di Ferro ed entrare nel cortile, con vista sul giardino.
Lauretta Colonnelli