Lauretta Colonnelli, Corriere della Sera 23/09/2015, 23 settembre 2015
MC MAFIA, CENTO TAVOLE PER FUMETTI ANTICRIMINE
Si intitola «Mc Mafia». Viene presentata come la prima mostra su mafia, camorra e ‘ndrangheta nella storia del fumetto. È aperta fino all’8 novembre nelle sale del Museo di Roma in Trastevere (piazza di Sant’Egidio 1/b), dove è stata inaugurata ieri. Qualcuno in rete ha già commentato l’evento come un clamoroso autogol per il Comune, nel momento in cui è travolto dalla scandalosa vicenda di Mafia Capitale. Per Cinzia Paolillo, presidente dell’associazione da Sud che ha organizzato la rassegna per celebrare i dieci anni dalla sua fondazione, si tratta invece di una «straordinaria campagna per diffondere i temi della legalità e dell’impegno contro le mafie, che passa attraverso il fumetto: un linguaggio unico nel suo genere, in grado di parlare a tutti e di restituire alla collettività testimonianze spesso dimenticate, diffondendo dal basso la cultura antimafia e favorendo l’incrocio di esperienze e linguaggi».La mostra è stata ideata nell’ambito del Restart Festival, il primo della creatività antimafia e dei diritti, che si svolge in città fino al 27 settembre: sei giornate di laboratori nelle scuole, e poi concerti, spettacoli teatrali, cinema, dibattiti su Roma, che si alterneranno sul palco della Casa del Jazz, bene confiscato alla malavita e restituito alla comunità. «Mc Mafia» espone centouno opere originali di fumetti disegnati dal dopoguerra a oggi. Oltre quaranta gli autori raccolti da Luca Scornaienchi, curatore della mostra e responsabile artistico del Museo del Fumetto di Cosenza, dove la rassegna si trasferirà dopo la presentazione romana. «Da sempre le mafie hanno ispirato la produzione di opere culturali», dice Scornaienchi. «È accaduto nel cinema, nella letteratura, nella musica e perfino nel fumetto. In questo senso Mc Mafia rappresenta uno sguardo inedito, una lunga sequenza di tavole, schizzi e illustrazioni originali sulle mafie e l’antimafia nella storia della letteratura disegnata. L’obiettivo è di far vedere come i fenomeni criminali siano stati raccontati nel corso degli anni e come è cambiato l’immaginario». Il percorso espositivo comincia con le storie surreali di Dylan Dog sul fenomeno mafioso, prosegue con le avventure di Nick Rider, agente della squadra omicidi di New York, inventato dalla matita di Claudio Nizzi che lo fa muovere in atmosfere simili a quelle della Little Italy già narrata nel «Padrino» di Martin Sorsese. Si conclude con le tavole tratte dai fumetti più recenti, dove si nota come la maggiore attenzione ai temi dell’antimafia abbia spinto molti disegnatori a mettere da parte il racconto di padrini e picciotti e a dare spazio alle memorie di chi le mafie ha provato a combatterle. Ne sono un esempio le graphic novel pensate dall’associazione da Sud e pubblicate nella collana Libeccio di Round Robin Editrice, o le monografie stampate da Becco Giallo con fumetti dedicati alla vita di Pippo Fava, Peppino Impastato, Don Peppe Diana e altre vittime. Una sezione è dedicata ai loro oggetti personali: la pipa di Mauro Rostagno, gli occhiali di Serafino Famà, la macchina fotografica di Lollò Cartisano, la tessera del Pci di Pio La Torre.
Lauretta Colonnelli