Lauretta Colonnelli, Corriere della Sera 19/09/2015, 19 settembre 2015
BATTERI DI LUCE ILLUMINANO LE ARCATE DEL COLOSSEO
Respinti dai cancelli chiusi del Colosseo a causa delle assemblee sindacali, i turisti si consolano in questi giorni con l’invasione dei batteri giganti sulla parete nord-ovest dell’anfiteatro. Stasera ultimo spettacolo: a partire dalle otto e fino alle due di notte, si potranno vedere le arcate brulicare di microrganismi ingranditi migliaia di volte e immersi in un oceano di colori cangianti creati dai sedimenti che questi microrganismi rilasciano durante la loro esistenza. La scena, visibile da via dei Fori Imperiali e fino a piazza Venezia, è stata creata da Sabine Kacunko, artista tedesca pioniera dell’arte batterica, una forma di installazione che lei realizza prendendo campioni di germi dalla superficie di una struttura architettonica, ingrandendoli al microscopio e proiettandoli sulle pareti dell’architettura stessa. Prima del Colosseo Kacunko ha già creato installazioni batteriche in varie parti del mondo. Ha rianimato gli organismi presenti in reperti di sabbia del Sahara vecchi di duecento anni, e messo sotto il microscopio quelli della foresta amazzonica per poi proiettarli sulla piramide del Louvre. L’idea gli venne parlando con una microbiologa che lavorava nel gruppo di restauratori del Metropolitan Museum. Affascinata da questo approccio multidisciplinare all’opera d’arte, Kacunko fece colonizzare con micro organismi il negativo di una pellicola fotografica e ne ricavò una sorta di pittura astratta. «Il batterio è l’archetipo della vita», dice. Ha realizzato il progetto del Colosseo con particolare attenzione al tema dell’acqua come elemento indispensabile. Ha scelto l’anfiteatro anche perché sorge sul sito di un antico lago.
Lauretta Colonnelli