Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  agosto 24 Lunedì calendario

STRADE DI ROMA (ANTICA) FRA SCANDALI E CORRUZIONE

Scandali pubblici e vizi privati, sete di potere e di ricchezze, erotismo e violenza, corruzione e grandezza, avidità e angoscia esistenziale: è l’affresco dell’antica Roma, dalla Repubblica all’Impero, dipinto da Luca Canali nel volume «Roma infinita», edito da Piemme. Il celebre latinista scomparso un anno fa, che fu scrittore e poeta, insegnante universitario e militante della Resistenza e del Pci (da cui venne poi radiato), racconta la storia della potenza romana non solo attraverso le battaglie per l’espansione imperialistica, ma anche con i ritratti degli uomini e delle donne che ne furono protagonisti. E con le figure di storici, scrittori, poeti, che immortalarono quegli avvenimenti e quei protagonisti, spesso esaltandone fino all’agiografia le gesta eroiche, altre volte esagerandone le efferatezze. Così, nel fiume della grande Storia, Canali fa scorrere le piccole storie delle persone, i particolari più intimi, mettendo in guardia il lettore quando questi particolari sconfinano dalla realtà nella leggenda; cercando di restituire la giusta tonalità alle luci e alle ombre. E attraversando questa immensa folla di personaggi viene da chiedersi che cosa sia rimasto di loro nella topografia della Roma di oggi. È un gioco che si può fare leggendo il libro. Magari utile agli studenti per memorizzare individui che spesso tendono a confondersi l’uno con l’altro, a causa dell’abitudine antica di chiamare sempre con gli stessi nomi i membri di una famiglia. Il nucleo più denso di condottieri e intellettuali è annidato in Prati, nella parte costruita dai piemontesi a ridosso delle mura vaticane subito dopo l’unità. Per far dispetto al papa, i nuovi urbanisti studiarono l’impianto stradale in modo tale che nessuna delle vie avesse come sfondo la cupola della basilica di San Pietro e i nomi di queste vie furono scelti in gran parte tra condottieri e letterati della classicità latina e pagana. Si può procedere affiancando il volume di Canali a una mappa della città. Man mano che si incontrano i personaggi e le loro storie, si va a cercarli sullo stradario. Si trova così una via intitolata a Ottaviano, quindi prima che diventasse Augusto. Ci penserà Mussolini, negli anni Trenta, a sistemare la piazza Augusto Imperatore. Si trova una via Catone, non meglio specificata, mentre Canali dedica una biografia al Censore e un’altra all’Uticense. Anche via Plinio non distingue tra il Vecchio e il Giovane. Invece diverte vedere affiancati, in due strade parallele, il condottiero Caio Mario e il suo luogotenente Silla, prima sodali poi nemici inconciliabili, ma pari nella spietatezza e nella crudeltà usate per reprimere chi si opponeva alle loro ambizioni e «pari anche nello strazio che fecero della costituzione che prima dei Gracchi aveva fatto grande e temuta la repubblica». Via Caio Mario e via Silla sono appunto due traverse di via dei Gracchi, i due famosi tribuni della plebe, gli «haec ornamenta sunt mea» della madre Cornelia, ai quali Canali dedica gran parte del libro. Si chiama via Cicerone un tratto dell’arteria che collega piazza Cavour con piazza Mazzini. Ma per trovare un toponimo di Catilina, che di Cicerone fu il più fiero avversario, bisogna arrivare a Pomezia. Esiliato dalla capitale come altri «cattivi»: via Nerone e via Agrippina ad Anzio, via Caligola a Ostia, via Vitellio ad Anguillara. L’unica matrona degna di una viuzza risulta Livia Drusilla, che pure fu la prima donna dell’impero al fianco di Augusto, per oltre cinquant’anni sua confidente e consigliera. Personaggio immenso, nonostante i giudizi contrastanti degli storici antichi, che Canali riferisce e commenta. Il breve tratto di strada è relegato a Centocelle.
Lauretta Colonnelli