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 2015  agosto 19 Mercoledì calendario

UNA «SPA» D’ARTISTA

Una grande vasca etica, un hammam della riflessione: così viene presentata dai suoi inventori la grande piscina di legno che contiene venticinquemila palline di plastica nera, sulle quali sono incisi frammenti di opere antiche, soprattutto quelle dei filosofi stoici. Questa estate la piscina sta girando per l’Italia e il pubblico è invitato a immergersi in un bagno rigenerante per la coscienza. Dal 4 al 14 settembre arriverà allo Short Theatre (la Pelanda, piazza Orazio Giustiniani, 4). Lo spazio diventerà un luogo di conferenze, letture, dibattiti. L’installazione, che è stata chiamata «Les Thermes» ed è considerata una spa artistica a cavallo fra le arti visive e lo spettacolo dal vivo, è creata dal collettivo Amicale de Production con il patrocinio dell’Università Paris Sorbonne, dipartimento di filosofia. «Il collettivo è un esempio di cooperazione tra artisti intorno a produzioni in forma ibrida e trasversale, volti a cercare risposte estetiche, etiche ed economiche legate alla nuova scrittura della scena», dice Pasquale Porro, professore di filosofia alla Sorbona. Fondato nel 2010 da Antoine e Julien Fournet Defoort Halory Goerger, con sede a Lille e Bruxelles, il gruppo riunisce cinque artisti (Belinda Annaloro, Antoine Defoort, Julien Fournet, Halory Goerger e Sébastien Vial) che ci tengono moltissimo a sottolineare la qualità artigianale del proprio lavoro: «Abbiamo scelto di lavorare in un collettivo in cui tutti sono coinvolti in ogni aspetto dello sviluppo del progetto, compresi tecnici, produttori, progettisti, formatori, organizzatori, esperti di comunicazione e altre figure di laboratorio». La piscina di «Les Thermes» è stata pensata all’insegna dell’arte della conversazione. Spiega Porro: «Si tratta di un’esperienza che parte, molto correttamente, da un’idea fondamentale: la filosofia antica non è mai dottrina, ma stile di vita. È innanzitutto un’opzione esistenziale. Come direbbe Foucault, una tecnica del sé. Pierre Hadot, nel suo «Esercizi spirituali e filosofia antica», focalizza molto bene l’attenzione sulla filosofia come modo di vivere. Il concetto centrale è tutto chiuso in questa parola: esercizio , che deriva dal greco askesis , da cui anche ascesi ».L’esercizio è quello ginnico, fisico, dell’atleta che si prepara a superare una prova, ma anche l’esercizio spirituale volto a forgiare se stessi. Nello stoicismo questa dimensione definisce la pratica stessa della filosofia. Pratica che è volta a sviluppare la concentrazione, a sentirsi in armonia con gli altri e con il mondo, attraverso la meditazione e la consapevolezza di non essere altro che frammenti della razionalità cosmica. L’obiettivo è il controllo delle passioni, la conquista di un atteggiamento imperturbabile sia nel bene che nel male. La morte stessa non è qualcosa da temere ed esorcizzare, ma parte irrinunciabile del ciclo vitale: il vero filosofo vive ogni giorno come se fosse l’ultimo. Si tratta di un’etica rigorosa, laica e materialista, in cui tutto è natura e non sono previsti premi o ricompense. «Non c’è nessun dualismo tra corpo e anima: un aspetto ben rappresentato nella metafora di Les Thermes , dove i corpi dei visitatori sono letteralmente immersi nel gioco del sapere», fa notare Porro. E nel gioco si incontrano aforismi che vanno da Marco Aurelio, l’imperatore vissuto tra il 121 e il 180 d. C. e considerato l’ultimo grande esponente dello stoicismo classico, a Baltasar Gracián, gesuita spagnolo (1601-1658) sostenitore dell’arte della dissimulazione in quanto categoria dell’essere che mira a innalzarsi al di là di se stesso, in un procedimento di continuo esercizio alla protezione dei propri fini. Le frasi incise nelle palline nere invitano i bagnanti a essere sobri quando si rilassano, a trovare la propria consolazione in ogni cosa, a sentirsi «una sfera perfetta, felice della sua stabile rotondità».
Lauretta Colonnelli