VARIE 15/10/2015, 15 ottobre 2015
APPUNTI PER GAZZETTA - IL CDM VARA LA LEGGE DI STABILITA’ REPUBBLICA.IT MILANO - E’ finita poco prima delle 15 la riunione del Consiglio dei Ministri che ha trattato della Legge di Stabilità 2016, manovra da 27-30 miliardi, con un elastico di cifre che dipende dal riconoscimento o meno in sede europea di un margine di flessibilità pari allo 0,2% del Pil (circa 3 miliardi di euro), alla luce dell’emergenza migranti
APPUNTI PER GAZZETTA - IL CDM VARA LA LEGGE DI STABILITA’ REPUBBLICA.IT MILANO - E’ finita poco prima delle 15 la riunione del Consiglio dei Ministri che ha trattato della Legge di Stabilità 2016, manovra da 27-30 miliardi, con un elastico di cifre che dipende dal riconoscimento o meno in sede europea di un margine di flessibilità pari allo 0,2% del Pil (circa 3 miliardi di euro), alla luce dell’emergenza migranti. La maggior parte di quei denari, 17 miliardi, servono per sterilizzare le clausole di salvaguardia ereditate dal passato. Alla Finanziaria il presidente del Consiglio ha attribuito lo slogan "L’Italia con il segno ’più’", nel corso di una in conferenza stampa partita con il cordoglio per le vittime degli eventi del maltempo. Presentando il testo, Renzi ha sottolineato che "per la prima volta nella storia repubblicana con il nostro governo le tasse vanno giù" e ha citato gli interventi quali il bonus da 80 euro, il taglio di Imu e Tasi e gli interventi su Ires e Irpef già definiti o in arrivo nei prossimi anni. "Si scrive ’legge di Stabilità’, ma si pronuncia ’legge di fiducia’. Il nostro destino non è Bruxelles, a New York, a Pechino; è nelle nostre mani", ha detto ancora il premier. Proprio sul rispetto dei dettami comunitari: "C’è una parte tra di noi che ritiene che le regole europee debbano essere rispettate e una parte che vorrebbe applicarle con un pochino più di fantasia. La nostra scelta è di rispettare le regole europee avendo fatto un lavoro gigantesco per cambiarle". Nella sua introduzione, Renzi ha parlato di un taglio dell’Ires, la tassa sui profitti delle imprese, al 24% dal prossimo anno. L’anticipo rispetto al calendario iniziale, che prevedeva il taglio dal 2017, dipende però dall’ok Ue allo sfruttamento dei margini sull’emergenza migranti: "Se ci sarà questa clausola, saremo ben felici di usarla per l’Ires e ulteriori interventi sull’edilizia scolastica". Parlando delle "molte buone notizie" contenute nella Finanziaria, ha annunciato gli attesi interventi sui "minimi per le partite Iva, una sorta di Jobs Act per i lavoratori autonomi". Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha aggiunto: "Questa manovra porta un notevole abbattimento delle tasse, sulla prima casa ma anche sull’attività dell’impresa: abbattiamo le tasse su tutto il campo". #italiacolsegnopiù: Matteo Renzi illustra la legge di stabilità su Twitter 1 di 30 Immagine Precedente Immagine Successiva Slideshow () () Nel dettagliare il testo, il premier è tornato a fare uso delle slide per spiegare gli interventi. A cominciare proprio dall’abolizione delle tasse sulla prima casa, per poi annunciare un intervento straordinario sulle case popolari di efficientamento energetico ed edilizio. Confermati dunque i ’super-ammortamenti’: le aziende che investono in macchinari possono ammortizzare il 140% del loro valore. Al quarto punto, Renzi ha messo il ’Paese più semplice’ che riguarda le misure sul contante (tetto di utilizzo da 1.000 a 3.000 euro - SONDAGGIO), per le partite Iva e gli autonomi. Sotto la sigla del ’Paese più autorevole’ vanno le misure per il rafforzamento della cooperazione internazionale in Africa, sotto quella del ’Paese pià orgoglioso’ l’assunzione di mille ricercatori e l’introduzione di 500 cattedre speciali e altrettante "assunzioni nella cultura". Per l’edilizia, conferma a "ecobonus e bonus mobili e altre misure confermate e questa è un’altra buona notizia". Lo sblocco dei soldi dei Comuni (675 milioni) in avanzo, ma congelati dal patto di Stabilità, è un altro degli interventi proposti, con 450 milioni di intervento per "chiudere la ferita della Terra dei Fuochi"; sempre guardando al Sud sono stati inseriti fondi per la Salerno-Reggio Calabria e stanziamenti per l’Ilva. Ancora, sul versante sociale, 400 milioni per il servizio civile e, su quello dell’agricoltura, l’abolizione dell’Imu agricola e dell’Irap (800 milioni). Entrano inoltre nella manovra anche il finanziamento del Fondo per le agevolazioni assicurative in agricoltura contro le calamità naturali con 140 milioni di euro e una dotazione di 45 milioni per il rinnovo delle macchine agricole. Confermato anche l’intervento inserito nel Piano latte del ministro Maurizio Martina a favore degli allevatori, con l’aumento della compensazione Iva da 8,8% a 10% per i produttori di latte. In tema di lotta alla povertà, con 600 milioni impegnati, Renzi ha annunciato misure soprattutto per i minori, con interventi coordinati con Comuni, terzo settore e fondazioni bancarie (social card). Anche sulle pensioni si conferma l’esclusione di una flessibilità in uscita vera e propria, ma entrano il part-time, un innalzamento della no-tax area, l’opzione donna e la salvaguardia per gli esodati. Mezzo miliardo riguarda ancora la contrattazione di secondo livello, 300 milioni i contratti pubblici. Rispetto alla vigilia si conferma anche il canone Rai nella bolletta della luce: sarà ridotto nel 2016 dagli attuali 113,50 a 100 euro per poi scendere a 95 euro nel 2017. I tecnici sono ancora al lavoro per la definizione della norma. L’ipotesi più accreditata è che il canone sia spalmato in più rate con la cadenza bimestrale delle bollette della luce, permettendo così di non pesare troppo sui consumatori e ridurre il rischio morosità. Sulla sanità è stato confermata la dotazione del fondo di 111 miliardi, contro i 113 attesi. Nella voce dei risparmi va anche il taglio promesso da 8mila a mille partecipate. "La spending review sarà quello che ci aspettavamo, al netto degli interventi sulle tax expenditure: circa 5 miliardi", ha spiegato Renzi dimezzando dunque l’obiettivo rispetto ai 10 miliardi annunciati nei mesi scorsi. 1 miliardo è atteso dalle norme sui giochi, dalla voluntary disclosure - il rientro dei capitali detenuti illegalmente - si prevedono incassi per 3,4 miliardi. La flessibilità Ue, va ricordato, nella sua massima portata vale 16-17 miliardi con l’innalzamento del rapporto deficit/Pil fino al 2,4%. Una stretta è prevista nella decontribuzione per chi assume a tempo indeterminato (nel 2015 copre fino a 8mila euro di contributi: "Entro il 31 dicembre ci saranno sgravi nella loro interezza, per chi assume nel 2016 lo sgravio si riduce del 40%" e poi si ridurrà ancora. Il testo dovrà ora passare all’esame del Parlamento e di Bruxelles; l’Europa avrà tempo fino alla fine di novembre per dare l’ok, ma se dovesse chiedere modifiche sostanziali (come avvenuto nei giorni scorsi per la Spagna) si farà sentire nel giro di un paio di settimane. Già il vicepresidente Valdis Dombrovskis è tornato a farsi sentire in riferimento all’annunciata abolizione della tassazione sulla prima casa: sul fisco, la Commissione europea conferma l’invito a spostare la tassazione dal lavoro a consumi, proprietà e capitale, mentre "l’azione decisa dal governo italiano non va in questa direzione: dovremo discutere con le autorità italiane per capirne le ragioni". Proprio a lui ha risposto indirettamente Padoan quando ha rimarcato che il taglio del Fisco è "a tutto tondo". Questa sarà l’ultima Stabilità: dal prossimo anno tornerà ad abbinarsi, infatti, alla legge di Bilancio che dall’abolizione della Finanziaria viaggia su binari paralleli. REAZIONI ROMA - La legge di Stabilità approvata in poco meno di due ore dal Consiglio dei ministri e trasmessa alla Commissione europea che esprimerà il suo giudizio il mese prossimo, registra già le prime reazioni, espresse sia dai sindacati che dai politici. A iniziare dal deputato pd Stefano Fassina che accosta la manovra a una mossa berlusconiana: "I contenuti veri del Disegno di Legge di Stabilità saranno chiari soltanto quando verrà presentato al Senato. Per ora, dietro i fuochi d’artificio del Governo, i titoli noti rendono evidente il fine elettorale, giocato su maggiore iniquità sociale e altri colpi al welfare. L’Italia ha urgente necessità di un piano per il lavoro. Arriva invece una manovra senza impatto espansivo, attenta agli interessi più forti. Una manovra berlusconiana per segno elettorale e sociale". E giudica "immorale stanziare poche centinaia di milioni contro la povertà e regalare circa 2 miliardi ogni anno alle abitazioni milionarie con l’eliminazione della Tasi per tutti e la rinuncia alla riforma del Catasto. È immorale sostenere il riciclaggio con l’innalzamento della soglia per l’utilizzo del contante a 3000 euro e tagliare ancora 2 miliardi a una Sanità pubblica segnata dalla spesa pro-capite più bassa dell’euro-zona. È inaccettabile - continua- lo stanziamento indicato per i contratti del pubblico impiego e l’assenza di un intervento generale di flessibilità sul pensionamento a fronte della previsione di sgravi generalizzati sui profitti delle grandi imprese. È paradossale applicare la clausola degli investimenti e tagliare gli investimenti, dimenticando il Sud, condannato a un impoverimento sempre più drammatico". I sindacati sono divisi sull’impatto che la Legge avrà sull’economia reale. La Cgil stronca la manovra: "Attendiamo di conoscere il testo del disegno di Legge di Stabilità per poter esprimere un giudizio compiuto, ma dalle parole del premier e dalle slide della conferenza stampa emerge un Paese con quattro segni meno. Meno libertà per i lavoratori: sul fronte delle pensioni non c’è flessibilità e senza flessibilità in uscita ci sono ancora meno possibilità per i giovani di entrare nel mondo del lavoro. Meno lotta all’evasione e all’illegalità: l’innalzamento della soglia dell’utilizzo del contante favorisce l’evasione e l’elusione fiscale, l’economia sommersa, il lavoro nero e la corruzione. Meno sanità: si continua nella politica di disinvestimento nella sanità pubblica. Il fondo passa dai 109 miliardi di un anno fa ai 110 di oggi, il miliardo in più non copre neppure gli indici di adeguamento del fondo previsti dall’invecchiamento della popolazione, e i nove milioni di persone che già oggi non riescono a curarsi faranno sempre più fatica. Meno valore al lavoro e meno salario: 300 milioni stanziati per il rinnovo del contratto dei lavoratori del pubblico impiego equivalgono a 7,80 euro lordi al mese per i prossimi tre anni". Infine la Cgil pone anche "una questione di trasparenza: dobbiamo commentare, ancora una volta, parole e slide, senza conoscere i testi che sono stati secretati". Per Michele Gentile, responsabile dei settori pubblici della Cgil "la beffa ulteriore è che con un aumento di un centinaio di euro lordi pro capite all’anno, il dipendente che già beneficia del bonus degli 80 euro potrebbe splafonare la soglia di reddito annuo che gli consente di riceverlo". Soddisfatta la Cisl per la decisione assunta dal Consiglio dei ministri di cancellare dal 2016 Irap e Imu agricola" commenta Luigi Sbarra, Segretario Confederale Cisl e Commissario Nazionale Fai-Cisl. "La decisione di alleggerire il carico fiscale su dipendenti e imprese agricole va ora difesa in Parlamento e collegata a una serie di altre iniziative che formino un patto per lo sviluppo del lavoro agricolo, le parti sociali hanno la responsabilità di intensificare la collaborazione, di valorizzare bilateralità e contrattazione per elevare gli standard di competitività e di tutela". Ma resta negativa l’opinione sul lavoro pubblico: "E’ del tutto insufficiente la risposta per i contratti del pubblico impiego, lavoratori che aspettano il contratto da sei o sette anni: non si può immaginare un aumento lordo da dieci, quindici euro al mese" ha detto il leader della Cisl, Annamaria Furlan, al Gr1 Rai: "E’ assolutamente insufficiente, bisogna trovare risorse per dare una risposta dignitosa". Tutte balle gli annunci del premier per il M5s. "La nuova legge di stabilità parla di un’Italia con il segno più. Più slogan, più annunci, più balle" scrive su Facebook il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, membro del direttorio M5S. "Niente abolizione Legge Fornero. Niente Reddito di Cittadinanza. Niente aiuti alle imprese ma solo annunci per il 2017. Niente soldi alla sanità e 2 miliardi in meno rispetto all’invecchiamento della popolazione". Rincarano la dose i gruppi parlamentari M5s: "Padoan non ha trovato i soldi per le sparate propagandistiche di Renzi. Ed era inevitabile. Il taglio Ires tanto sbandierato non c’è più, la spending review è ridotta al lumicino e tutte le altre maggiori coperture, dalle briciole Ue sul deficit al rientro dei capitali, sono solo "una tantum", mentre nel 2017 abbiamo 26 miliardi di clausole di salvaguardia che diventano un macigno sempre più grande. E’ così che si rendono strutturali le riduzioni fiscali? Per ammissione dello stesso Renzi stiamo parlando di un testo che non esiste. Cosa manda stasera in Europa? le slide-tweet? un governo che non sa tagliare gli sprechi, che continua a fare terra bruciata intorno ai commissari e sub-commissari alla spending, che non rilancia gli investimenti riesce in realtà soltanto a massacrare ancora la sanità. In pratica, gli italiani l’anno prossimo non pagheranno forse le tasse sulla prima casa ma dovranno pagarsi profumatamente medicine ed esami diagnostici". Parla di imitazione di Berlusconi anche il capogruppo di Sel a Montecitorio Arturo Scotto: "Renzi per la legge di stabilità lancia l’hashtag Italia col segno più, ma c’è un’Italia che ha ancora il segno meno: meno risorse sulla sanità - 4 miliardi rispetto al patto per la salute, meno risorse per il rinnovo dei contratti pubblici, meno equità sulla prima casa - perché si fanno parti uguali tra diseguali, meno flessibilità per i lavoratori sull’uscita dal ciclo lavorativo, meno lotta all’evasione fiscale con l’innalzamento dell’uso del contante a 3000 euro. Ma soprattutto nessun programma di rilancio degli investimenti pubblici, visto che i soldi verranno messi sulla cancellazione della Tasi per tutti. Un’operazione dal sapore elettorale che imita il miglior Silvio Berlusconi. Con questa legge di stabilità ci sarà un’Italia che avrà di più, quella più forte, e ci sarà un’Italia che avrà di meno, quella che nel corso degli ultimi anni ha pagato di più". Spara a zero Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati: "Renzi ha fatto una televendita, meglio di Wanna Marchi. Ha dato tutto a tutti, non ha dato una sola indicazione di coperture. Questo è un atteggiamento irresponsabile e spudorato". Mara Carfagna, portavoce degli Azzurri alla Camera al Tg1 commenta la riduzione delle tasse sulla casa: "E’ solo lo specchietto per le allodole utilizzato da Renzi con la consueta furbizia e spregiudicatezza. Il resto della manovra è finanziato in deficit, mancano coperture certe e soprattutto manca la parte più importante ovvero una vera e drastica riduzione della spesa pubblica improduttiva. Come sempre la mancanza di serietà è la cifra di questo governo". PENSIONI FLESSIBILITA. LEGGO.IT L’idea è quella di fornire un ventaglio di possibilità al lavoratore che intende lasciare il lavoro per andare in pensione prima dei tempi canonici fissati dall’ultima riforma del settore, quella targata Monti-Fornero. Poletti ha parlato di «strumenti differenziati adatti e coerenti con le diverse situazioni». In questo momento sono tre le opzioni sul tavolo del ministro: la possibilità di anticipare la pensione fino a 62 anni di età con penalità; quota 100; un ”ponte“ per chi ha perso il lavoro a pochi anni dal raggiungimento dei requisiti richiesti per l’accesso all’assegno pensionistico. Tutte e tre, come detto, potrebbero entrare nel menù della legge di Stabilità. Ovviamente l’aspirante pensionato ne potrà scegliere solo una, in base alle sue convenienze e alla situazione personale. Non è ancora escluso che a queste tre opzioni se ne possa affiancare anche un’altra: quella della cosiddetta ”staffetta generazionale“, con il lavoratore over 60 che, per consentire all’azienda di assumere un giovane, dimezza l’impegno lavorativo con un part-time e intanto inizia a percepire metà pensione. Il disegno di legge messo a punto già nella scorsa legislatura prevede, con 35 anni di contributi, la possibilità di anticipare l’età del pensionamento fino a 62 anni, con un sistema di penalizzazioni (dal 2 all’8% a seconda di quanti anni mancano ai 66). Nessuna penalizzazione per chi ha maturato 41 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica. «È un meccanismo che garantirebbe enormi benefici di equità sociale e anche per i giovani, perché immobilizzare i lavoratori fino a 67 anni significa chiudere le porte del mercato del lavoro ai nostri figli e ai nostri nipoti» spiega Cesare Damiano, firmatario del ddl e presidente della commissione Lavoro della Camera. Il problema di questa proposta è il costo molto alto, nonostante la penalizzazione resti ”a vita“. Si sta quindi lavorando a ipotesi con penalizzazioni più alte, in un range compreso tra il 3 e il 10%. «La flessibilità in uscita dal lavoro è una misura urgente e necessaria. Trovare punti di mediazione è possibile» commenta il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta (altro firmatario della proposta). Il sistema delle quote (mix contributi-età anagrafica) abolito dalla riforma Fornero torna tra le opzioni. Ma con un tetto più alto: quota 100 (prima delle Fornero nel 2013 ci si sarebbe dovuti assestare a quota 97). In pratica chi ad esempio ha 40 anni di contributi e 60 di età può andare in pensione senza penalizzazioni. Questa opzione varrebbe per chi, a pochi anni dalla pensione, si ritrova disoccupato e senza ammortizzatori sociali (gli esodati ad esempio): in questi casi si potrebbe chiedere un anticipo dell’assegno pensionistico fino ad un certo limite (equiparato all’Aspi) da restituire successivamente a rate. Accanto all’ipotesi ”ponte“, per ora resta in piedi anche quella del ”prestito“ che possono chiedere tutti i futuri pensionandi dai 62 anni in sù.