Giampaolo Visetti, Affari&Finanza – la Repubblica 12/10/2015, 12 ottobre 2015
ADDIO AL CONTROLLO DELLE NASCITE SFIDA DEMOGRAFICA LANCIATA DA PECHINO
La crescita cinese è fattore chiave per la ripresa globale. Sull’economia di Pechino incombe però un elemento sottovalutato: l’andamento demografico. Questo è decisivo al punto che nel medio periodo le pensioni degli anziani europei dipenderanno dai fiocchi rosa e azzurri dei neonati cinesi. La dipendenza vale anche per i posti di lavoro per i consumi. All’andamento demografico i leader comunisti dedicheranno la prossima sessione plenaria del comitato centrale, concentrata sul piano di sviluppo 2016-20. Il vecchio lessico tecnocratico non deve trarre in inganno: lo sviluppo economico della seconda economia mondiale per i prossimi cinque anni è oggi più importante di qualsiasi altro documento di programmazione. Il dato su cui il governo cinese riflette lo ha fornito l’Accademia cinese delle scienze: nel 2025 la popolazione nazionale raggiungerà il tetto massimo di 1,41 miliardi di persone, mentre i cinesi nel 2050 saranno meno dei contemporanei. A fine 2014 la popolazione della Cina era pari a 1,37 miliardi di individui, alla metà del secolo scenderà attorno a 1,3 miliardi, superata da quella indiana. Le conseguenze sono enormi. Fino al 2030, per mantenere la stabilità sociale e un tasso di crescita non troppo inferiore al 6%, Pechino dovrà creare tra 15 e 17 milioni di posti di lavoro l’anno. Per la prima volta a contare non sarà solo la quantità, ma la qualità. Da uno a tre milioni di posti di lavoro dovranno essere a disposizione dei nuovi laureati, che rifiutano mansioni sottovalutate rispetto al titolo. Per sostenere la propria economia, contribuendo alla crescita anche in Occidente, la Cina deve passare dal dividendo demografico a quello di produttività: meno nuovi ingressi nel mercato del lavoro, ma assunti capaci di rendere più degli attuali, grazie all’interazione con nuove tecnologie e robot. Sul lungo periodo però nemmeno l’aumento della produttività e l’hi-tech basteranno a compensare il calo demografico. Pechino si appresta così ad uno storico annuncio: la fine della pianificazione famigliare imposta da Deng Xiaoping. Negli ultimi anni l’obbligo di figlio unico è già stato attenuato, ma le concessioni sono un fallimento. La leadership rossa si è infine convinta che solo l’addio totale al figlio unico può evitare che la Cina faccia la fine del Giappone, scosso proprio a partire dall’invecchiamento. La competitività è oggi direttamente proporzionale alle nascite: Pechino corre ai ripari, l’Europa non può stare a guardare.
Giampaolo Visetti, Affari&Finanza – la Repubblica 12/10/2015