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 2015  ottobre 13 Martedì calendario

LA CASA DEL DIAVOLO


Bee o non Bee? In casa Milan è questo il grande dubbio, rivisitazione in salsa thailandese dell’amletico “essere o non essere”. Gli interrogativi sul futuro agitano il sonno della società: una squadra ancora alla ricerca di una propria identità ben definita non è altro che il riflesso sul campo. In un momento così delicato, storicamente importante e decisivo, abbiamo provato a capirne di più partendo da quello che è stato il primo sguardo al futuro lanciato dal club rossonero, dal primo momento in cui il Milan ha iniziato a tuffarsi nell’era moderna, sulla scia dei maggiori club europei: il cambio di sede. Dopo il trasloco, sono arrivati il sogno del nuovo stadio e l’apertura a nuovi possibili investitori. Tutto è partito da lì, da quel primo indizio. Ecco perché, dopo la visita di qualche mese fa all’Inter, siamo stati a Casa Milan.

SOGNANDO IL “GIARDINO”
Funzionale e all’avanguardia. Casa Milan è dal 19 maggio 2014, giorno dell’inaugurazione, la nuova sede del club rossonero, quella per cui è stato abbandonato lo storico civico 3 di via Turati, nel cuore di Milano, che dal 1966 (per quasi 50 anni, dunque) è stato scenario di incontri più o meno top secret, di grandi firme e dolorosi addii, di ritrovi di tifosi festanti e contestazioni. Dalle sue finestre si affacciò il figliol prodigo Kaká nel 2013, accolto dall’ovazione di centinaia di sostenitori che avevano bloccato il traffico della via, tanto per dirne una. Dopo il trasloco, tutto ciò dovrebbe avvenire a Casa Milan, nell’area del Portello, la zona che negli ultimi tempi è stata al centro di tante discussioni e polemiche dato che, nei piani di Barbara Berlusconi, avrebbe dovuto ospitare anche lo stadio del Milan. Proprio l’amministratore delegato rossonero è l’artefice di questo nuovo corso: è stata lei a volere fortemente una nuova casa ultramoderna per il club, sempre lei ha scelto l’architetto per curarne il design (si tratta del “guru” Fabio Novembre, che anche in passato collaborò con il Milan curando l’allestimento della mostra sulle maglie rossonere alla Triennale) e si è battuta (senza successo, almeno per ora) per regalare alla casa il “giardino” dove far giocare la squadra alla domenica, altro suo grande desiderio.

LA CASA DEL TIFOSO
Casa Milan è un gioiellino: l’impatto con la sua architettura è notevole. Un edificio di quattro piani (più altri due interrati) che si affaccia su un vasto piazzale, sfruttato spesso per eventi. Quando arriviamo, ad esempio, stanno allestendo tavolini e sgabelli per un aperitivo serale legato alla “settimana della moda” e aperto a tutti, promosso attraverso facebook. È la filosofia che il club rossonero vuole adottare, allineandosi a quanto già fanno i maggiori club europei. Il messaggio è chiaro: Casa Milan deve essere la casa del tifoso e non un edificio distante, istituzionale. Da qui la scelta del piazzale antistante che dovrebbe ospitare le future celebrazioni dei successi rossoneri, quella di installare un maxischermo su una facciata laterale dell’edificio (“inaugurato” nel 2014 quando trasmise le partite dell’Italia al Mondiale) o quella di raggruppare attorno agli uffici del club tutte le attività che hanno a che fare con il mondo Milan e che toccano da vicino il tifoso. Guardando l’ingresso, alla sua sinistra troviamo infatti lo store che vende i prodotti ufficiali e la biglietteria, mentre sulla destra si aprono le porte di Cucina Milanello, il bar-ristorante aperto a tutti che nei weekend regala agli appassionati la possibilità di seguire in tv la partita del Milan insieme a un giocatore della prima squadra.

NIENTE RELAX, SIAMO IL MILAN
Nei 9mila metri quadri racchiusi nel palazzo in vetro gli spazi a misura di tifoso, insomma, non mancano: quelli inaccessibili, invece, proviamo a raccontarveli, nonostante la grande cautela e la prudenza del club nel mostrarceli. Le porte scorrevoli di Casa Milan si aprono per il Guerin Sportivo alle 11 di un tiepido venerdì: è una giornata di lavoro come tante per tutti i 120 dipendenti circa che popolano la sede, già nei loro uffici da un paio d’ore. Il motto “we are ac milan” sulla parete di fondo ci accoglie, insieme al sorriso delle ragazze alla reception e all’ufficio stampa che ci accompagna nella visita. Quattro ascensori fanno su e giù dai piani, saltando il primo ancora inaccessibile: lì sorgerà MilanLab, struttura al momento confinata a Milanello, ma i lavori non sono stati ancora ultimati. Saliamo al secondo, dunque, quello delle sale riunioni con nomi come “Duomo”, “San Siro”, “Montenapoleone” o “Turati”, ultima dedica alla vecchia sede. Qui si trova anche l’area relax, un ampio spazio con poltroncine rossonere, giornali e persino una cyclette a disposizione dei dipendenti che vogliono concedersi una pausa. Indicativo il fatto che, quando arriviamo noi, nell’area relax non ci sia nessuno: lavoro, lavoro, lavoro.

UNO SQUARCIO DI UMANITÀ
Tutti i piani dell’edificio sono disegnati in maniera identica: ascensori “contornati” da gigantografie di campioni di ieri e di oggi, una segreteria di riferimento e un lungo corridoio che fa tutto il perimetro, sul quale si affacciano gli uffici. Le targhette sulle porte, rigorosamente chiuse, ci permettono di farci un’idea di cosa accada lì dentro: “Progetto giovani” (in sostanza l’ufficio che si occupa delle varie scuole calcio Milan in Italia e nel mondo, in cui lavorano 6 dipendenti), “Booking gestione stadio”, “Travel manager” (chi si occupa di organizzare le trasferte e di fare tutti i sopralluoghi del caso), “Responsabile organizzativo dello stadio”, “Finanze e tesoreria” resteranno solo etichette alle quali non riusciamo ad abbinare un volto. Ci piacerebbe infilare almeno la testa in uno di questi, ma non ci viene consentito. Così, la porta aperta della responsabile dell’ufficio del personale che ci invita a fare quattro chiacchiere illustrandoci il suo lavoro ci appare come una ventata di umanità in un mondo in cui tutto sembra muoversi apparentemente in modo “robotico”. Il tocco personale all’arredamento è dato da una lavagna a fogli mobili su cui trovano spazio anche foto di famiglia e da una scrivania ordinata ma “vissuta”. In breve ci racconta la sua giornata-tipo, la ricezione quotidiana di decine di curricula (anche di preparatori, nutrizionisti, osservatori più o meno improvvisati, che mandano relazioni tecniche, schemi, consigli) o il piacere di esaminare in pochi giorni oltre 7mila candidature per selezionare 16 profili, impresa di cui fu protagonista quando, all’inaugurazione di Casa Milan, Barbara Berlusconi indisse di fatto un bando pubblico, annunciando che la società cercava personale per le sue nuove strutture. Storie di vita di tutti i giorni, ma quando chi te le racconta si illumina ancora al solo ricordo diventano qualcosa di più.

I LUOGHI DELLA COMUNICAZIONE
Tutto ciò che ha a che fare con la comunicazione avviene al terzo piano. Due responsabili, uno per quella sportiva (Giuseppe Sapienza) e uno per quella istituzionale (Massimo Zennaro) coordinano un team composto da una decina di persone, di cui una maggiormente dedicata alle vicende quotidiane del campo che fa la spola tra Milanello e Casa Milan. Grande attenzione, come è normale che sia, all’area social: dall’apposito ufficio “digital” due persone curano i profili twitter, facebook e instagram del club. Una maglia di Balotelli in una sorta di teca spicca all’interno dell’ufficio che si occupa di marketing e sponsor, tra i vari gadget. Uno skateboard rossonero e un tridente da “Diavolo” arredano invece quello di Japp Kalma, il Direttore commerciale, a cui fanno capo 8 persone che lavorano nella stanza accanto. Gran parte del piano, però, è occupata dalla sala stampa, utilizzata per le presentazioni ufficiali (ultima in ordine di tempo, quella di Sinisa Mihajlovic, con Berlusconi e Galliani) e gli incontri con gli sponsor. Una parete, decorata con striscioline sui toni del verde, del rosso e del giallo, sembra riprendere il motivo dei pantaloncini abbinati alla terza maglia di quest’anno (quelli verdi che, indossati nella gara contro l’Udinese, hanno diviso i tifosi). Dal lato opposto, una grande vetrata dà sui palazzi di fronte, ed è impossibile non notare il lenzuolo appeso a uno dei balconi più alti con il messaggio “stadio no qui”, contro il progetto che voleva veder sorgere il nuovo impianto rossonero nell’area del Portello.

GALLIANI IN PIANTA STABILE
Le grandi decisioni vengono prese al quarto piano: qui si trovano l’ufficio del presidente Berlusconi e quelli dei due amministratori delegati. Adriano Galliani e Barbara Berlusconi, praticamente speculari e separati da un breve corridoio. Anche in questo caso sarebbe tanta la curiosità di sapere quali foto ci siano sulla scrivania di Barbara o di vedere la poltrona su cui presumibilmente si accomoda Raiola per discutere di mercato con Galliani, ma ancora una volta ci scontriamo con la grande cautela da parte del club. Gli amministratori delegati, ci dicono, sono presenti in sede quasi ogni giorno, ma il divieto di bussare o di aprire quelle porte è assoluto. Quella dell’ufficio di Galliani, in realtà, è socchiusa: quel tanto che basta per intravedere dallo spiraglio una pianta. Cuore rossonero e pollice verde.
Attraverso due lunghi corridoi si raggiunge l’ufficio presidenziale, situato esattamente dal lato opposto, così come la sala del consiglio. Il percorso che si fa per raggiungerli è un viaggio negli ultimi 30 anni di storia rossonera, costellata da successi ricordati dai quadri. Una dopo l’altra ci scorrono sotto gli occhi le formazioni di tutti i Milan vincenti dell’era Berlusconi, dai trionfi di Sacchi e dei tre olandesi a quelli più recenti in Champions League, nel 2003 e nel 2007. L’ufficio del presidente è il più grande, almeno il doppio degli altri. Ma lo sappiamo soltanto perché, tra un quadro e l’altro, ci soffermiamo con interesse sulla piantina con la planimetria dell’edificio, appesa a una parete.

AL MUSEO IN PULLMAN
Come detto, sono ben altri gli spazi di Casa Milan a portata di tifoso: l’obiettivo, ambizioso, è quello di diventare presto un punto di riferimento non solo per il popolo milanista, ma per la città. Un primo passo in questa direzione è stato compiuto inserendo via Aldo Rossi tra le tappe del “City Sightseeing”, il pullman turistico che fa il tour dei luoghi di maggior interesse di Milano: così, tra i vari percorsi, c’è anche quello che porta direttamente al Museo del Milan, con ingresso dal lato opposto rispetto a quello della sede. Alla cassa viene distribuito uno speciale braccialetto che permette di “interagire” con i touchscreen presenti all’interno, votando ad esempio il proprio giocatore del Milan preferito o la vittoria più significativa. La classifica si aggiorna in tempo reale, proiettata su uno schermo all’ingresso: inutile dire che Marco Van Basten e la Champions 2003 hanno lasciato un ricordo indelebile nei cuori rossoneri e sono in vetta.
Interazione è la parola-chiave: gli ologrammi di Barbara Berlusconi, Franco Baresi, Andrij Shevchenko e Kaká illustrano la filosofia del club al termine di un percorso costituito da tante listelle, una per ogni anno dalla fondazione del club a oggi, di dimensioni diverse a seconda dei successi raccolti. Le listelle, come facilmente immaginabile, si fanno più grandi a partire dall’era-Berlusconi: il percorso si interrompe e riprende dopo una curva a gomito (è il cosiddetto “angolo della svolta”) che simboleggia il cambio di rotta. Un enorme elicottero realizzato in fil di ferro e la “Cavalcata delle Valchirie” a fare da sottofondo musicale ci ricordano la scenografica discesa in campo (quello dell’Arena) di Silvio Berlusconi, il 18 luglio 1986. Gran finale con la sala delle coppe, un tempo custodite sulle mensole di una stanza in via Turati e oggi in bella mostra tra ologrammi e video emozionali. È il segno dei tempi che cambiano: dall’austero palazzo in centro al modernissimo edificio in vetro, con il tetto spiovente in una zona periferica servita dalla linea metropolitana appena costruita. “Casa Milan è il futuro”, scrisse il sito rossonero nei giorni del trasloco. “La casa è dove si trova il cuore”, recita un celebre motto latino. Curioso come tra “cuore” e “futuro”, Berlusconi e Bee, si giochi proprio di questi tempi la partita della società Milan.
Vanni Spinella