Manuela Cavalieri; Donatella Mulvoni, D, la Repubblica 10/10/2015, 10 ottobre 2015
CHIAMALO SUGAR DADDY
Gioca a golf, frequenta ristoranti raffinati e va in vacanza in costosissimi resort. Per Taylor ogni lusso è gratis: scarpe, vestiti, gioielli. È da contratto che sia Rich, di trent’anni più vecchio, a mettere mano al portafogli. In cambio lei lo aiuta a mantenere la mente giovane e ricca di stimoli.
L’amore non c’entra, ci spiega.Tra loro c’è un accordo di mutuo beneficio. Chiaro, senza ambiguità. Lei, classe media, intelligente e ambiziosa, proiettata verso una carriera da imprenditrice, desiderosa di far parte di quel mondo di ricchi che prima vedeva solo nei film. Lui, settantenne, affermato professionista con difficoltà nei rapporti sociali. Si sono conosciuti tramite un sito di incontri quando lei aveva 29 anni; da dieci, Rich è diventato il suo sugar daddy.
Sono milioni le giovani donne negli Stati Uniti (ma ormai in tutto il mondo) che, come Taylor, affidano il loro futuro a facoltosi uomini di mezz’età, in cerca di cenerentole da salvare. Pratica antica, certo. Ma mai così accettata e di facile accesso, grazie a Internet che permette alle ragazze di selezionare il perfetto sugar daddy online. Un fenomeno in continua crescita: «Non si può più parlare di trend, ormai è uno stile di vita», spiega Brandon Wade, fondatore di Seeking Arrangement, tra i più importanti siti d’incontri, con un fatturato di oltre 20 milioni di dollari all’anno.
Le bollette non saranno più un problema, così come i conti al ristorante o gli armadi da riempire, promette l’homepage alle giovanissime che si accingono a creare un nuovo profilo.
Seeking Arrangement conta oggi circa cinque milioni di utenti: 3 milioni 800mila sugar baby si contendono 1 milione 170mila sugar daddy (il 40% dei quali è sposato). Un giro d’affari imponente che cresce del 20% ogni anno. E che trova ottimi clienti anche in Italia: 22mila iscritti già al lancio.
Dal suo ufficio californiano, Wade snocciola i numeri del business: «Le ragazze hanno tra i 21 e i 27 anni, la metà studia ancora. All’università ci sono molte spese: il debito per le rette di ogni studente ammonta mediamente intorno ai 35mila dollari. Sono tante le studentesse, soprattutto tra chi frequenta gli atenei della Ivy League, che non vogliono togliere tempo allo studio per racimolare denaro con mestieri poco pagati. Sono giovani, intelligenti e preparate: perché affannarsi con lavoretti, quando possono scegliere un uomo che le aiuti economicamente, diventando anche una sorta di mentore?».
Lo scambio non è a senso unico, e non è solo una questione di sesso. «Si tratta di un accordo in cui, per la prima volta, le richieste dell’uno e dell’altra sono chiare», spiega la star del dating online.
C’è l’uomo che ha voglia di sentirsi benefattore, chi vuole esibire belle lolite alle feste, chi ha desideri erotici inconfessabili in una relazione regolare. Non manca chi cerca la freschezza di una ventenne per conversazioni stimolanti, cene o viaggi.
Se per le ragazze l’iscrizione è gratuita, gli uomini pagano tra i 500 e i 2000 dollari. «Lo sugar daddy medio ha 42 anni, è benestante e spende per la sua sugar baby almeno 3000 dollari al mese», ci racconta Wade. «Ci sono uomini molto facoltosi, qualcuno è addirittura tra i 10 più ricchi degli Stati Uniti».
Storie di successo e denaro, che però rivelano spesso profonde difficoltà relazionali. Difficoltà incontrate dallo stesso Brandon Wade, originario di Singapore e laureato al Mit in Ingegneria elettronica. Che creò nel 2006 Seeking Arrangement proprio per porre rimedio alla sua disastrosa situazione relazionale.
«Ero il classico nerd», ci confessa, «studente modello, brillante professionista, ma una frana con le donne». D’un tratto l’intuizione: «Mi ricordai dei consigli che mi dava la mamma: lavora duro, perché quando guadagnerai molti soldi, le ragazze faranno la fila». La logica non faceva una piega. «Così misi su la prima versione del sito: volevo che uomini di successo come me incontrassero ragazze di cui prendersi cura».
Un insulto alle conquiste faticosamente raggiunte dalle donne. Ma a chi lo critica, Wade risponde «che semmai è il contrario: molte iscritte si sentono femministe, perché sono in grado di gestire bellezza, sessualità e intelligenza utilizzandole per raggiungere i propri obiettivi».
Certo, sfogliando gli album delle feste organizzate da Seeking Arrangement e da altri siti simili, qualche dubbio resta. La concentrazione di suole rosse, abiti succinti e gioielli é ragguardevole.
Per Taylor Jones, però, bisogna andare oltre le apparenze. Fiera del suo guardaroba griffato, oggi é diventata un’imprenditrice. Grazie all’aiuto di Rich ha lanciato il sito The Sugar Daddy Formula, che ha l’obiettivo di formare le ragazze che vogliono diventare sugar baby. «Rich mi ha supportato non solo economicamente. Mi ha messo a disposizione le sue competenze di business e i suoi contatti. Ora posso usare quello che lui mi ha insegnato per aiutare gli altri a raggiungere i loro obiettivi».
In centinaia hanno già chiesto la sua assistenza. Tra loro studentesse, professioniste, personaggi più o meno famosi. «Sono donne che vogliono qualcosa che vada oltre l’amore. Cercano un uomo che le aiuti ad avere successo. Io le preparo a districarsi in questo ambiente». Quando le chiediamo quale sia la differenza tra una sugar baby e una prostituta, Taylor risponde convinta che «quello tra baby e daddy è uno dei rapporti più onesti che si possano avere. Ci guadagnano entrambi. Grazie a questo mutuo beneficio, molte relazioni durano negli anni».
Niente di scandaloso, per lei. «Da sempre i ricchi hanno utilizzato il matrimonio e le relazioni come strumenti di potere. Perché ora ci si dovrebbe sdegnare se una donna desidera un partner influente? Sono solo pregiudizi ipocriti».
Anche il fondatore di Seeking Arrangement reagisce stizzito quando insinuiamo che in fondo le ragazze somigliano a cortigiane d’alto bordo: «La prostituzione non c’entra. La nostra è una filosofia di vita, non mercimonio. Anche mia sorella ha utilizzato il sito. Se avessi una figlia, la farei iscrivere; le darei gli stessi consigli di cui avrebbe bisogno nel caso di un appuntamento convenzionale. Gli uomini che incontrerebbe sul sito sono gli stessi che avrebbe potuto incontrare per strada o in discoteca». Forse solo un po’ più ricchi. D’altra parte, come dice Wade: «L’amore è un concetto inventato dai poveri».