Antonella Luppoli, Libero 11/10/2015, 11 ottobre 2015
«LA MIA COMMEDIA ALL’ITALIANA»
[Paolo Bonolis] –
«A una scalata chiedo non solamente le difficoltà ma una bellezza di linee», scrive Walter Bonatti di cui Paolo Bonolis è un grandissimo estimatore. Il conduttore è un po’ l’esploratore della tv italiana, uno a cui piace sperimentare, animato dalla passione per il lavoro e dalla voglia di raccontare in maniera dissacrante il mondo. Creativo ma per nulla social, Bonolis a un tweet preferisce una stretta di mano. Presto però sbarcherà sul web con un sito tutto suo e intanto pensa ad Avanti un altro (in onda tutte le sere alle 18.45 su Canale 5), alla nuova edizione di Ciao Darwin (che arriverà in primavera) e a una serie di nuovi progetti. Il Minimondo di Avanti un altro è lo specchio della società italiana. Perché creare un programma che sfida i nostri stereotipi? «Il gioco a premi un po’ mi annoia. Quando hai davanti delle persone mi piace l’idea di raccontarle, lasciandole libere di essere quello che sono e trasformando il circostante nella quotidianità dove si avvicendano i personaggi tipici della commedia all’italiana, dimenticata negli ultimi anni. Da qui l’idea di dare spazio a lo Iettatore, la Bonas ecc... Fanno parte del mondo...». I concorrenti sono il valore aggiunto della trasmissione, lo dimostra il video della signora Olimpia diventato virale. «Sì, ci divertiamo a essere ironici e goliardici, senza offendere nessuno e cavalcando la “meravigliosa diversità” che caratterizza il genere umano: infatti, quando si cammina per strada si trova chi sa mettere in fila soggetto, verbo e complemento e chi invece si ferma al soggetto (ride, ndr). Ho saputo che il video della signora Olimpia è stato molto apprezzato sulla Rete, ma io non sono social quindi non mi rendo conto di cosa voglia dire». Non è social? «La mia natura analogica non si sposa bene con quella digitale. Però a breve sarà on line il mio sito ufficiale, curato dalla Contessi srl. Un gruppo di ragazzi, capitanati da Niccolò Presta e in accordo con me, proverà a costruire sulla Rete il mio animo social». Perché ha questa repulsione? «Per molta gente i social siano un palcoscenico, io il mio ce l’ho e non ho bisogno di un altro... E poi è un eccesso di velocità esistenziale che non mi serve, credo molto nel valore educativo dell’attesa». Il gioco finale di Avanti un altro è una calamita, ma lei sarebbe capace di rispondere a quelle domande? «È difficile ma è giusto perché si gioca per grandi cifre. È ispirato a una terapia utilizzata per coloro che hanno subito danni cerebrali...». Proviamo dai: chi è la donna tra lei e me? «Mmm...lei. Ma mi creda non è semplice dire il contrario di quello che dovrei dire (ride, ndr)». Il programma le calza a pennello. Per quanti anni pensa di andare avanti? «Diciamo un paio di edizioni, compresa questa». La scelta di criptare i programmi Mediaset sulla piattaforma Sky pesa sugli ascolti? «Ahimé credo di sì, ma ognuno pondera le sue scelte e va bene così». Tornerà in primavera con la settima stagione di Ciao Darwin, che edizione sarà? «La settima e l’ultima». Lo aveva già detto della sesta... «Lo so, ma questa davvero sarà l’ultima perché vorrei che Ciao Darwin rimanesse una donna matura, non una rifatta». Che novità ci saranno? «Rispetto all’ultima, che era televisivamente perfetta, un pizzico di contemporaneità in più». La messa in onda di Ciao Darwin coinciderà con la staffetta ad Avanti un altro? «Sì certo». Farà ancora Scherzi a parte? «Ho parlato con Davide Parenti e mi ha detto che non ci sono gli scherzi. Non è cattiva volontà, manca la materia prima». Quale dei suoi vecchi programmi le piacerebbe rifare? «Il senso della vita. Credo che prima o poi riuscirò a rifarlo, magari con qualche idea nuova». Con chi le piacerebbe cocondurre un programma? «La coconduzione non è una cosa semplice, stare in coppia in generale non è semplice, bisogna avere grandissima intesa. Anche le grandi coppie del passato erano uno la spalla dell’altro». Qual è il segreto del matrimonio con Sonia Bruganelli e dell’unione professionale con Luca Laurenti? «La complementarietà, il fatto che riusciamo a essere diversi e uniti. Io sono così, per questo le dico che la coconduzione non fa per me, perché ripetere una cosa due volte non mi piace». È per questo che non ha mai fatto Sanremo per due anni consecutivi? «Sì, ho bisogno di tempo per sviluppare nuove idee». A proposito di Sanremo le piacerebbe rifarlo? «Sì, mi piacerebbe». Glielo hanno mai chiesto dopo il 2009? «Sì e ho risposto di no perché non avevo le idee giuste». Adesso ce le ha? «Adesso il Festival è nelle mani di un professionista che certamente farà bene. Diciamo però che se dovessero richiedermelo direi di sì». Da Bim Bum Bam a Sanremo: c’è ancora un sogno nel cassetto? «Sì ci sono delle cose nuove che mi piacerebbe fare». Per esempio, un programma dedicato ai libri e uno con Maria De Filippi? «Un programma sui libri è un programma molto difficile, perché la gente legge molto poco e poi credo che la tv non sia la sede adatta. Maria è una grande professionista, ma non c’è nulla in previsione». Ha iniziato la sua carriera in Rai, ora è a Mediaset, ma da Sky non è mai arrivata una proposta? «Sì ma mi hanno proposto di fare le stesse cose e allora perché cambiare?». Perché Sky è innovativa. «Sono bravi ma nei programmi di Sky non ci sono nuove idee, a volte sono solo messe insieme un po’ meglio». Magari allora perché il cachet potrebbe essere più alto? «Certo senza dubbio, ma io non mi muovo solo per i soldi. Quando nel 2009 sono andato a fare Sanremo mi sono mosso da Mediaset perché avevo in testa un’idea da sviluppare, pur guadagnando molto meno».