Notizie tratte da: Luca Goldoni, Alessandro Goldoni, Francesco Baracca. L’eroe dimenticato della Grande Guerra, Bur, pp. 176, 13,50 euro., 12 ottobre 2015
LIBRO IN GOCCE NUMERO 79
(Francesco Baracca. L’eroe dimenticato della Grande Guerra)
Vedi Biblioteca in scheda: 2327787
Vedi Database in scheda: 2328606
«FIRMATO» BARACCA, EROE DIMENTICATO –
Uccisore. «Celere uccisore e distruttore, fu fra i più maschi generati alla matrice ferrigna dove si stampa il meglio della gente di Romagna» (Francesco Baracca secondo il poeta Gabriele D’Annunzio).
Anagrafe. Francesco Baracca, nato il 9 maggio 1888 a Lugo di Romagna, figlio unico di una famiglia ricca, il padre, Enrico, facoltoso possidente, la madre, Paolina, contessa. Carriera da soldato decisa in autonomia.
Stipendio. «Ho ricevuto per indennità ed equipaggiamento L. 277 e come stipendio di ottobre L. 157, da cui devo togliere L. 44 per la mensa e L. 2 per la barcaccia al teatro di Pinerolo» (Baracca alla madre).
Cavallo. Quella volta che cadde da un cavallo irlandese alla presenza di Tsi Tsao, principe del Celeste Impero. Dovette poi pagare la lira dovuta da tutti i cavalieri ogni volta che venivano disarcionati. In tutto nel reggimento ne accumularono 440.
Fisico. Appassionato di opera e di donne, sguardo penetrante ma dolce, zigomi alti, naso forte e diritto, baffetti alla Clark Gable, altissimo.
Occhi. «Ti mira fisso negli occhi, come quando sul suo aereo punta e spara» (così una delle tante ammiratrici).
Donna. «Mai lasciare una donna, ma agire in modo che sia lei ad andarsene. Con la vita che ho scelto, sarei un farabutto ad alimentare un grande amore, probabilmente destinato a un grande funerale» (Francesco Baracca intervistato da un giornalista).
Morte. Ossessionato dal pensiero di morire bruciato.
Cavallo. Quando Francesco Baracca meritò il suo aereo personale, fece verniciare sulla carlinga il simbolo dell’antica passione: un cavallo nero rampante.
Carso. «Infuria la battaglia sul Carso, si vedono ovunque lampi di cannoni e colonne altissime di fumo… Nessun velivolo austriaco per l’aria… seguo perfettamente il tiro delle nostre artiglierie pesanti e lo scoppio dei loro proiettili a sei, otto chilometri» (Francesco Baracca).
Mestiere. «Tutto è mestiere, mi spiace deluderla, Maestro, soltanto mestiere» (Baracca in risposta a D’Annunzio che gli chiedeva il segreto della sua invulnerabilità).
Amante. «L’amante che più spero mi abbandoni è la paura. Ma lei è fedelissima, non scappa mai con un altro» (Baracca).
Firmato. Quando nel 1918 Armando Diaz sostituì Cadorna a capo dell’esercito, ci fu un’improvvisa ondata di bambini battezzati Firmato perché i bollettini di guerra che riportavano le vittorie si chiudevano «Firmato Diaz».
Feriti. Baracca, che alle volte risparmiava e soccorreva i nemici feriti.
Distruggere «Distruggere, distruggere tutto specialmente ciò che, distrutto, può provocare maggior sgomento» (la direttiva del feldmaresciallo von Hindenburg).
Medaglie. Le medaglie di Francesco Baracca: medaglia d’oro al Valor Militare, tre medaglie d’argento, tre di bronzo, la Croce dell’Ordine Militare di Savoia, la Croce di Cavaliere della Corona d’Italia, la Croce di ufficiale della Corona belga, la Croce di Guerra francese con palme e la Stella dei Karageorgevich serba.
Morte. Francesco Baracca, appena trentenne, partì nel tardo pomeriggio del 19 giugno 1918 a bordo del suo aereo e precipitò sotto l’ala del gregario, sul Montello, lasciando dietro di sé una densa scia di fumo. Ci volle una settimana per raggiungere i rottami dell’aereo. Il suo corpo giaceva nell’erba, appena lambito dalle fiamme, una piccola ferita sulla tempia destra, l’orologio ancora al polso segnava le 18.45.
Giorgio Dell’Arti, Il Sole 24 Ore 12/10/2015