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 2015  ottobre 10 Sabato calendario

IL DIESELGATE FA TRABALLARE LE AMBIZIONI DEL VOLKSWAGEN FOOTBALL CLUB

Lo scandalo Dieselgate potrebbe avere importanti ripercussioni sulle strategie della Volkswagen nel campo delle sponsorizzazioni sportive e in particolare sulla presenza del colosso automobilistico tedesco nel mondo del calcio. L’uscita di scena di Martin Winterkorn, estremamente convinto della capacità del calcio di essere uno straordinario veicolo di promozione per i vari brand del gruppo Volkswagen, assieme alla necessità per il nuovo ceo Matthias Müller di rivedere i budget per fare fronte agli impatti sul bilancio dello scandalo della manipolazione delle emissioni delle auto diesel, potrebbe tradursi in una revisione complessiva della strategia finora seguita nel mondo del calcio.
Attualmente il gruppo Volkswagen, attraverso i suoi vari brand, è partner commerciale di 10 dei 18 club della Bundesliga (la Serie A tedesca). Non solo. Il colosso automobilistico ha anche una presenza diretta nel mondo del calcio essendo azionista di ben tre club della massima serie: il Bayern di Monaco (squadra di cui Winterkorn è acceso tifoso, oltre che componente del supervisory board), di cui la controllata Audi detiene una quota dell’8,33%, la neopromossa Ingolstad, sempre attraverso Audi con una quota del 20%, e direttamente il 100% del Wolfsburg, la squadra della città dove si trova l’headquarter del gruppo, oltre che il principale stabilimento, famoso per le quattro ciminiere. La squadra biancoverde è dunque quella che più potrebbe risentire della spending review annunciata da Müller. Dopo la retrocessione sfiorata solo quattro anni fa, l’azionista Volkswagen è infatti intervenuto pesantemente per sostenere i piani di rilancio del club, finanziando la costruzione della nuova Volkswagen Arena e contribuendo in modo importante al mercato del squadra guidata da Dieter Hecking. Nel 2014 l’acquisto più costoso è stato il campione del mondo André Schurlle, pagato 32 milioni al Chelsea. L’anno prima erano invece arrivati il brasiliano Luiz Gustavo per 16 milioni e il talento belga Kevin De Bruyne per 22 milioni, passato poi la scorsa estate al Manchester City degli sceicchi per la cifra record di 74 milioni. Ma solo dopo un’estenuante trattativa in cui la dirigenza del Wolfsburg che, forte di un’azionista d’acciaio quale Vokswagen (allora non era ancora scoppiato lo scandalo Dieselgate), ha potuto resistere fino all’ultimo di fronte ai petroldollari di Abu Dhabi e reinvestendo poi senza problemi 36 milioni per accaparrarsi il talento dello Schalke 04, Julian Draxler, corteggiato invano per tutta l’estate dalla Juventus. E ora? Secondo il direttore sportivo del Wolfsburg, Klaus Allofs, le misure di austerità che saranno varate da Müller non influiranno sulle ambizioni del club. «Non c’è motivo di preoccuparsi in questo momento», ha affermato in settimana Allofs. Non la pensa invece così Christoph Breuer, docente alla German Sport University di Colonia, secondo il quale la spending review che Volkswagen sarà costretta a intraprendere per contenere gli effetti sul bilancio del Dieselgate impatterà in modo importante sulle attività del gruppo automobilistico nel mondo dello sport e sullo stesso Wolfsburg. «Lo scandalo delle emissioni truccate avrà un impatto significativo sul bilancio del gruppo e alla lunga le richieste degli investitori di una maggiore efficienza si faranno sentire, portando ad alcuni cambiamenti». Secondo Breuer non dovrebbero invece esserci contraccolpi sull’impegno di Volkswagen con il Bayern Monaco, un brand ormai globale che offre comunque maggiore visibilità e ritorni.
MilanoFinanza 10/10/2015