Tarek Abbar, GQ 10/2015, 9 ottobre 2015
PIANETA SELFIE
Le notizie dell’ultima ora, le breaking news delle reti televisive, saranno presto un ricordo. Al prossimo Boeing 747 che esploderà, o alla prossima rivolta, a comparire sugli schermi non sarà più un giornalista, ma migliaia d’autoritratti quadrati con braccia protese e goffi sorrisi, che raggiungeranno miliardi di persone in rete.
Il selfie, che di fatto è già il canale più guardato del pianeta, richiede ai suoi protagonisti di trovare continuamente una nuova e maggiore incisività. Per ottenere gli ambiti “like” che alimentano il fuoco dell’autostima creativa, le immagini postate richiedono un coinvolgimento estremo, perché soluzioni tipo #mangiare_zuppa_di_cane@Seul, o #nuotare_con_gli_ squali@Gabon hanno ormai fatto il loro tempo.
Per la fortuna degli insta-fotografi, le catastrofi non accadono più soltanto nella Repubblica dell’Esotismo: il #caos è dappertutto e adora l’obiettivo.
Mentre l’azione si dispiega sotto i nostri occhi, se abbiamo riflessi veloci come la luce e un #vocabolario assassino, possiamo star certi che il nostro autoritratto – trattato coi dovuti filtri e postato sul nostro canale sociale personale – sarà la prima immagine del disastro sottoposta all’attenzione del mondo. E anche la più premiata dai “like”.
Il caso esemplare è quello della insta-star del momento, Mimi Selfie (#congratulazioni_per_il_traguardo). Una ragazza che non solo ha la fortuna di poter usare i numerosi jet e yacht del padre (#russia #petroligarchi), ma anche quella di possedere svariati passaporti di Paesi più o meno democratici (#ne_ho_anche_uno_di_Schengen_babbei) che le permettono di circolare liberamente in tutto il mondo. E di soddisfare così il suo più grande desiderio: essere la più agguerrita e apprezzata diva del selfie al mondo. Per riuscirci, ha elaborato tecniche da professionista. Ecco le sue trovate più efficaci.
• Mimi Selfie trova sempre molto traffico quando naviga al largo delle isole greche (#la_mia_barca_è_più_grossa_della_tua). Puntuale, immortala i momenti di grande solidarietà che scattano verso le migliaia di barche in difficoltà.
• Commossa dai racconti di altri marinai, raggiunge in volo Palmyra, ma mentre le colonne dell’antica città crollano, lei non resiste alla distrazione costituita dall’abbondanza di reperti antichi in vendita al bazar lì vicino (#2000aC #$10).
• Dopo aver documentato un ottimo affare, incontra nel suk di Damasco un diplomatico francese che le racconta della più grande “caccia al tesoro” di tutti i tempi: quella all’aereo 370 della Malaysia Airlines, scomparso l’8 marzo 2014. Mimi Selfie vola subito all’isola di Reunion, si immerge nell’Oceano Indiano e fa un’ottima pesca (#questi_sedili_di_prima_classe_fanno_schifo).
• Tornata sulla terraferma raggiunge Pyongyang: è in ritardo sull’appuntamento fissato e pagato in anticipo per una seduta di selfie col Caro Leader (#tutta_la_valuta_pregiata_che_riesce_a_procurarsi), ma la Corea del Nord ha messo indietro gli orologi di 30 minuti e lei ha il tempo di farsi bendare e imbavagliare prima del più strabiliante dei suoi incontri.
• Prima di volare a New York per la settimana della moda fa tappa a Bora Bora, per migliorare l’abbronzatura e incontrare un misterioso sudamericano (#chi_è_el_niño?), ma una serie di tempeste tropicali le impedisce l’una e l’altra cosa!
• Dopo un lungo colloquio al JFK Airport per spiegare l’origine dei timbri sospetti che ha sul passaporto, Mimi si mette elegante (#la_pelliccia_è_legittima) e si dedica alla mondanità (#vip@vogue_ama_il_ghetto). Poi si smarrisce nel Bronx, si caccia nei guai, ma anche lì i suoi pensieri sono tutti rivolti alla gloria (#kim_kardashian_ roditi_il_fegato).