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 2015  ottobre 09 Venerdì calendario

LO ZAR RUBA LA SCENA ALL’AMERICA PROTAGONISTA DELLE VIGNETTE ARABE

Vladimir Putin giustiziere dello Stato Islamico, capace di umiliare i jihadisti e la Cia oppure despota-Rambo che disprezza gli arabi fino ad obbligare Bashar al-Assad ad assumere un nome slavo: c’è una guerra di satira che accompagna l’intervento militare russo in Siria ed è incentrata sul capo del Cremlino.
GUERRA DI VIGNETTE
A descriverlo come un grande orso – con i colori nazionali russi – è una caricatura pubblicata a Mosca che affianca i suoi nemici impauriti: Isis, Cia ed Esercito di liberazione siriano. «Sputniknews» è uno dei canali di propaganda del Cremlino e diffonde caricature con Putin lottatore che prende al collo l’indebolito Obama, la Russia come bottone di emergenza per chiedere aiuto e lo Zio Sam americano sotto shock per le poche russe capaci di fare strage di terroristi mentre l’esercito Usa in oltre due anni di raid ha generato solo ondate di profughi.
Le sedi diplomatiche russe in Medio Oriente usano i social network per diffondere caricature che sostengono l’intervento in Siria: è il caso dell’ambasciata negli Emirati che su Twitter posta un disegno per evidenziare la similitudine fra tutti i gruppi ribelli siriani, Isis o non Isis. Si tratta di un’offensiva di «soft power» del Cremlino a cui rispondono vignettisti arabi su media a grande diffusione come il sito di Al Jazeera, che assimila Putin ad un Rambo pronto a distruggere tutto e tutti pur di trarre in salvo il prediletto figlio Bashar, raffigurato come un bebè. Su Twitter circola anche una caricatura di Assad, in divisa russa, sull’attenti nei confronti del Cremlino fino al punto da cambiare nome in Bashaarnisky Assadov. Per il sito di Arabi 21 News Usa e Russia sono due sfruttatori intenti a litigare solo per decidere chi picchia meglio il popolo arabo legato come un capretto, simbolo di nazioni in balia di interessi altrui.
L’INNOCENZA DEI BAMBINI
C’è chi mette in contrasto i pochi aiuti Usa per i ribelli e le ricche offerte di soldati e armi presentate da Teheran e Mosca al regime di Assad. Ma forse la caricatura che più rappresenta lo stato d’animo di chi vive in zona di guerra è del giornale libanese «An-Nahar»: sono bambini fra le rovine che indicano in cielo i jet di Siria, Russia, Usa, Francia e Turchia interrogandosi su chi è stato fra loro a bombardarli.
Maurizio Molinari, La Stampa 9/10/2015