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 2015  ottobre 08 Giovedì calendario

PERISCOPIO

Teologo del Vaticano confessa: «Sono gay e ho un compagno». Finalmente si scoprono gli altari. Gianni Macheda.

Il Nobel per la fisica è stato assegnato a McDonald. Che è poi dove finiscono molti fisici dopo il dottorato. Spinoza. Il Fatto.

Lombardi (M5s) a una conferenza stampa sugli immobili a Roma: «Ci sarà pure un giudice in Danimarca». Non so, con tutto quel marcio Il rompi-spread. MF.

Verdini – Per distruggere definitivamente la sinistra italiana non bastava Renzi? Jena. La Stampa.

Giorgio Israel ha dimostrato che l’antisemitismo non era affatto un’invenzione o un’imposizione dei tedeschi, ma un fenomeno largamente diffuso in Italia (e non certo contrastato da una Chiesa che ancora considerava ufficialmente «deicida» l’intero popolo ebraico). Fabrizio Rondolino, L’Italia non esiste. Mondadori, 2011.

Su Alberto Mondadori, allora considerato il genio di casa, scrissi, nella lettera di addio al papà Arnoldo: «Tuo figlio si entusiasma per le cose che non capisce e perciò è sempre tanto entusiasta». Indro Montanelli, I conti con me stesso - Diari 1957-1978. Rizzoli.

Mio nonno, nel portafoglio, usato solo la domenica pomeriggio, teneva una foto di Stalin in uniforme da ammiraglio. Si definiva marxista comunista, mio papà sosteneva che non conoscesse il significato delle due parole. Riccardo Ruggeri. Il Foglio.

In un incontro tra studenti e autorità trasmesso dalla Rai, dopo un dibattito lungo e confuso, il professor Giovanni Sartori, dell’università di Firenze, richiamò i presenti all’argomento che era stato messo all’ordine del giorno, osservando: «Finora si è parlato di tutto meno che della riforma universitaria; sarebbe opportuno discuterne un po’». Uno studente, qualificatosi cattolico, fu sollecito a rispondere: «Esatto! Non abbiamo detto una risposta sulla riforma universitaria. Ma noi ci occupiamo della riforma della società, dalla quale poi verrà la riforma dell’università. Noi vogliamo fare la rivoluzione». Domanda il Sartori: «Ma quale rivoluzione?». Risposta dello studente: «Non lo sappiamo e non ci interessa saperlo, perché l’azione improvvisa da sé, quel che deve essere messo al posto di ciò che essa distrugge». Panfilo Gentile, Democrazie mafiose. Ponte alle Grazie, 1997.

I comunisti, fallito ogni utopismo ereticale al servizio di quell’esotismo dispotico che fu l’Unione Sovietica, arrivati al governo, hanno brillato per una sola virtù: tassare. E per ipocrita solerzia, i poveri più dei ricchi. Fino ai loro nipoti ecologisti e no global, in perenne protesta per farci vivere al risparmio. Plauditi dal clero minuto. Geminello Alvi, Ai padri perdòno. Mondadori, 2003.

Sfornare un talk show costa sempre meno e comporta pochissimi rischi rispetto al fare autentica informazione, come sa bene Milena Gabanelli. Basta avere l’accortezza di rispettare il manuale Cencelli delle ospitate (chiamare in studio uno di destra, uno di sinistra e uno né di destra né sinistra) e si può affrontare qualsiasi argomento senza incorrere in rogne. Curzio Maltese, ilvenerdì.

Non trovo che la fidanzata di Berlusconi, la Pascale, sia un personaggio positivo accanto a lui. Ha eliminato tutte le persone che erano intorno a Berlusconi da sempre, a partire dalla segretaria Marinella per arrivare ai cuochi e per finire con i politici che lei non gradisce. La Pascale e Mariarosaria Rossi sono il cerchio magico, nessun altro. Lele Mora. (Selvaggia Lucarelli). Il Fatto.

Un amico intimo di papà era Gianni Settembrini. Una volta stava prendendo un caffè al bar quando il padrone di casa lo vide dalla strada e lo affrontò: «Quann’è ca me pavate ’e pesun’ arretrati?» in napoletano ’o pesone, il pigione, è maschile: «Quando mi pagate i fitti arretrati?» - «E cche, so’ ffatto ’nduvino?» («E che, sono diventato indovino?»). Paolo Isotta, La virtù dell’elefante. Marsilio.

La vicenda ha un protagonista e diversi comprimari. Oscar Martello è il tycoon all’amatriciana coi rotoli di contanti in saccoccia ( i «pippi», le «zucchine» e gli «spiccioli» nel suo smagliante vernacolo), che ha conquistato Roma – anzi Dolceroma, dice lui, nemmeno fosse una pasticceria delle tentazioni – ricorrendo a tutti i mezzi necessari: servilismo, inganno, sopraffazione, corruzione, prostituzione innaffiata di coca, la droga degli avidi. È partito dal basso, anzi dal bassissimo, e adesso ha i miliardi, un attico pazzesco, tre Jaguar, amanti, pupe varie e una bellissima moglie che lo odia, nonché due figliette fantasmatiche. Soprattutto tiene per gli attributi buona parte dei potenti che gli servono per coronare il sogno: dopo essersi schifosamente arricchito con film mediocri e vergognose serie tv, diventare il padrone di Cinecittà, la fabbrica dei sogni, la fonte della felicità. Stefano Pistolini. ilvenerdì.

Quando sono in viaggio, ora, penso ai figli con nostalgia e quasi con ribellione: perché, se ho questo imperativo nel sangue, mi trovo altrove, lontano? C’è qualcosa di sbagliato in tutto questo, protesto fra me, confusamente. E conto i giorni e le ore che mancano al ritorno, e sono sempre la prima all’imbarco, all’aeroporto. Stasera li avrò accanto. Sarò in pace, come la gatta che spiavo da bambina, in montagna, fiera con la sua cucciolata. Sarò felice, stasera - non esistendo più al mondo alcun altrove, da preferire. Marina Corradi. Avvenire.

Quasi tutto sembra finito ma da Sud-Est giunge il tumulto inquietante della lotta feroce. In alto, seguito da una scia di faville, saetta un aereo e va a schiantarsi avanti, presso la Conca degli Africani. L’ultima luce lunare viene sconfitta dalle prime strisce rosa del cielo, verso il Nilo. Paolo Caccia Dominioni, Alamein 1933-1962. Longanesi.

Milva ha dichiarato che deve tutto a Strehler. «Prima di conoscerlo», ha detto, «non sapevo praticamente aprire bocca». Adesso non sa più praticamente chiuderla. Amurri e Verde, News. Mondadori, 1984.

I miei amici finocchi si sposavano tutti. La famigliola ordinata. Le foto. I passeggini. L’utilitaria. Il televisore al centro del salone. Poi li incontravi in stazione in strani orari e in vesti più colorate. Vicino ai cessi. A Firenze il più famoso lo chiamavano latrin lover. Eravamo 6 fratelli, l’unico che ha trombato senza fare i figlioli sono io. Non me ne pento. Si morde e si fugge. Paolo Poli, attore, 86 anni. (Malcom Pagani). Il Fatto.

Non c’è peggior nemico di chi abbiamo amato, non amiamo più, e ancora ci ama. Roberto Gervaso. Il Messaggero.

Paolo Siepi, ItaliaOggi 8/10/2015