Domenicale – Il Sole 24 Ore 4/10/2015, 4 ottobre 2015
VITA VISSUTA TRA SOLIDI SUCCESSI
Henry Spencer Moore nacque il 30 luglio 1898 a Castleford, nello Yorkshire. Nel 1919 entrò nella Leeds School of Art e nel 1921 nella Sculpture School del Royal College of Art di Londra, iniziando a frequentare il British Museum dove studiò raccolte d’arte arcaica ed extraeuropea.
Nel 1924 conseguì il diploma e ottenne una borsa per un viaggio di perfezionamento in Italia. Dopo una tappa a Parigi nel 1925, egli viaggiò tra Firenze, Roma, Pisa, Siena, Assisi, Padova, Ravenna e Venezia, ammirando Giotto, Masaccio e soprattutto Michelangelo, di Donatello e Giovanni Pisano.
Nel 1926 Moore espose a Londra e nel 1928 ottenne la prima commissione pubblica; un bassorilievo per la nuova sede della London Underground Railway. Nel 1929 sposò Irina Radetzky e si stabilì a Londra.
Dopo aver esposto alla XVII Biennale di Venezia nel 1930, fu sempre più presente nelle gallerie londinesi e nelle più importanti mostre collettive internazionali: nel 1936 prese parte alla «International Surrealist Exhibition» (New Burlington Galleries di Londra) e alla mostra «Abstract and Concrete». Tra il 1936 e il 1937 venne invitato alle mostre del MoMA di New York «Cubism and Abstract Art» e «Fantastic Art, Dada and Surrealism». Nel 1938, partecipò alla «International Exhibition of Abstract Art» allo Stedelijk Museum di Amsterdam.
Tra il 1940 e il 1941, Moore realizzò i famosi Shelter Drawings ispirati dalla visione di centinaia di persone che si rifugiavano nelle gallerie della metropolitana durante i bombardamenti nazisti. Nel gennaio 1941 fu nominato Official War Artist. Il secondo dopoguerra – che a livello personale regalò a Moore la figlia Mary, nata il 7 marzo 1946 – vide un crescente riconoscimento di critica e di pubblico: nel 1946-47 la prima grande retrospettiva al MoMA, nel 1948 il Gran Premio Internazionale per la Scultura alla XXIV Biennale di Venezia, nel 1951 la prima retrospettiva alla Tate Gallery e nel 1953 il premio per la scultura alla Seconda Biennale di San Paolo. Durante gli anni cinquanta Moore realizzò diversi dei suoi lavori meglio conosciuti e si dedicò a progetti pubblici a Londra, Rotterdam e Parigi (con la Figura distesa su scala monumentale per la nuova sede dell’Unesco scolpita presso la Henraux di Querceta).
Dal 1959 ricevette il Premio «Tokyo International Art Exhibition» dando vita a una serie di Figure distese in due o tre pezzi di dimensioni monumentali.
Per tutti gli Anni Sessanta si susseguirono commissioni pubbliche a New York, Londra, Toronto e Chicago. Si aggiunsero nuovi riconoscimenti – L’Ordine del Merito in Inghilterra nel 1963 e il Premio Erasmo a Otterlo nel 1968 – e nuove esposizioni come la mostra organizzata dal British Council che fece tappa a Roma nel 1961. Negli anni Sessanta la presenza di Moore in Italia si intensificò, come la sua collaborazione con l’Henraux. Nel 1962 le sue sculture vennero inserite nella mostra «Sculture nella città» organizzata in occasione del Festival dei due Mondi di Spoleto.
Il 1972 aprì la memorabile mostra di Firenze, allestita al Forte Belvedere, che decretò la sua consacrazione definitiva. Nello stesso anno l’artista fondò l’Henry Moore Trust e nel 1976 diede vita alla Henry Moore Foundation.
Per tutti gli anni Settanta, Moore incrementò la sua produzione di opere grafiche (in parte realizzata con la stamperia Il Bisonte di Firenze), mentre molti pezzi monumentali trovavano collocazione negli spazi urbani di tutto il mondo. L’ottantesimo compleanno di Moore venne celebrato nel 1978 in Inghilterra con una doppia esposizione alla Serpentine Gallery e alla Tate. Nel 1980 venne posta la prima pietra per la creazione dell’Henry Moore Centre for the Study of Sculpture a Leeds e nel 1984 Moore donò l’intera proprietà di Perry Green e le sue opere al consiglio di amministrazione della Fondazione. L’artista a Much Hadam il 31 agosto 1986.
Domenicale – Il Sole 24 Ore 4/10/2015